VIAREGGIO: NASCE IL PRIMO CIRCOLO “LABDEM” DELLA TOSCANA
Viareggio (LU) – Lunedì 25 maggio è stato inaugurato il primo circolo toscano di “Labdem” il Laboratorio Democratico nato a seguito della candidatura di Gianni Pittella in occasione dell’ultimo congresso del PD.
Presenti all’inaugurazione l’Onorevole Salvo Andò, Presidente Nazionale di LabDem, il deputato Mino Carriero, segretario generale di LabDem, la Senatrice Manuela Granaiola e la responsabile regionale per lo Sviluppo sostenibile di LabDem Paola Gifuni.
Nell’occasione era presente anche il candidato sindaco, ed ex sindaco di Capannori Giorgio del Ghingaro, che ha ricevuto la tessera onoraria del Circolo, famoso, non solo in Toscana, per le sue strategie “Rifiuti zero” che hanno reso il comune da lui ammministrato dal 2004 al 2014 uno dei più virtuosi d’Italia.
_________________________
Perché nasce Laboratorio Democratico (tratto dal sito ufficiale):
L’idea di creare LabDem, Laboratorio Democratico, nasce insieme alla candidatura di Gianni Pittella alla segreteria del Pd, in occasione dell’ultimo Congresso. Pittella spiegò, girando per l‘Italia in lungo e largo, il senso della sua candidatura, impegnandosi a sviluppare un’iniziativa politica, dopo il Congresso, che consentisse di realizzare i punti più significativi del suo programma, parlando non solo a chi dentro il Partito democratico già c’era, ma anche a personalità ed ambienti che, pur non essendo organici ad esso, erano interessati alla sua affermazione come grande partito dei riformisti italiani.
Il programma della mozione Pittella indicava in questo senso alcuni punti fermi, che poi costituiranno le condizioni poste per sostenere Renzi.
Si possono così sintetizzare:
a) Il rilancio del Pd passa attraverso una sua precisa collocazione nel contesto delle famiglie politiche europee. Vanno superate le residue suggestioni di terze vie o di soluzioni anomale giustificate dalla diversa provenienza politica dei fondatori del partito democratico. Occorre che il Pd scelga in modo esplicito il partito del socialismo europeo .
b) E’ necessario affrontare in modo nuovo la questione meridionale superando le vecchie impostazioni rivendicazioniste. Il Mezzogiorno deve essere messo nelle condizioni di contribuire alla crescita del Paese, valorizzando le grandi risorse di cui dispone – anzitutto le “eccellenze” ignorate – e facendo di esso un attore, non secondario, dei processi di sviluppo che riguardano il bacino meridionale del Mediterraneo. Si registrano, infatti, in quest’area cambiamenti epocali che creano instabilità politica, ma anche opportunità significative per una positiva evoluzione, secondo i ritmi possibili e nel rispetto delle identità locali, delle transizioni democratiche.
c) Negli ultimi due decenni l’Italia è parsa sempre meno coesa. E la disparità territoriale costituisce un freno alla crescita del Paese, oltre ad impedire che i diritti di cittadinanza vengano garantiti nella stessa misura a tutti i cittadini, in qualunque territorio essi vivano. Occorre superare gli ostacoli vecchi e nuovi che non consentono la piena attuazione del principio di eguaglianza. Non c’è ingiustizia più grande – come ammoniva don Milani – che fare parti uguali tra diseguali. Le politiche del rigore non possono violare questo vincolo morale oltre che giuridico, per esempio rimodulando la spesa sociale attraverso tagli lineari.
d) L’obiettivo della coesione sociale non può non vincolare anche le scelte compiute dall’Ue. Il processo di integrazione ha avuto sin dall’inizio come fine fondamentale quello di garantire la pace in Europa non solo prevenendo le guerre, bensì favorendo lo sviluppo in misura tale da migliorare le condizioni di vita dei cittadini europei. Un’Unione percepita come presidio di un’Europa matrigna non può che suscitare sentimenti di disincanto o di vera ostilità nell’opinione pubblica. Occorre riorientare l’Ue per agevolare la crescita. Si tratta di rendere sopportabili le politiche del rigore (non sempre rispettose di quanto sta scritto nei Trattati), coniugando rigore e ragionevolezza.
e) Bisogna ri-orientare l’Ue nello scenario internazionale, ove essa continua ad essere percepita come una “non potenza” (che si limita a prendere atto delle politiche bilaterali che ciascun stato gestisce per proprio conto), rendendo incisivo il ruolo dell’Europa come attore globale, soprattutto nell’area mediterranea. In questa ottica, assumeranno un forte valore simbolicole scelte che essa compirà in materia di immigrazione. Occorre un’unica politica europea dell›immigrazione e dall›accoglienza, che sia in linea con principi che caratterizzano le tradizioni costituzionali europee, come quello solidarista e internazionalista, ma anche la capacità di prevenire le emergenze umanitarie attraverso politiche della cooperazione che favoriscano una crescita condivisa nei paesi delle due sponde del Mediterraneo, sulla base di una visione “bicontinentale” dello sviluppo. Tale compito non può essere delegato ai singoli stati membri.
