CGIL TOSCANA: FUTURO CONTRADDITTORIO PER LE IMPRESE
Toscana – Crescono gli avviamenti, stabili le cessazioni, in crescita quelle del lavoro stabile, cala la cassa integrazione, cresce l’export ( di poco). Per il prossimo anno previsioni contraddittorie secondo la CGIL, tra le diverse aree della Toscana.
Firenze, 15 Luglio 2015.- Segnali di lieve ripresa dell’economia toscana, suffragati dal dato sulla cassa integrazione che, depurata dalla deroga, soggetta ai ripetuti blocchi di carattere burocratico, cala del 3,67% nei primi mesi del 2015 rispetto ai primi 5 mesi del 2014 ( 16.694.757 ore contro 17.327.000 la somma di cassa ordinaria più la straordinaria).
Gli avviamenti al lavoro mantengono il trend di crescita innescatosi già nella seconda metà del 2014 con una crescita del 6,7% nei primi 5 mesi del 2015 sul corrispettivo 2014 ( 335.473 contro 314.1849). Esponenziale la crescita del tempo indeterminato, per effetto della defiscalizzazione della legge di stabilità che, soprattutto nei primi 2 mesi dell’anno, ha fatto registrare una forte impennata. Gli avviamenti stabili passano da Gennaio a Maggio da 36.325 a 53.610 unità, facendo registrare un +47% su base annua e rappresentano oggi il 15,98% del totale contro l’11,56% del 2014.
Cresce anche il tempo determinato (+2,6%) e il lavoro interinale (+15%), calano: apprendistato, progetto, intermittente e le altre forme.
Crescono però anche le cessazioni a tempo indeterminato che erano 33.666 nel 2014 e diventano 34.522 nel 2015 (+2,54%).
Le cessazioni totali dei lavoratori contrattualizzati, escludendo cioè le forme più “spurie” di lavoro, restano sostanzialmente inalterate a 98.550 unità.
I licenziamenti collettivi ai sensi della L. 223 crescono a 2 cifre, a dimostrazione di una situazione ancora molto fragile dell’economia regionale.
L’export nel primo trimestre consolida la crescita dell’ 1,1% trascinata soprattutto dal settore tessile-abbigliamento-calzature-pelletteria ( +3,6%), mentre arretrano l’agricoltura (-3%) e la meccanica (-0,4%).
Sul credito sono confermate tutte le tendenze anche se si arresta (pare) la caduta degli impieghi, rovinosa negli ultimi 4 anni ad eccezione delle costruzioni che è il settore ancora più colpito dalla crisi e dalla contrazione del credito alle imprese.
Sulla base degli indicatori di Prometeia elaborati da IRES Toscana, la disoccupazione dovrebbe calare impercettibilmente a livello regionale dal 10,1 al 10% nel corso del 2015.
A livello provinciale si conferma una situazione molto differenziata, anche in chiave previsionale, col quadrante metropolitano centrale che vanta performance migliori del resto della regione trainato da Firenze con un’incidenza minore di disoccupati, una crescita dei consumi che dovrebbe accelerare all’1,8 % nel 2015 e un export decisamente al di sopra della media regionale.
Specularmente a Livorno si registra una previsione di crescita dei disoccupati anche del 2015, un’ulteriore caduta delle esportazioni e una sostanziale stagnazione dei consumi delle famiglie.
Su una linea di previsione di sostanziale mantenimento delle difficoltà, Lucca e Massa, sia per lo stock di disoccupazione, che per i consumi, mentre su Prato dovrebbe consolidarsi un aumento dei flussi di nuovo avviamento al lavoro che però non sarà sufficiente ad intaccare lo stock dei licenziati negli anni precedenti.
Andamento in chiaroscuro quindi anche per i prossimi trimestri in tutta la regione.
Risalire lo scalino e invertire la tendenza, secondo Fabio Giovagnoli, Presidente di IRES Toscana, si conferma molto faticoso, con andamenti intermittenti, soggetti a molte variabili esogene, che rende davvero difficile avanzare previsioni di medio periodo. Il giudizio più appropriato sembrerebbe poter essere quello di una stasi pur con segnali di risveglio dell’economia.
Per Daniele Quiriconi, responsabile delle Politiche del lavoro della Segreteria regionale della CGIL Toscana:
Preoccupa l’alto tasso di licenziamenti ancora in atto, la crescita delle cessazioni dei posti di lavoro stabile, il calo molto modesto della cassa integrazione, fatti che, una volta esaurita la bolla degli incentivi per le assunzioni a tempo indeterminato, potrebbero far volgere di nuovo la situazione del lavoro in Toscana agli anni 2013-2014. Il rischio insomma è di doversi abituare ad una disoccupazione strutturale molto alta ancora per molti anni a venire, soprattutto in presenza di investimenti ancora molto bassi.