PIOMBINO: «LA LUCCHINI E’ STATA VENDUTA AL PREZZO DI UNA VILLA»
OGGIORNAMENTO 2:
Rossi su reindustrializzazione Piombino: “E’ il momento di avere certezze sui tempi”
FIRENZE – Per il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, è arrivato il momento di avere certezze sui tempi della reindustrializzazione di Piombino. E’ con questa richiesta che si presenterà giovedì a Roma al Ministero dello sviluppo economico dove è previsto un doppio incontro sul futuro della della città e sull’accordo per il suo sviluppo, alla presenza di rappresentanti di Cevital, del Governo e delle organizzazioni sindacali.
“Pur apprezzando il lavoro che Cevital sta facendo, l’attenzione che mostra verso la città e anche la sua disponibilità al dialogo, credo siano maturi i tempi perchè ci venga presentato un cronoprogramma relativo allo smantellamento dell’altoforno e alla realizzazione degli investimenti previsti nell’area. Al governo chiederò invece una risposta circa la promessa, formulata in sede di stesura dell’Accordo di programma, di concedere sia a Cevital che ad Acelormittal / Magona e in tutto il comparto piombinese agevolazioni che permettano di ottenere un contenimento dei costi energetici”.
Questo l’annuncio del presidente Rossi al termine del colloquio che ha avuto nel suo ufficio con i rappresentanti di Fiom- Fim e Uilm, che gli avevano chiesto un incontro in vista dell’appuntamento romano di metà settimana.
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Piombino (LI) – Oggi consiglio comunale straordinario sul futuro del territorio, evento che può essere seguito a questo indirizzo http://streaming.comune.piombino.li.it/ (il sito è un po’ vecchio e quindi a questo indirizzo trovate un piccolo vademecum per farlo funzionare con Firefox nel caso manchino alcuni driver nel vostro Computer).
La notizia vera, dopo che qualche tempo fa annunciammo che Cevital aveva dato una caparra simbolica dopo la firma davanti al governo e a Renzi, è la cifra di acquisto ufficiale dello stabilimento, acquistato alla cifra simbolica di 5.849.493, 15 euro (cinque milioni e ottocento mila euro) compresi tutti gli impianti, i palazzi, gli attracchi, le aree retro portuali ed i mezzi stradali e cingolati. Come dice nel suo intervento (che pubblicheremo a breve integralmente) il consigliere di opposizione di Rifondazione Comunista Fabrizio Callaioli “al prezzo di una villa vista mare”.
E’ stata comunicata anche un’altra novità, e cioè che l’agro indutriale non è la produzione di succhi o l’imbottigliamento dei pelati, ma bensi la produzione industriale di “bioetanolo” e “biodiesel”.
Grande preoccupazione quindi da parte delle opposizioni, mentre ancora aperture verso Cevital, che però non era presente con nessun addetto benchè invitati, da parte della maggioranza, con il sindaco Giuliani che ha snocciolato la solita “ballata dei milioni”, indicando però in questo caso anche le azioni che sono partite o sono in fase di partenza.
Aggiorneremo questo articolo durante la giornata con i video e gli interventi delle varie forze politiche.
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INTERVENTO DI MINORANZA SINDACALE – CAMPING CIG
Pubblichiamo il testo dell’ intervento fatto dal Sig. Claudio Gentili, rappresentante del gruppo di minoranza sindacale ed altri lavoratori e lavoratrici camping CIG, nel consiglio comunale aperto di questa mattina .
Signor Sindaco, Signori Consiglieri,
Vogliamo presentare la testimonianza di due lavoratori che fanno parte del gruppo di “minoranza sindacale ed altri lavoratori e lavoratrici camping CIG”. Gruppo di lavoratori che ha sempre avuto, voluto e dimostrato un atteggiamento attivo e critico nei confronti di una vicenda che li riguarda direttamente.
