EDITORIALE: CON LA TIRRENICA NON NE HANNO IMBROCCATA UNA?
L’EDITORIALE di Giuseppe Trinchini
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EDITORIALE: CON LA TIRRENICA NON NE HANNO IMBROCCATA UNA?
Corriere Etrusco “numero 90” del 6 febbraio 2015.
Da qualche settimana dalla regione e dal PD arrivano annunci di ultimatum a SAT per chiudere in un modo o in un altro la vicenda dell’autostrada Tirrenica, anche se sarebbe più corretto chiamarla autostrada dell’agonia, visto che la SAT in 47 anni ha realizzato solo 40 chilometri di autostrada: meno di uno l’anno.
Perfino il presidente Rossi fa la voce grossa «in cinque anni sono stato preso in giro due volte. Ora basta. La Tirrenica è una priorità nazionale e dopo mezzo secolo di chiacchiere va realizzata in due al massimo tre anni».
«Meglio che resti così la Maremma, senza autostrada. Senza Tirrenica se il tracciato deve coincidere con quello dell’Aurelia» sono queste le parole di Giuliano Amato che chiaramente non parla sotto metafora. Per Amato, che della Toscana è figlio adottivo, è necessario lasciare l’Aurelia a sud di Grosseto, senza introdurre pedaggi né realizzare autostrade. «L’autostrada non va bene neppure se il tracciato coincidesse con la Statale. Neppure se l’impatto ambientale fosse identico».
Il nostro consigliere regionale Matteo Tortolini poi fa notare che «l’introduzione della barriera con pedaggio a Vada destò fin dal principio forti perplessità ed era in qualche modo giustificabile solo e soltanto in relazione alla realizzazione complessiva della Rosignano-Civitavecchia e, per quanto ci riguarda, della 398 fino al porto. In assenza di certezze sulla realizzazione di questa infrastruttura crediamo sia di buon senso rimuovere questo balzello che quotidianamente pagano tanti lavoratori e pendolari».
Se il governo centrale e la Regione Toscana a suo tempo non avessero fermato scelleratamente per motivi politici il progetto Anas del 2000, probabilmente oggi si parlerebbe d’altro invece di leggere i drammatici annunci dell’Irpet che scrive che il mancato completamento del tracciato tirrenico «ha penalizzato e sta penalizzato lo sviluppo delle aree costiere. Ciò rende ancora più urgente la sua realizzazione, poiché porterebbe un contributo significativo allo sviluppo economico (ed anche turistico) di tutte le aree interessate».
Giuseppe Trinchini
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