EX LUCCHINI: «I TEMPI SI ALLUNGANO, ULTERIORI SACRIFICI»
Piombino (LI) – I tempi si allungano per la ripartenza dello stabilimento Ex Lucchini? All’orizzonte, secondo il gruppo “Minoranza Sindacale”, ancora ulteriori sacrifici per i lavoratori e le loro famiglie. Leggiamo insieme integralmente il comunicato.
«Dai 30 ai 48 mesi – inizia il comunicato – sembrerebbe il tempo stimato per un eventuale progetto che tenga conto di investimenti e diversificazione e reindustrializzazione per l’ex stabilimento Lucchini , oggi Aferpi . Il tutto ovviamente con progetti alla mano che però ad oggi sembrerebbero non essere stati ancora pianificati e autorizzati, quindi ancora altri mesi da aggiungere in media 7/8 mesi per le autorizzazioni . Questi dati risulterebbero addirittura avallati da documenti dove si fa riferimento ai vari settori , dati che sarebbe necessario che qualcuno smentisse o in caso approfondisse.
E mentre si consuma il dramma per circa 6000 persone (se si considera che sono in CIGS più di 1000 persone e molte altre in solidarietà e che in media alla fine le persone coinvolte sono queste) , le Aziende dell’indotto stanno aspettando di conoscere se e quale sarà il proprio destino. Alcuni lo hanno già conosciuto andando ad incrementare il numero dei disoccupati . A questo va aggiunto che i più fortunati, quelli in solidarietà riceveranno retribuzioni ancora più basse, poiché la Regione Toscana ha sospeso le integrazioni al reddito, mentre coloro che sono in CIGS percepiranno, tenendo conto di massimali ai quali vanno tolte le aliquote fiscali, una retribuzione di circa 800 euro.
Questo lo scenario, tralasciando il disagio di un intero territorio che pian piano si troverà, suo malgrado, a condividere situazioni economiche che necessariamente porteranno le famiglie sempre più al risparmio ed alla rinuncia ancora per molti lunghi anni.
All’incontro al Mise i sindacati, a nostro avviso , non dovranno andarci in modo remissivo ma rivendicando che non si perda altro tempo per la realizzazione degli investimenti. Se a questa richiesta non ci sarà una risposta esaustiva occorre che il sindacato promuova da subito una mobilitazione che coinvolga l’intero territorio. Comunque se ci saranno altri dilazionamenti e ritardi, occorre che il Governo riprenda in mano la situazione e riveda il “modello Piombino”.
Abbiamo appreso dalla stampa che il sindaco ha finalmente accolto la proposta delle quattro Associazioni (Restiamo Umani ,”Ruggero Toffolutti ” contro le morti sul lavoro, Lavoro Salute Dignità e Legambiente) di un consiglio comunale aperto .
Questa volta ci attendiamo che l’impegno sia onorato e, vista la situazione, che il Consiglio Comunale sia convocato nei prossimi giorni approvando un piano di aiuto concreto per i lavoratori che sono in cassa integrazione, in mobilita o licenziati , occorono soluzioni non simboliche . Come sarebbe altrettanto necessario che fosse erogata la solidarietà rimasta in sospeso (da gennaio a giugno) e si facesse chiarezza sulla questione del TFR , che appartiene ai lavoratori – conclude l comunicato – di cui oramai da troppo tempo si parla senza trovare soluzioni concrete».
Gruppo Minoranza Sindacale
Sempre pensato anche io…
Ed adesso cosa vogliamo dire a tutti quelli che, a suo tempo, si sono sgolati affermando che i famosi diciotto mesi rappresentavano un tempo assolutamente inverosimile ?
Che ‘gufano’ ancora oggi ?
Le elezioni sono passate i cari democratici del pd hanno mantenuto la seggiola e ora esce la scomoda verità…. Mi raccomando…..votateli ancora!!
