TOSCANA: APPROVATO IL PIANO PAESAGGISTICO, E ORA?
FIRENZE – E’ stato trovato l’accordo venerdì 27 marzo in Consiglio regionale per porre fine all’ostruzionismo del centrodestra e permettere di giungere all’approvazione finale del piano del paesaggio toscano in tempi celeri. Dopo un’intera giornata di discussione il Consiglio regionale della Toscana ha approvato definitivamente il piano del paesaggio, al centro di numerose polemiche, con alcune modifiche apportate da un maxiemendamento firmato dal governatore Enrico Rossi insieme alla maggioranza.
Per non ‘intaccare’ il piano e il maxiemendamento di Rossi, sui quali il governatore ha vietato di apportare modifiche, l’intesa raggiunta prevede una variazione della legge urbanistica vigente per inserire al suo interno l’obbligo di svolgere, entro tre mesi dall’entrata in vigore del piano, il monitoraggio degli effetti dell’attuazione del provvedimento sul paesaggio toscano, e sui territori e settori economici interessati, con particolare riferimento all’area delle cave apuane. In cambio il centrodestra ha ritirato la maggior parte degli ordini del giorno e ad accorpare alcuni emendamenti collegati al piano. Il Consiglio Regione lo ha approvato a maggioranza con il no del centrodestra.
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Per tutto il giorno rappresentanti del settore lapideo hanno seguito i lavori d’aula. Al termine della giornata il Consiglio toscano si è espresso a maggioranza con 15 voti contrari del centrodestra. Il provvedimento prevede, tra l’altro, il divieto di escavare sulle vette integre sopra il 1200 metri, e la verifica della compatibilità paesaggistica come condizione vincolante per il rilascio delle autorizzazioni per le nuove attività estrattive, riattivazione di cave dismesse (solo se gli strumenti urbanistici comunali prevedono la destinazione estrattiva), e ampliamenti (fino al 30% del volume) o varianti di quelle esistenti.
Sulla salvaguardia delle coste, altro aspetto al centro delle polemiche, il piano paesaggistico prevede, entro 300 metri dalla battigia, la realizzazione di nuove strutture, che dovranno essere a carattere temporaneo e removibili tali da garantire il ripristino dei luoghi, e senza compromettere l’accessibilità e la fruibilità delle rive. Non deve inoltre comportare l’impermeabilizzazione permanente del suolo.
Adeguamenti, ampliamenti di strutture esistenti (compresi cambi di destinazione d’uso previsti negli strumenti urbanistici) e gli impianti sportivi scoperti, non devono interessare gli arenili, le spiagge, le dune fisse e mobili. Interventi di riqualificazione del patrimonio edilizio esistente possono comportare impegno di suolo non edificato a condizione che non determinino un incremento complessivamente maggiore del 10% della superficie coperta dalle strutture edilizie esistenti.
COMITATO PER CAMPIGLIA: IL PIT E’ APPROVATO, E ORA ?
Riceviamo e pubblichiamo integralmente dal Comitato per Campiglia.
Il Piano Paesaggistico della Regione Toscana è stato approvato dopo quasi quattro anni dall’approvazione dell’atto di indirizzo in Consiglio regionale nel 2011.
“Non mi sento….di fare alcuna celebrazione clamorosa, né retorica, di questo esito. Raggiungere questo risultato è stato difficile e aspro, né sono state risolte tutte le contraddizioni”.
Queste parole dell’Assessore Anna Marson illustrano perfettamente la posizione del Comitato per Campiglia ad approvazione avvenuta del Piano. Infatti è inutile nascondersi che sono state introdotte rozze e pericolose correzioni volute da alcuni politici eletti che si sono rivelati difensori e portavoce non tanto di esigenze del mondo del lavoro, ma dell’interesse privato di alcuni gruppi economici non certo identificabili nel mondo dell’agricoltura di qualità, o in quello degli artigiani del patrimonio lapideo, o infine in quello degli imprenditori di un turismo non massificato.
L’approvazione del Piano servirà a ben poco se non verranno attivati immediatamente gli strumenti già previsti, quali l’Osservatorio regionale del paesaggio, in grado di fare del Piano uno strumento in grado di fotografare e rappresentare in tempo reale lo sviluppo del territorio e “a mantenere alta l’attenzione intorno all’interpretazione che quotidianamente, nei giorni e negli anni a venire, sarà data del piano stesso e dei suoi contenuti”.(A. Marson).
Ma altre azioni prettamente politiche e partitiche dimostreranno se c’é l’intenzione di portare avanti quanto approvato o se si spera in ritardi attuativi, modifiche surrettizie e boicottaggi vari che vanifichino tutto quanto rimane del Piano Paesaggistico. Se infatti, con le prossime elezioni regionali le formazioni politiche che fino ad oggi hanno governato la Toscana riproporranno, in posizioni di rappresentanza o di ruolo pubblico, i personaggi che hanno difeso a spada tratta, mettendoci la faccia, un modello di sviluppo basato sulla difesa “dei grandi interessi finanziari, travestiti da interessi per lo sviluppo” (A. Marson), avremo ben poco da sperare da questa approvazione.
Siamo giunti infatti al punto che se l’opera di demolizione di un lavoro illustrato e condiviso dai cittadini e dalle stesse istituzioni (Giunta, Consiglio, Commissioni, Sindaci, associazioni ecc.) in ogni sua tappa non è completamente riuscita, è solo grazie all’opposizione da parte del Ministero dei Beni Culturali a stravolgimenti radicali.
Questo sta a dimostrare, se ce ne fosse ancora bisogno, che l’autonomia degli Enti locali, invece di essere uno strumento di partecipazione e di conoscenza e difesa del patrimonio paesaggistico, sociale, culturale, lavorativo delle comunità, può diventare uno strumento perverso di difesa di interessi economici privati, a meno che non vengano definite e gestite correttamente le competenze e i poteri dei vari livelli istituzionali : Stato, Regioni, Provincie (?), Comuni.
Comitato per Campiglia
Alberto Primi