GRECIA: ELEZIONI ANTICIPATE IL PROSSIMO 25 GENNAIO
ATENE – Nemmeno un parlamentare ha cambiato il proprio voto il 29 dicembre ed è fallito il terzo tentativo del Parlamento greco di eleggere il nuovo Presidente della Repubblica. Il candidato della maggioranza di centro-destra, l’ex commissario europeo Stavros Dimas, non ha ottenuto la maggioranza qualificata di 180 voti su 300 votanti, raccogliendo 168 preferenze, esattamente come lo scorso 23 dicembre. Quello che sta succedento in Grecia porterà dei contraccolpi anche negli altri paesi del mediterraneo Italia inclusa?
Secondo la Costituzione ellenica infatti, se il Parlamento non riesce ad eleggere il Presidente entro le prime tre votazioni si va automaticamente ad elezioni anticipate, già fissate per il prossimo 25 gennaio, come annunciato dal premier uscente Antonis Samaras (centro-destra). La prospettiva che possa vincere l’estrema sinistra di «Syriza», capeggiata dal carismatico Alexis Tsipras, già maggior partito di opposizione a quello che è stato popolarmente ribattezzato il «governo della Troika», spaventa l’Unione Europea e gli investitori che hanno lasciato cadere i titoli azionari ad Atene come in quasi tutte le piazze europee.
Seppure Tsipras non chieda l’uscita immediata dall’euro ma una rinegoziazione degli impegni dello Stato greco contro quelle che sono viste come vessazioni dei paesi più forti (in particolar modo la Germania), nel suo movimento non mancano anime che gridano con compiacimento alla frantumazione dell’euro e al ritorno della dracma. «Oggi e’ una data storica per la Democrazia» – ha affermato Tsipras – «Il governo di Samaras che per due anni e mezzo ha depredato la società appartiene al passato. Con la volontà del popolo diventeranno passato anche i memorandum» stipulati con la Troika Ue-Bce-Fmi. Syriza è data nei sondaggi più di 14 punti percentuali avanti al partito del premier filo-europeista Samaras e potrebbe avere una maggioranza monocolore o con un accordo con i comunisti del KKE.
E subito sono cominciate le interferenze della Commissione europea sull’appena cominciata campagna elettorale greca: «Un forte impegno a favore dell’Europa e un ampio appoggio di leader ed elettori greci a favore di un necessario processo di riforma a favore della crescita saranno essenziali perche’ la Grecia prosperi di nuovo nell’area dell’euro» ha detto il commissario europeo all’economia, Pierre Moscovici, appoggiando in una nota la destra di Samaras. E anche il Presidente del Consiglio Matteo Renzi è intervenuto per ribadire che «noi seguiamo le situazioni della Grecia, ma mi sento di escludere l’effetto contagio tra l’Italia e la Grecia» escludendo anche le notevoli analogie tra le economie dei due paesi mediterranei. «Il nostro obiettivo deve essere la similitudine con la Germania – ha aggiunto Renzi – noi oggi abbiamo fatto una riforma del lavoro più flessibile di quella della Germania. Il nostro modello è la Germania per fare meglio».
Il forte vento di sinistra e anti-euro impensierisce il potere di Bruxelles e molti governi in carica: non solo in Grecia, ma anche in Spagna (con Podemos e la Izquierda Unida) e in Francia (con le Front de Gauche e, dall’altro lato dello schieramento, il successo del Front National di Marine Le Pen) per non parlare dell’euroscetticismo in Portogallo, Irlanda e Regno Unito che rischia anche di stravolgere le topografie politiche di centro-sinistra e centro-destra sempre più simili a favore della vittoria delle “estreme”: sinistra anticapitalistica da un lato e destra nazionalistica dall’altro. Un vento che preoccupa anche Renzi, se il suo governo non darà concrete risposte alle sempre più numerose e difficili promesse fatte, non escludendo che anche l’Italia vada ad elezioni anticipate nel 2015.
Andrea Panerini