PIOMBINO E LA LOTTA PER IL CANILE DELLA DISCORDIA
Piombino (LI) – continua il “botta e risposta” tra Comnune di Piombino e la Presidente de “La casa di Margot” Maria Cristina Biagini sull’esito del bando per l’affidamento per due anni del canile. Riportiamo la replica e a seguire un riossunto delle “puntate precedenti” di questa vicenda.
______________________
«In riferimento al comunicato stampa – inizia Maria Cristina Biagini – relativo alla gara di affidamento gestione canile, accalappiatura e colonie feline nel quale il Comune, genericamente indicato, si ritiene leso nella sua immagine avrei da dire alcune cose.
Sul piano tecnico : qualunque studente di Giurisprudenza sa che nella pubblicazione di un qualsiasi atto non si conta il primo giorno. Quell’avviso è stato pubblicato 14 giorni, non 15, come sostiene il Comune.
E’ un errore se nell’avviso si sono avvisati appunto gli interessati che l’affidamento sarebbe avvenuto ad Euro 90.000 Iva inclusa (cioè circa Euro 70.000 puliti) e poi all’ENPA viene aggiudicato il servizio ad Euro 90.000, anzi Euro 89.500, avendo praticato un ribasso dello 0,2 % ? e allora perché il Comune ,visto che l’avevo fatto presente molto prima di scrivere sulla stampa, non ha proceduto a bandire di nuovo la gara, sanando il c.d. errore ?
Il Comune di Piombino ha pubblicizzato, giustamente, anche il bando per la vendita del polpo lesso, perché non ha pubblicizzato l’affidamento di ben tre servizi con un costo di Euro 180.000 ?
L’Assessore Chiarei disse nel 2014 in CC che la situazione piombinese attuale era diversa da quella esistente in altri anni, in quanto ora a Piombino ci sono numerose Associazioni protezionistiche che prima non c’erano. Verissimo.
Ecco perché è ridicola la critica del comune alla mia persona che protesterebbe ora mentre prima, quando ero Presidente dell’ENPA, sarei stata consenziente C’eravamo solo noi, nessuno in Piombino poteva sentirsi escluso.
Ed ecco che in questa situazione diversa , con molti potenziali concorrenti locali, si confeziona un bando che i locali li esclude perché non hanno l’esperienza annuale e mai la avranno,visto che si preclude loro di provare, e non lo si pubblicizza , così si escludono anche i non locali che i requisiti magari li avrebbero, ma non sapranno mai che il Comune di Piombino ha in pubblicazione questa gara . A meno che qualcuno dell’ambiente comunale non li avverta o che passino la loro giornata a guardare i siti degli 8000 Comuni italiani.
Cosa dovrebbe pensare un concorrente escluso di questa storia? Io credo che questo Comune genericamente inteso che pubblica oggi il comunicato stampa non sia affatto genericamente inteso e credo che sia nella Giunta che in Consiglio Comunale vi siano persone che hanno a cuore in modo diverso i principi di democrazia e partecipazione, al di là degli schieramenti politici e dei partiti. E’ in loro che spero, perché credo che un cambiamento sia possibile.
Invece questo Comune genericamente inteso si sente leso e minaccia azioni legali: possibile, tanto le spese legali dei Comuni le pagano i cittadini, mentre i cittadini le loro spese legali se le pagano. Ed ecco il motivo per cui per ora ho ritenuto di non fare ricorso: in caso di accoglimento, che vedo molto probabile, otterrei la dichiarazione di nullità della gara, ma non l’affidamento della gestione. Ricordo comunque al Comune che la nullità dei procedimenti non è soggetta agli ordinari termini. Per cui se volessimo probabilmente potremmo ancora farlo.
La presidente de La Casa di Margot
Maria Cristina Biagini
_______________________________
Piombino (LI) – Assegnata ad Enpa la gestione del canile per altri due anni ma non si placano le polemiche in particolar modo dopo le critiche di Maria Cristina Biagini presidente dell’associazione “La Casa di Margot”.
Nell’ottobre 2014 infatti, il Comune aveva avviato una procedura per l’assegnazione dei servizi di gestione del canile comunale, servizio accalappiatura cani vaganti e coordinamento colonie feline. Ma gli altri partecipanti oggi dichiarano che la gara è stata “viziata” in vari punti.
La gara si è svolta mediante la pubblicazione di un avviso pubblico per ricevere manifestazione di interesse. Tre soggetti hanno espresso il loro interesse e, dopo valutazione dei requisiti previsti dall’avviso per l’ammissione alla fase successiva della gara, sono stati invitati due soggetti a presentare l’offerta tecnica ed economica. Tuttavia soltanto uno di loro (Enpa, ndr.) ha presentato la proposta progettuale che è stata esaminata da un’apposita commissione.
«Pur in presenza di una sola offerta si è proceduto ad un attento esame della proposta progettuale e infine all’aggiudicazione definitiva dei servizi ad ENPA mediante la sottoscrizione di un contratto con validità due anni, ossia dal 1 gennaio 2015 al 31 dicembre 2016 – afferma Marco Chiarei, assessore all’ambiente e ai diritti degli animali».
Ma Maria Cristina Biagini dell’associazione “La Casa di Margot” non condivide la visione dei fatti dell’assessore. Secondo lei infatti la gara «è stata concepita prevedendo dei requisiti, non contemplati dalla normativa, che tagliavano fuori tutte le associazioni protezionistiche locali eccetto l’ENPA. Si è poi previsto un affidamento biennale perché solo così la spesa di Euro 180.000 poteva consentire una procedura semplificata e quasi “segreta”.
Solo tre soggetti – continua Biagini – hanno partecipato e cioè ENPA, La Casa di Margot e una Cooperativa di Pontedera . La Casa di Margot, venuta per caso a conoscenza dell’avviso, è stata esclusa perché il Comune ha ritenuto che non avesse i requisiti. La Cooperativa di Pontedera si è ritirata. E così ENPA è rimasta sola. […] Secondo noi la gara è viziata sotto diversi aspetti e abbiamo chiesto che venisse di nuovo bandita. L’avviso è stato pubblicato per un giorno in meno dello stabilito, gli atti con cui essa viene bandita parlano di un affidamento annuo IVA compresa, mentre l’aggiudicazione viene fatta ad Euro 89.500 + iva, non si tiene conto della legge sul volontariato […]».
Il Comune però respinge le argomentazioni della presidente della Casa di Margot, nega che ci sia alcun vizio che possa inficiare la procedura e ritiene lesa la sua immagine dalle affermazioni sollevate dalla Biagini: «La gara non è stata certo una scelta “preconfezionata” per Enpa ma ha seguito una corretta procedura di svolgimento. Il bando infatti è stato pubblicato regolarmente per 15 giorni decorrenti dal giorno di pubblicazione, la durata dell’appalto è stata prevista in soli due anni non certo per consentire una gara più snella ma viceversa per non creare un rapporto di lunga durata con lo stesso soggetto».
Giuseppe Trinchini