Sono questi gli obbiettivi per il cui conseguimento lavora LabDem, che sta crescendo in tutte le regioni, non solo nel Sud. Alcuni di essi sono stati già raggiunti, altri sono presenti nell’agenda del Governo, altri ancora saranno perseguiti con maggiore forza adesso, grazie all’azione che Gianni Pittella sta svolgendo come presidente del Gruppo dei socialisti e democratici al Parlamento europeo. LabDem ritiene indifferibili le riforme attraverso le quali va ripensato lo Stato per garantire sul serio i diritti.
A tal fine è importante sostenere gli sforzi che tendono a dare al Pd l’amalgama riformista, una volta che si è scelta la casa del socialismo europeo. Le nuove regole di cui si sta discutendo richiedono attori politici profondamente rinnovati. Occorre rivedere soprattutto la forma partito. Il Pd, oggi ancora troppo obeso e costoso, non può prescindere da un puntuale rispetto al proprio interno del principio democratico. Ciò richiede che il ” partito nuovo” che si va creando al centro si possa realizzare anche in periferia, in tutte le regioni, evitando il rischio che vi sia pace nella città e guerra nelle campagne.
LabDem non è una corrente, né costituisce una posizione estranea al Pd, che può essere ghettizzata. E’ una struttura che si pone al servizio del partito, che vuole offrire luoghi di discussione a coloro i quali votano per il Pd, ma anche a chi vota per altri partiti del centrosinistra e vuole farsi un’idea delle ragioni che stanno alla base delle scelte che il Pd compie.
LabDem è impegnato, infine, a svolgere un›importante opera di formazione rivolta soprattutto al mondo giovanile, e non tanto per formare dirigenti di partito, bensì per consentire una migliore conoscenza delle politiche pubbliche a tanti giovani che si sentono spesso respinti dalla politica, e ciononostante, guardano ad essa con interesse, per capire meglio, dall’interno, i meccanismi della decisione politica ed il mondo dei partiti.
Riporto un’articolo della Gazzetta di Viareggio del 29-05-2015, leggere prego: omissis… (L’imprenditore) “Sgrò punta su Del Ghingaro, unico uomo della Provvidenza in grado di salvare una città in ginocchio! Ma nella lettera ha sorvolato sul fatto che la città è stata messa in ginocchio principalmente proprio da quell’area politica con cui egli continua a simpatizzare”.
“Ma si sa “l’amore è cieco” e quindi non importa se nella lettera – proseguono i pentastellati viareggini – il noto imprenditore abbia anche “dimenticato” di rammentare che DEL GHINGARO, DURANTE LE SUE FUNZIONI DI SINDACO DI CAPANNORI, È STATO CONDANNATO IN APPELLO DALLA CORTE DEI CONTI PER DANNO ERARIALE. Ma la realtà è diversa e l’amore di Sgrò per Del Ghingaro temiamo non sia del tutto disinteressato. Specie se si considera la determina numero 302 del 25/2/2014 del Comune di Capannori (che ha come oggetto “Determinazione dirigenziale di adesione all’Associazione Ente nazionale italiano di unificazione e impegno di spesa per progetto Prassi di Riferimento Governance di un Ente Locale attraverso il coinvolgimento della Comunità”) con la quale lo Studio Sgrò percepisce un importo di 12 mila euro + IVA. Se a questo aggiungiamo poi che solo pochi giorni fa il Partito Democratico ha scelto Stefano Baccelli, attuale presidente della Provincia di Lucca, e Cecilia Carmassi ex assessore provinciale come candidati per la Regione Toscana, è lecito pensare che Viareggio possa rappresentare per Del Ghingaro un ripiego per prolungare la sua egocentrica carriera politica, senza alcun legame con la città, anzi con molti, forse troppi, legami con i poteri forti di là dal monte. Invitiamo la cittadinanza a riflettere su come sovente il legame tra imprenditoria e politica non sia disinteressato come si vuol far credere. Siamo convinti che per questa città in dissesto economico e morale sia giunto il momento di essere governata da persone competenti e libere di agire esclusivamente per il bene di tutti i cittadini”.