SCUOLA: CALA IL PERSONALE, MA AUMENTANO GLI ALUNNI
TOSCANA – Il personale Ata (non docente) diminuisce in Toscana, ma gli alunni aumentano. Sugli insegnanti non c’è un vero investimento, ma una stabilizzazione parziale: servono ancora 2.035 stabilizzazioni subito. L’allarme di Rapezzi (Flc Cgil Toscana): “A settembre rischio caos. La nostra mobilitazione continuerà”.
Nelle scuole toscane, in vista della prossima annata che parte a settembre, secondo le previsioni della Legge di Stabilità ci saranno 119 posti in meno rispetto all’anno scorso sul personale Ata. Parallelamente, in Toscana gli alunni stanno aumentando: nel 2011/2012 erano 461.927, nel 2015/2016 saranno 481.769, quasi 20mila in più. Anche gli alunni disabili sono in aumento: erano 10.607 nell’anno scolastico 2012/2013, saranno 11.926 nel 2015/2016 (1.319 in più). Negli ultimi cinque anni, invece, a fronte di questi oltre 20mila alunni totali in più, il personale Ata è cresciuto di sole 10 unità (dai 12.167 del 2011/2012 ai 12.177 che saranno nel 2015/2016.
Ha commentato il 17 luglio in conferenza stampa presso la sede di Cgil Toscana a Firenze Alessandro Rapezzi (segretario generale Flc Cgil Toscana): “Sono confermati i tagli della Legge di Stabilità ma la situazione è talmente grave che il Governo, per bocca del sottosegretario Faraone, si è impegnato a rendere tutti i posti Ata in Organico di fatto. La questione resta grave perché si destabilizza il personale della scuola. Gli effetti di questi tagli portano instabilità nell’organico, facendo venire meno un requisito fondamentale: la continuità e la certezza di servizi quali assistenza, sorveglianza, pulizia, segreteria. Inoltre, così si mettono in competizione le scuole: con risorse risicate per problemi grandi, ci sarà una corsa tra le scuole a procacciarsi le risorse aggiuntive che rischia di non far emergere le vere necessità”.
Capitolo insegnanti: ancora, nonostante le promesse del Governo, non sono coperti con le stabilizzazioni tutti i posti necessari al funzionamento della scuola. Infatti (fonte Ministero) risultano in Toscana 2.406 i posti vacanti in Organico di diritto, che dovrebbero essere coperti dalle stabilizzazioni. A questi si aggiungono altri 2.035 posti in Organico di fatto, che nuovamente andranno a supplenza annuale. Ha spiegato Rapezzi: “Si deve procedere alla stabilizzazione anche di questi 2.035, visto che il Governo nella nuova legge prevede assunzioni per un non meglio precisato ‘potenziamento’ di 2.937 posti di ruolo. Prima di procedere ad aggiungere insegnamenti nuovi con personale stabile, bisogna stabilizzare questi 2.035 che sono necessari per l’ordinario funzionamento delle scuole toscane.
Il premier Renzi dice che si investe sulla scuola? Se non ci fosse stata la nuova legge, in Toscana avremmo dovuto nominare 4.441 supplenti su posto comune e 2.970 insegnati di sostegno, sempre supplenti, per un totale di 7.411 supplenti annuali che lo Stato avrebbe comunque dovuto pagare. Con la nuova legge si vanno ad assumere subito 3.484 insegnanti, che vengono stabilizzati. Mentre le rimanenti 3.291 assunzioni si effettueranno dal primo settembre 2016. Quindi comunque si dovranno nominare quasi 4mila supplenti per il 2015/2016 e le assunzioni del prossimo anno non basteranno per coprire i supplenti. Di fatto, non si stabilizza nemmeno la parte che rappresenta una spesa corrente dello Stato. Quindi l’investimento non c’è.
E, cambiando la normativa, tutto il sistema diventa più fragile e incerto. A settembre è rischio caos per l’inizio dell’anno scolastico, la mobilitazione continuerà anche sul fronte del rinnovo del contratto, ci saranno numerose iniziative sindacali di carattere unitario tese ad informare il personale della scuola sugli effetti della nuova legge e sui possibili profili di incostituzionalità del provvedimento”.
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Glossario:
– organico di diritto: sono gli insegnanti determinati al termine delle iscrizioni degli alunni. Sono il risultato di una operazione matematica: numero degli alunni diviso per il numero massimo di alunni per classe ci permette di ottenere il numero di classi che servono. Per ogni classe servono “X” ore di lezione per ciascun insegnamento: il risultato e’ il numero di insegnanti su posti interi necessari, cioè l’organico di diritto. Da questa fase restano fuori gli spezzoni orari e alcuni insegnamenti aggiuntivi. Questi posti dovrebbero essere occupati tutti da personale di ruolo, ma una quota tradizionalmente viene lasciata ai precari per gestire eventuali contrazioni del numero degli alunni evitando soprannumerari tra i docenti titolari.
– organico di fatto: dalla fase precedente restano fuori gli spezzoni orari, a cui si aggiungono necessità speciali come, sdoppiamento di classi, sezioni musicali, inglese alle elementari, attività alternative, ecc. questi posti sono normalmente coperti da personale precario, perché tutti gli anni vanno “ricontrattati”.
– organico funzionale: e’ la richiesta storica oramai del sindacato: si somma organico di diritto e organico di fatto e si arrotondano i numeri, dando alle scuole un numero certo di docenti che così potranno programmare di anno in anno la propria specifica attività progettuale. Questo organico fu sperimentato all’epoca del ministro Berlinguer, poi ci è stato rimangiato tutto dai tagli di Moratti e Gelmini. Le esigenze di contenimento della spesa non hanno più permesso di attivarlo.
– organico potenziato: e’ quello che propone il Governo nel DDL. Non si capisce cosa si potenzia, se l’organico di diritto o l’organico di fatto, o entrambi: il risultato ancora e’ incerto, con i numeri proposti a mala pena si copre l’organico di fatto. Col Potenziamento si vorrebbero introdurre insegnamenti aggiuntivi, ma non si capisce in quali orari, se in compresenza con le altre discipline o aumentando l’orario della scuola: il ddl infatti non interviene sugli ordinamenti complessivi, ma affida a ciascuna scuola la possibilità di costruirsi il proprio modello.