PIOMBINO: L’ALTOFORNO E’ MORTO, SUBITO DUE FORNI ELETTRICI
Piombino (LI) – Questa mattina durante il convegno sull’acciaio, dove è presente per Cevital Farid Tidjani rappresentante del gruppo algerino Cevital, che ha acquisito la Lucchini di Piombino e dovrebbe firmare il contratto definitivo a fine di maggio, a differenza di quello che è stato annunciato fino a ieri, non utilizzerà più il vecchio altoforno, che quindi sarà smantellato, ma torna al piano originario che prevede l’avvio e l’utilizzo di due forni elettrici insieme all’agroindustriale.
Stupore quindi in platea e tra i sindacati presenti a cui Tidjani poi si è rivolto spiegando che l’accensione dell’altoforno avrebbe garantito nel breve periodo la riassunzione totale dei dipendenti, ma avrebbe costretto Cevital ad aspettare due anni per costruire i forni elettrici e le aree logistica e agroalimentare. Il nuovo piano di Cevital permetterà in tre anni di riassumere tutti i dipendenti e altri 1.500 lavoratori”.
Dopo il convegno e l’annuncio i sindacati hanno incontrato il viceministro allo sviluppo economico Claudio De Vincenti che ha confermato la loro convocazione al ministero il 9 aprile, subito dopo la presentazione del piano del gruppo algerino. Confermato anche per il 30 marzo l’incontro al Mise tra governo, segreterie nazionali e territoriali di Fim, Fiom e Uilm, richiesto dai sindacati dopo l’incontro tra Cevital e Governo del 19 marzo scorso.
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RENDA (UILM): CEVITAL GARANTISCE COMUNQUE OCCUPAZIONE
«Abbiamo saputo che durante un convegno sull’acciaio Cevital ha annunciato che tornerà al piano originario con i due forni elettrici – ha detto il segretario Uilm Vincenzo Renda a fine incontro con De Vincenti – L’altoforno avrebbe consentito di ripartire a breve con l’area a caldo e avrebbe permesso con più facilità il rinnovo degli ammortizzatori sociali in scadenza a maggio.
Tornando al piano originario, Cevital garantirà comunque un futuro occupazionale a Piombino, anche con la diversificazione su agroalimentare e logistica. Ora sarà importante, come ribadito oggi anche al viceministro, trovare le soluzioni per traghettare i lavoratori dell’indotto, in un periodo che si prospetta dunque più lungo. De Vincenti ci ha informato – conclude Renda – che nell’ultima riunione al ministero Cevital aveva confermato tutti i progetti annunciati, compreso lo studio sulla possibilità di ripartenza dell’altoforno. Noi abbiamo chiesto e ottenuto dal viceministro che il 9 aprile, subito dopo la presentazione del piano industriale definitivo di Cevital, il piano venga illustrato anche ai sindacati».
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Simoncini a Piombino: “Due nuovi passi verso la reindustrializzazione dell’area”
FIRENZE – L’accordo di programma per Piombino entra nel vivo con la prossima approvazione del Piano per la reindustrializzazione e riqualificazione e l’avviso (tecnicamente pre call) rivolto alle aziende che vogliono insediarsi nell’area. Lo annuncia l’assessore alle attività produttive Gianfranco Simoncini, intervenuto oggi alla tavola rotonda al convegno organizzato all’Hotel Phalesia sul futuro della siderurgia.
“Mentre si avvicinano i tempi perché la Lucchini torni a produrre acciaio, abbiamo costruito le condizioni per favorire l’arrivo di investimenti privati che creino nuova occupazione, non soltanto nell’area portuale ma anche in altre aree, che potranno essere utilizzate per creare nuove imprese ed sostenere ampliamenti delle attività esistenti. Il 7 aprile la giunta approverà l’accordo di programma che sarà firmato con i ministeri dello sviluppo, delle infrastrutture, dell’ambiente e con le istituzioni locali per l’attuazione del Prrri. Seguirà da parte di Invitalia la pubblicazione della precall per consentire alle aziende che vogliono insediarsi di presentare domanda”.
“Oggi abbiamo ascoltato – ha sottolineato Simoncini- novità da parte di Cevital che riportano la proposta nell’alveo del progetto iniziale che prevede la realizzazione di due forni elettrici, la creazione di un polo agroalimentare e di uno per la logistica, con lo spostamento di tutta l’area siderurgica verso Ischia di Crociano per destinare le aree vicine alla città su attività meno impattanti dal punto di vista ambientale. Ovviamente prendiamo atto di questa decisione ed auspichiamo che si possa, ora, passare velocemente alla parte attuativa, anche con la definitiva firma dell’atto di acquisto. Importante sarà quindi il passaggio del 9 Aprile al Mise per conoscere puntualmente il piano industriale e i tempi di sua attuazione. Ciò anche per garantire una piena copertura sociale per i lavoratori”.
Le istituzioni stanno lavorando per dare una prospettiva di futuro all’area piombinese che passa da un rafforzamento della siderurgia e che trova il suo punto di partenza nell’accordo di programma sottoscritto nell’aprile 2014 e che nel suo complesso prevede 240 milioni di investimento di Regione e Governo.
