LUCCHINI/CEVITAL: «VERTENZA LONTANA DAL DIRSI CONCLUSA»
Piombino (LI) – La vicenda della ex Lucchini si sta avviando alla fasi finali. Nonostante l’impegno generico di Cevital di riassorbire tutto il personale, la vertenza è ben lontana dal dirsi conclusa felicemente.Riportiamo i 7 punti in dettaglio per cui ancora ci sono questioni aperte, firmati da 30 dipendenti della Lucchini e dell’indotto.
I motivi di questo giudizio, espresso dai 30 firmatari, sono i seguenti:
- 1. Occorre innanzi tutto che il piano industriale (che pare sarà presentato nella prossima settimana) sia reso immediatamente pubblico in modo integrale. Solo così i lavoratori avranno gli strumenti per esprimere un giudizio con cognizione di causa. Non potrà essere tollerato nessun segreto di Stato come è avvenuto per il preliminare di acquisto . Occorrerà un tempo sufficiente per fare esaminare il suddetto piano ai lavoratori e ai cittadini senza chiudere l’approfondimento in pochissimi giorni, come si paventa. I rappresentanti sindacali, al momento della presentazione del piano, non dovranno esprimere nessun giudizio che dovrà essere formulato solo dopo la consultazione dei lavoratori convocati in assemblea unica.
- I lavoratori dell’indotto dovranno avere la stessa possibilità dei dipendenti Lucchini di partecipare alle assemblee e di contare nelle decisioni finali.
- Il Sindaco di Piombino dovrà, prima di esprimere qualsiasi giudizio sul piano, ottemperare all’impegno assunto nell’assemblea del Perticale relativo alla convocazione, in seduta aperta e congiunta, dei consigli comunali della Val di Cornia.
- Insieme con il piano industriale l’accordo dovrà esplicitare in modo chiaro e verificabile il cronoprogramma con il quale i lavoratori rientreranno in fabbrica, con scadenze precise degli investimenti, quantità delle risorse impegnate e date certe per il rientro in fabbrica. Per esempio, il primo forno elettrico si costruisce entro questo periodo, le risorse impegnate sono le seguenti, i lavoratori che tornano in fabbrica sono tot.. lo stesso deve valere per i lavoratori dell’indotto.
- Non si potranno accettare soluzioni che prevedono (come sembra di capire) circa 800/1000 lavoratori subito in fabbrica, altri 1200 in cassa integrazione per anni e quelli dell’indotto senza nessuna sistemazione certa. Così facendo si dividerebbero i lavoratori, costruendo situazioni molto diverse tra gli uni e gli altri, conducendo alla disperazione migliaia di famiglie . A questo scopo va allargato molto di più il numero di coloro che potranno godere dei contratti di solidarietà.
- La promessa della riassunzione di tutti non può andare a discapito delle condizioni salariali che derivano dagli accordi aziendali precedenti. Quei diritti vanno difesi nella loro interezza perché solo con essi si ottengono delle buste paga che permettono ai lavoratori almeno di sopravvivere.
- Cevital dopo l’acquisto, deve garantire la continuità produttiva ed impegnarsi ad occupare la totalità dei lavoratori per un periodo ben superiore ai due anni. Se non verrà ampliata questa scadenza, i lavoratori, anche se saranno assunti formalmente a tempo indeterminato, nei fatti saranno tutti precari.
Paolo Luppoli Lucchini Servizi
Daniele Lugli Lucchini Servizi
Maurizio Rossi Arcelor Mittal
Massimo Matteuzzi Lucchini Servizi
Paolo Francini Lucchini
Fabio Venturi Lucchini Servizi
Riccardo Serni Lucchini
Adriano Carli Lucchini
Sandro Massai Lucchini Servizi
Maurizio Cerboneschi Lucchini Servizi
Barbara Gurieri Acli Labor
Debora Gurieri Acli Labor
Laura Mazzola Acli Labor
Patrizia Vitiello Acli Labor
Lucia Gargiulo Elior
Cristina Ciompi Elior
Gloria Lonzi Elior
Cristina Moratto Elior
Paola Turini Elior
Teona Donosa Acli Labor
Daniele Giorgerini Deca
Roberto Squarci Lucchini
Sofia Cieslelczyk Acli Labor
Giovanni Bottausci Lucchini
Adriano Carli Lucchini
Roberta Borselli Cooplat
Valter Mazzei Lucchini
Sandro Massai Lucchini Servizi
Iuri Giubilato Harsco Metal