PIOMBINO: A CHI GIOVANO LE PARTECIPATE?
Piombino (LI) – Tutto quello che il Comune potrebbe fare da sé e invece delega ad altri soggetti pubblici.
Qualche giorno fa il Comune di Piombino ha dato alla società Piombino Patrimoniale, costituita nel 2006 per lo svolgimento di attività strumentali al Comune stesso, l’indirizzo di continuare a gestire il servizio della pubbliche affissioni ma di non svolgere più l’attività di materiale affissione dei manifesti pubblicitari con personale proprio ma avvalendosi di soggetti esterni. Prima il servizio era effettuato impiegando del personale a tempo determinato, adesso la società dovrà organizzare un bando di gara per l’affidamento del servizio a terzi inserendo nel bando la cosiddetta “clausola sociale”.
Dunque il Comune affida un servizio ad una sua società la quale lo affiderà ad un privato.
La domanda sorge spontanea: «Ma perché il Comune stesso non si riappropria dell’intero servizio, fa un bando e lo affida a privati?»
È un esempio delle conclusioni assurde cui porta l’uso delle società strumentali e non è l’unico, basta ricordare che la stessa società gestisce per conto del Comune i parcheggi a pagamento ma ne affida il controllo ad un soggetto privato, la COOPLAT, gestisce le transenne parapedonali ma lo fa attraverso la società CIBRA e gestisce anche attraverso un privato il campeggio di Sant’Albinia.
Che esista un macroscopico problema con le partecipate nel nostro paese è chiaro, visto che il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti, in una intervista a Il Sole 24 Ore afferma che «Vanno distinte le partecipate che hanno natura strumentale da quelle che offrono servizi di interesse economico generale. Le prime vanno ridotte in modo drastico riportando le loro funzioni all’interno della Pa oppure esternalizzandole del tutto».
Esattamente la linea opposta a quella che pare seguire il Comune di Piombino che prevede addirittura di potenziare nella Piombino Patrimoniale una funzione tipica dell’ apparato comunale e cioè la progettazione e direzione dei lavori, cioè opere pubbliche. Ma situazioni simili si trovano anche in altre partecipate (Asiu gestisce le bonifiche che sono opere pubbliche, la Parchi val di Cornia gestisce dei parcheggi comunali) per fare qualche esempio.
Con la sentenza 2291 del 2015 il Consiglio di Stato ha provveduto a definire, in un’ottica decisamente restrittiva, i confini entro i quali le Pubbliche Amministrazioni possono ricorrere all’affidamento cosidetto “in house”, sottraendosi alle gare pubbliche a tutela della concorrenza e del libero mercato.
A quest’ultimo si sono aggiunti anche i revisori del Comune di Piombino che, esprimendo il parere sulla proposta di bilancio di previsione del Comune per gli esercizi 2015/2017, ha dedicato un intero capitolo a Organismi partecipati e esternalizzazione di servizi nel quale «evidenzia che l’Ente dovrebbe definire un sistema di controlli sulle società partecipate da esercitarsi mediante apposita struttura dell’Ente che ne assume la responsabilità.[…]».
E l’Organo, approvando la proposta di bilancio di previsione 2015, lo vincola a diverse prescrizioni tra le quali il «controllo di legittimità relativamente alle risorse erogate a favore di Organismi partecipati». Ci sono elementi sufficienti per ribadire la necessità di chiarire una situazione ingarbugliata e riportare il Comune allo svolgimento delle sue funzioni di controllo sulle partecipate. Meglio senza.
Fonte: Stile Libero
Le società partecipate servono solo per dare lavoro a parenti, amici, cognati ed alle clientele elettorali.
Ci mancherebbe per entrare devi fare un concorso ma ricordiamoci che siamo il primo paese più corrotto dell Europa e dove il nepotismo imperversa dal tempo di Roma.
Si l’invenzione delle società partecipate è stata una delle più belle trovate da parte del “regime” per allargare e infittire la trama del proprio potere.
Un’altra bella trovata per succhiare il denaro dei contribuenti è la nascita di società come questa, (forse una evoluzione delle partecipate), riporto dal Giornale dell’arte.com, :
“Roma. Sta nascendo un grande gruppo privato che intende occupare uno spazio strategico nel mondo della cultura e dello spettacolo. Si chiamerà Italian Entertainment Network e sarà operativo entro giugno con programmi ambiziosi e una forte proiezione internazionale … Intende organizzare eventi e mostre anche all’estero, partecipare alla gestione di musei e luoghi d’arte, diventare il polo di investimento privato di gran lunga più importante in questi settori. Protagonista del progetto è Luigi Abete…”
Ed ecco cosa comporta questa impresa: (dal blog senese di Bastardo senza gloria): SIENA, DECLASSATA A BORGO DELLA FRANCIGENA, DELEGA USI COSTUMI E PATRIMONIO A ITALIAN ENTERTAINMENT NETWORK
Leggetevi, ne vale la pena, tutto l’articolo:
link:
http://www.bastardosenzagloria.com/noteredazionali/siena-declassata-a-borgo-della-francigena-delega-usi-costumi-e-patrimonio-a-italian-entertainment-network/
Ovvio a chi servono: Ai raccomandati!!!