“A Piombino Regione e istituzioni non sono state inerti di fronte ai rischi di desertificazione industriale che ha rischiato di determinarsi,– ha detto Simoncini – abbiamo lavorato seriamente per realizzare l’ammodernamento del Porto, per le bonifiche e per un programma di incentivi alle imprese. Tutto questo ha reso l’area attrattiva, suscitando l’interesse di altre realtà industriali che hanno manifestato la volontà di insediarvisi. Così, ad un anno dalla forma dell’accordo, la Lucchini e la siderurgia toscana hanno nuove prospettive di sviluppo e i 3000 lavoratori, diretti e dell’indotto, possono guardare con maggiori certezze al loro futuro”.
L’accordo per il Piano di riconversione e riqualificazione industriale, che sarà firmato con i ministeri dopo l’approvazione della giunta, definisce i molteplici aspetti (ambientali, infrastrutturali e energetici, urbanistici) e le risorse previste per interventi e incentivi per la reindustrializzazione e la riconversione dell’area portuale e del polo siderurgico: si tratta di 50 milioni, di cui 33 di incentivi regionali e gli altri 20 di competenza del ministero dello sviluppo economico.
L’accordo recepisce il complesso degli interventi, molti dei quali già messi in campo. Di qualche giorno fa la delibera approvata dalla giunta per la definizione delle aree di crisi, che stabilisce formalmente che in tutti i bandi per interventi o aiuti a sostegno del tessuto produttivo regionale, siano inserite corsie preferenziali per le imprese insediate in questi territori. Secondo le caratteristiche dell’intervento o dell’aiuto, questa corsia preferenziale può concretizzarsi in una riserva di risorse, o nell’attribuzione di un punteggio aggiuntivo, una sorta di premio secondo la natura e le caratteristiche dell’aiuto o dell’intervento. Una previsione che era già stata inserita in alcuni dei bandi usciti nei mesi scorsi, ma che avverrà automaticamente in tutti e non solo nel settore manifatturiero.
Nella finanziaria regionale – ha ricordato l’assessore – sono anche previsti abbattimenti Irap e criteri di premialita’ o graduatorie ad hoc nei bandi per le Start Up innovative, le imprese giovanili e femminili e di ultracinquantenni in mobilità. Inoltre, sul fronte dell’occupazione, è stato stanziato 1 milione per ciascuna delle tre aree di crisi (oltre a Piombino, anche Livorno e Massa Carrara) sarà riservato agli interventi a favore delle imprese che assumono o stabilizzano lavoratori, disoccupati, laureati, donne ecc. Ancora, le tre aree avranno la priorità nei bandi, di prossima pubblicazione, per i lavori di pubblica utilità, per i quali è stato destinato complessivamente 1 milione. Premialità specifiche e una riserva finanziaria di 200 mila euro sono state previste, nell’ambito della formazione continua, per la riqualificazione dei lavoratori di aziende insediate in aree di crisi.
Io credo che una città di citrulli come la nostra non c’è in un tutta europa. Qui da noi tutti quelli che passano sono autorizzati a prenderci per i fondelli e noi applaudiamo contenti. Ora è il momento di Rebrab e de suo compare. Questi due algerini controfigure di Louis de Funes ogni giorno ce ne raccontano una. Sono finti come le maschere di carnevale. Pensate, ora promettono non solo la riassunzione di tutti gli operai ma addirittura ne aggiungono 1500 in più. Vale a dire che questa città dovrà pensare ad una espansione territoriale e sociale fuor di misura. Talmente cospicua che le periferie di Venturina Terme e Piombino si toccheranno. Anzi diverremo un’unica città. E allora bisognerà richiamare Anselmi ,già amico di Khaled, che con i suoi sogni di grandezza sanitaria, nautica, sportiva,strutturale, economica e sociale ci permetterà la famosa svolta epocale. Si potrà anche pensare ad un ponte che unisca piazza Bovio e l’isola d’Elba. Parliamone con quei due algerini e sentiamo cosa ne pensano ? Ad Anselmi, sono certo, l’idea piace.
Condivido in toto quello che dice lino… I piombinesi sono dei poveri citrulli…
Intanto continuano i proclami degli oligarchi partitocrati.
Simoncini ha detto oggi: “abbiamo lavorato seriamente per realizzare l’ammodernamento del Porto, per le bonifiche e per un programma di incentivi alle imprese. Tutto questo ha reso l’area attrattiva, suscitando l’interesse di altre realtà industriali che hanno manifestato la volontà di insediarvisi. Così, ad un anno dalla firma dell’accordo, la Lucchini e la siderurgia toscana hanno nuove prospettive di sviluppo e i 3000 lavoratori, diretti e dell’indotto, possono guardare con maggiori certezze al loro futuro”. E ancora: “si avvicinano i tempi perché la Lucchini torni a produrre acciaio…”. Una cosa è certa, gli oligarchi sono instancabili nell’arte dell’imbonimento.