TOSCANA: REFERENDUM PER ABROGARE LA NUOVA LEGGE SULLA SANITA’
Toscana – Recentemente è stato presentato da tutte le forze di minoranza (in data 31 Luglio 2015, il Collegio di Garanzia del Consiglio Regionale della Toscana ne ha deliberato l’ammissibilità) in consiglio regionale una proposta di referendum per abrogare la riforma sanitaria di Enrico Rossi (Legge Regionale 25/15).
Tale legge sta creando un certo malcontento sia nel personale medico che negli assistiti (vi riporteremo nei prossimi giorni un caso limite che ci è stato recentemente segnalato). Le firme per permettere ai toscani di esprimersi liberamente su questa riforma, oltre che nei banchetti che saranno organizzati per le strade, possono essere raccolte anche in tutti i comuni.
Chi va a firmare non firma a favore o contro la legge, ma solo per far sì che sia fatto un referendum in Toscana sulla sanità, obbligando in questo modo i politici ad affrontare seriamente questo argomento, perché di fatto questa è l’ultima occasione per avere un dibattito vero su questa importante riforma sanitaria.
Come noto la Regione Toscana ha deciso con la Legge 28/15, tra altre cose, anche quanto segue:
- le ASL si riducono da 12 a 3 corrispondente una ad ogni Area Vasta;
- restano inalterate le Aziende Ospedaliere Universitarie di Firenze, di Pisa, di Siena oltre il Meyer e la Fondazione Monasterio di Pisa;
- la riunione delle 3 nuove ASL avrà decorrenza dal 1° Gennaio 2016, ma già dal mese di Luglio 2015 sono stati sostituiti i direttori delle vecchie ASL con i commissari.
Quali sono le motivazioni per questo referendum da parte dei promotori:
La riforma del servizio sanitario toscano, introdotta dalla L.R. 28/2015, è stata il scritta senza un dibattito approfondito con una vasta consultazione, come era sempre avvenuto in precedenza per riforme del genere e senza il necessario coinvolgimento dei Comuni, delle comunità locali e degli operatori sanitari. Basti esaminare gli Atti della allora IV Commissione Regionale, per constatare quanto detto.
L’idea fondante della riforma è che riducendo il numero delle ASL e concentrando in poche mani i livelli di programmazione, direzione e gestione si ottengano risparmi economici, miglioramenti dell’efficienza e della qualità dei servizi. Questa idea non trova riscontro nella realtà perché le esperienze nazionali e internazionali dimostrano che – nove volte su dieci – le macrofusioni organizzative in sanità producono l’effetto contrario: fanno aumentare i costi e riducono l’efficienza e la qualità dei servizi.
Contro questa legge si sono mobilitati tantissimi cittadini – anche riuniti in Comitati – e tantissimi operatori sanitari, convinti che:
- la salute è un diritto riconosciuto dalla Costituzione;
- il servizio sanitario pubblico va tutelato e adeguatamente finanziato per garantire a tutti l’accesso a un’assistenza sanitaria di qualità;
- la sostenibilità del servizio sanitario nazionale non si ottiene con tagli lineari e con il ricorso al settore privato, ma da efficaci politiche sanitarie basate sulla prevenzione, il rafforzamento dei servizi territoriali, l’integrazione socio-sanitaria e la lotta agli sprechi.
Di fatto se saranno raccolte le firme sufficienti si avvierà nella nostra regione una campagna volta a discutere di come viene gestita la salute dei toscani con la nuova legge. Un argomento che crediamo interessi tutti noi.