SAN VINCENZO: SARA’ DEMOLITA ANCHE LA FACCIATA DELL’OFFICINA BENSI?
San Vincenzo (LI) – Dopo quindici anni, la previsione di trasformazione dell’ex officina Bensi è vicina ad una svolta, ma è lecito farsi più di una domanda. L’edificio storico fu progettato come teatro e, sebbene non sia mai stato sfruttato in tal senso, l’architettura e la posizione centrale nella zona pedonale, fanno dell’ex officina un pezzo importante di storia e identità della giovane comunità sanvincenzina. Per questo motivo alcune parti dell’immobile erano classificate M3, pertanto da tutelare.
La tesi dell’Amministrazione comunale sembra quella che essendo scaduta la scheda del Regolamento Urbanistico l’immobile non si debba più considerare di pregio, così la previsione di trasformare l’immobile in una palazzina con attività commerciali e servizi al piano terra e appartamenti ai 5 piani piani superiori, sopravvive e pare più prossima a concretizzarsi.
Tralasciando le considerazioni sulla necessità di appesantire ulteriormente un’area già congestionata come il centro sanvincenzino con ancora altri appartementi, eliminare le tutele su un immobile di pregio perché è scaduta una previsione edificatoria sembra un principio innovativo e rischioso.
Come a nessuno verrebbe in mente di dichiarare monumento nazionale un’anonima palazzina degli anni ’80, se scadesse una previsione di trasformarla in hotel, così a nessuno verrebbe in mente di dichiarare la torre di Pisa priva di interesse storico se scadesse una previsione di restauro.
I motivi per cui un edificio storico costruito negli anni 20 del secolo scorso, e già considerato di un certo valore per il tessuto urbanistico e sociale sanvinenzino per i volumi e il luogo in cui è collocato, debba essere equiparato ad una palazzina qualsiasi dietro la ferrovia è quantomeno inspiegabile, e la sprintendenza di sicuro avrebbe qualcosa da ridire in proposito. Come facciano poi a realizzare un palazzo di cinque piani proprio a ridosso della ferrovia dopo l’incidente di Viareggio di qualche anno fa, sarà di grande interesse per le opposizioni.
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ASSEMBLEA SANVINCENZINA: «OFFICINA BENSI, DA EDIFICIO STORICO A PALAZZO DI SEI PIANI»
San Vincenzo (LI) – riportiamo un comunicato sull’ergomento del gruppo consiliare «Assemblea Sanvincenzina».
«Da edificio storico a condominio di sei piani, ecco quale è il futuro dell’ex officina Bensi. Ha così deciso l’amministrazione modificando arbitrariamente la classificazione dell’edificio. Il progetto è infatti dovuto al cambio di un piccola sigla.
L’edificio era classificato M3, classificazione che prevede la sola ristrutturazione edilizia mantenendo la sagoma. Ma quasi magicamente è diventato M4, classificazione che permette la sostituzione edilizia senza rispetto di altezze e ingombri dell’edificio attuale. In realtà l’edificio è indiscutibilmente classificato come M3: non esistono norme che, una volta decaduta la previsione di una scheda, stabiliscono che l’edificio sia da considerarsi M4, e la sigla M3 sulla planimetria generale del Regolamento Urbanistico non ha niente a che vedere col perimetro della scheda che include l’ex officina, ma è una classificazione permanente che necessita di una regolare variante per essere modificata.
Classificando l’ex officina Bensi come M4, l’amministrazione definisce l’edificio come “…senza valore testimoniale e senza particolare ruolo nella definizione dello spazio urbano”.
Dopo decenni di scempi, è necessaria una rigorosa applicazione delle norme in funzione del rispetto dei principi d’interesse pubblico».
Gruppo Consiliare di Assemblea Sanvincenzina
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LA STORIA DELL’OFFICINA BENSI DI SAN VINCENZO:
Un pezzo di storia che se ne va perdendo, con molta probabilità, anche la fisionomia architettonica esterna a testimonianza di una cultura che ha caratterizzato la storia di San Vincenzo.
L’officina Bensi nella centralissima via Vittorio Emanuele, nel cuore dell’isola pedonale ha cessato la sua attività nel 2009 e, al suo posto utilizzando l’immensa volumetria del locale, sorgeranno appartamenti ai piani superiori e locali per attività commerciali al piano strada. Un edificio storico risalente agli anni ’20. Era l’anno 1925 quando Narciso Vincitori, un uomo importante dell’epoca in quanto era il ‘fattore’ della famiglia dei della Gherardesca proprietaria di terreni a nord e sud di San Vincenzo, amante della musica, decise di far costruire un edificio per ospitare la banda musicale di San Vincenzo.
Allora, non esistevano problemi di volumetrie e così venne realizzato un bellissimo fabbricato di 600 mq. per una volumetria di oltre 6.000 mq., dalla facciata architettonica particolare con enormi vetrate e che lasciava chiaramente capire l’uso dello stabile. L’edificio fu terminato nel 1929 ma trovò cavilli e avversità dalle autorità dell’epoca tanto che non ebbe il necessario nulla osta per ospitare spettacoli musicali. Il Fattore si stufò e decise di vendere il fabbricato che fu acquistato da Gino Nannini; un personaggio caratteristico, che faceva il barbiere ma che aveva il bernoccolo degli affari. Così installò, e fu il primo nell’intera provincia, la concessionaria Fiat con annesso distributore di carburanti (Shell), che operava sulla allora via Aurelia. Nannini purtroppo, ebbe vita breve causa una malattia mortale.
La moglie, ereditò il tutto e passò il capitale a Quinto Vanni, marito in seconde nozze. Il ‘Sor Quinto’ non trovò accordi con la Fiat e cessò la concessionaria mantenendo il garage e iniziò l’attività di officina con Bruno Battini il meccanico che fece la fortuna dell’attività fino al 1956 quando subentrò Mauro Bensi il quale acquistò lo stabile nel 1961 dagli eredi del Sor Quinto deceduto dopo malattia.
E’ storia di oggi, Mauro Bensi, un personaggio che si è sempre distinto per la sua disponibilità ad inserirsi nella vita sociale di San Vincenzo, basta ricordare la realizzazione dei carri del carnevale, la festa del grano, la festa della Befana, il gruppo «Quelli della notte» ecc., ma sopratutto ha finalmente aperto la vecchia officina anche all’uso per la quale era stata costruita: alla musica. Un locale che ha ospitato concerti musicali, spettacoli, dibattiti, ecc. unendo così l’ attività di officina a quella culturale musicale tanto che il coro dei canti popolari ha preso il nome ‘Officina del Canto Popolare’. Ora arrivano altri anonimi appartamenti… e un ulteriore pezzo di storia di questo paese, che si sente tanto città, andrà a sparire.