EDITORIALE: SICUREZZA E IMMIGRAZIONE, UN PROBLEMA SOTTOVALUTATO?
L’EDITORIALE di Giuseppe Trinchini
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EDITORIALE: SICUREZZA E IMMIGRAZIONE, UN PROBLEMA SOTTOVALUTATO?
Corriere Etrusco “numero 106” del 12 giugno 2015.
Due notizie sono arrivate ieri sulla cronaca locale e nazionale: la prima è quella del sindaco di Suvereto Giuliano Parodi, che annuncia che “In questi giorni sta prendendo corpo la possibilità che 50 migranti possano essere inviati dalla prefettura a Suvereto, e che il comune è pronto ad aprire le porte e tendere la mano con tutta la solidarietà possibile, ma con le idee chiare e con un patto preciso legato alla possibilità di far svolgere a questi uomini lavori socialmente utili per la comunità”.
Dall’altra l’ennesimo fatto di cronaca a danno di un controllore, in questo caso delle ferrovie milanesi, al quale è stato amputato un braccio a colpi di machete, in quanto “colpevole” di aver chiesto a degli extracomunitari il biglietto ferroviario.
Come può testimoniare chiunque, è prassi comune che molti di questi “signori” montino senza biglietto, idem per la violenza di alcuni migranti quando viene chiesto loro di esibirlo a bordo dal controllore.
La novità sta nel fatto che adesso alcuni di questi “signori” montano sui mezzi pubblici armati di machete, arma tristemente nota per il genocidio tra Hutu e Tutsi del 1994, nel quale morirono almeno un milione di persone. Il Mechete da noi è usato principalmente in agricoltura, un arma che è in vendita a partire da 5 euro e di facile reperibilità anche nei supermercati.
Senza generalizzare quindi, ci troviamo di fronte ad un problema di sicurezza, o comunque percepito come tale dai cittadini, che riguarda tutto il territorio nazionale, proprio in una fase in cui i barconi in arrivo nei primi sei mesi di questo anno sono già in numero equivalente a quanti sono arrivati sulle nostre coste nell’intero 2014.
E allora ben venga che a queste persone venga dato l’obbligo, anche se di difficilissima realizzazione dal punto di vista giuridico, di fare lavori socialmente utili fino a quando non trovano un lavoro regolare, ricevendo magari in cambio un Pass per i mezzi pubblici, in modo da distinguere in modo netto i veri profughi, dai “furbetti” di turno di qualsiasi razza, etnia o religione essi siano, che in un albergo gratis nemmeno ci entrano, se non è munito di Wi-Fi e aria condizionata, o che avendo “bighellonato” tutto il giorno, la sera hanno anche la forza per andare in giro senza pagare, magari armati di Machete.
Giuseppe Trinchini
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Non è affatto un problema. Tanto chi si riempie la bocca di belle parole come solidarietà accoglienza, fratellanza ect ect viaggia con la scorta manda i figli a scuole private e vive in ville blindate.quindi ce ne sia in italia 1,5,o 40 milioni di questi sbandati con loro non avranno mai a che fare direttamente.