ANCHE SE TUTTO QUELLO CHE E’ STATO PROMESSO VENISSE REALIZZATO CI VORREBBERO ALMENO DIECI ANNI, CONOSCENDO COME VANNO LE COSE IN ITALIA. BASTA ILLUSIONI PER FAVORE.
RIPORTO DA ALTRO SITO WEB: “Giuliani ha parlato anche del PRRI (53,4 milioni di euro) che lo Stato eroga alla piccola e media impresa incoraggiandole ad investire sul territorio e ad assumere personale fuoriuscito dalla grande industria. Un aiuto per quelle aziende che hanno saputo diversificare la loro offerta e differenziare la produzione, allacciando anche rapporti internazionali. Incentivare la piccola impresa anche con finanziamenti a tasso zero (Low) e a fondo perduto (Grand).”
DATO CHE LA CIFRA, (53,4 MILIONI) NON MI SEMBRA TRSCURABILE OCCORRE DOMANDARSI IN CHE MODO DOVREBBERO FARE GLI INVESTIMENTI QUESTE IMPRESE: DOVREBBE ESSERE DEFINITA UN’AREA DOVE INSEDIARE QUESTE ATTIVITA’ PRODUTTIVE, REPERIRE I TERRENI, ACQUISIRLI DAI PRIVATI O DAL DEMANIO, PROGETTARNE L’EDIFICABILITA’, LE STRADE, LE OPERE DI URBANIZZAZIONE, CANALI, IMPIANTI DI DEPURAZIONE, APPROVIGIONAMENTO ENERGETICO, TIPOLOGIE DI IMPIANTI, CAPANNONI ETC ETC. NON MI SEMBRA CHE CI SIA NIENTE DI TUTTO QUESTO IN VISTA. SOLO LA PROGETTAZIONE RICHIEDE UN LAVORO DI ANNI. CHI LO DEVE FARE: L’UFFICIO TECNICO COMUNALE ? I PRIVATI ? OPPURE VERRANNO DISTRIBUITI SOLDINI A CHIUNQUE PRESENTERA’ UN QUALCHE PROGETTINO (MAGARI DITTE “AMICHE”) E POI SE LI SPENDERA’ COME E DOVE VUOLE?
SIAMO NEL REGNO DELLE FAVOLE.
Mi sono sinceramente rotta delle prese per i fondelli, dei tanti discorsi e accordi.
Intanto chi sta a casa e prende 800 euro per chissà quanto tempo e anche se cerca un altro lavoro non lo trova….ha la peggio ora.
Si fa ora discorsi sul voto e cacchi vari.
Ma votare destra sinistra o pinco pallino è la stessa cosa.
Tanto i bei discorsetti vanno finire nel fumo.
Ma se per fare una rotonda a venturina ci vorranno mesi ma figuriamoci per smantellare e bonificare e fare e sempre che si faccia i vari impianti…
Se la situazione è drammatica per noi che siamo direttamente coinvolti, lo è altrettanto per i cittadini del comprensorio al momento “fortunati”. Se i dati non verranno smentiti (e non li credo…) ci troviamo di fronte come minimo a 5-6 anni di paralisi completa, durante i quali anche per l’amministrazione non sarà possibile muovere foglia, per non trovarsi poi in conflitto con i piani Aferpi, che ci sono (sulla carta), ma che devono ancora essere definiti, particolareggiati, autorizzati.
Senza parlare dei consumi interni, ai quali per un periodo lunghissimo mancherà l’apporto dei 6000 ed oltre coinvolti.
Senza parlare infine dello stravolgimento sociale che si sta già operando nel nostro territorio e che è destinato ad aggravarsi ed a divenire irreversibile, se i tempi si allungano.
Per tutto ciò è necessario che si sviluppi attorno ai cassa integrati, ai licenziati, ai precarizzati un vasto movimento di solidarietà, perché tutti assieme avanziamo proposte per risolvere questa situazione e minimizzarne gli effetti
Dubito che un’amministrazione “Nel solco della continuità” possa riuscire a creare un cambiamento che mitighi la crisi in atto…