Sono un lavoratore in cassa integrazione, monoreddito. Intervengo in rappresentanza di molti lavoratori nelle mie stesse condizioni.
La nostra situazione di cassintegrati è drammatica, siamo passati da una condizione dignitosa e serena, a ritrovarci con una retribuzione dimezzata, senza nessuna certezza per il futuro nostro e delle nostre famiglie.
Attualmente percepiamo circa 800 euro al mese.
Con tale somma una famiglia monoreddito con a carico figli piccoli, in età scolare, all’università o già grandi ma purtroppo disoccupati anch’essi non può sopravvivere.
Non può pagare le tasse comunali, provinciali, regionali, IRPEF, tasi e tari (che non tengono conto della progressività del reddito) le salatissime bollette di acqua, luce e riscaldamento, per non parlare poi di chi ha anche un affitto mensile, un mutuo, un prestito. E poi deve anche mangiare.
Io mi faccio portavoce della richiesta a chi ci rappresenta, di adottare misure per alleviare gli immani sacrifici delle famiglie. Senza fare dell’assistenzialismo, che sarebbe lesivo della nostra dignità di lavoratori.
Al Consiglio Comunale, alla Giunta, al Sindaco chiediamo di attivarsi con urgenza e con ogni mezzo, presso il Ministero dell’ambiente affinché non siano i lavoratori a pagare per i disastri ambientali; quindi far autorizzare il Commissario Governativo della Ex lucchini e Ex Lucchini Servizi ad erogare ai lavoratori in CIG, il TFR e le altre spettanze.
Vi chiediamo inoltre di attivarvi per individuare soluzioni di supplementi salariali ai lavoratori in CIG con famiglie in difficoltà.
Io sono un operaio dell’indotto ex Lucchini. Nel 2013 e nel 2014 sono stato in CIG a 800 Euro. In quei giorni abbiamo sentito un silenzio assordante, nessuno ha voluto capire la gravità di quanto stava succedendo.
Oggi sono licenziato. Forse usufruirò di una disoccupazione da fame per 2 anni. Poi più nulla.
Ho 64 anni, e non ce li vedo decine di imprenditori che fanno la fila per assumermi in virtù del Job Act.
E non potrò neanche andare in pensione.
Quello che ho detto non vuole suscitare pietà. È semplicemente la condizione, più o meno simile, in cui si trovano centinaia e centinaia di lavoratori. E con loro le famiglie.
Per quelli come me, per i cassintegrati, per gli artigiani ed i professionisti che hanno perso la loro principale se non unica fonte di reddito, a nome di tutti loro chiedo a sindacati ed istituzione locale che vengano prese misure concrete di sostegno al reddito. Non nei termini di una assistenza individuale, ma attraverso una politica concreta di occupazione temporanea attraverso il meccanismo dei lavori socialmente utili.
Non mi dite che non ci sono i soldi. Se la Presidenza del Consiglio li trova per andare a vedere una partita di tennis, allora si DEVONO trovare per sostenere le migliaia di famiglie in sofferenza nel nostro territorio.
Ho parlato di occupazione temporanea. Nell’immediato. Per sopravvivere.
Ma il vero problema è lo sviluppo del territorio.
Io non credo più alle promesse di un padrone che compare all’ultimo minuto, spara promesse rocambolesche, non presenta uno straccio di piano degno di questo nome, cambia idea (vedi altoforno sì, altoforno no), non ha ancora fatto nulla e oggi scopriamo che rischia pure la galera, come riportato dalla stampa, se venissero confermate le accuse di aver truffato il suo paese; ma anche a volergli dare fiducia i tempi di realizzazione si allungano di molto, per sua stessa ammissione.
E non crediamo neanche a promesse che poi spariscono nel nulla.
Dalla strada per il porto allo smantellamento delle navi militari, passando per Città Futura, il Corex ed il Minimille, la Concordia solo per citare le più significative, quelle su cui si sono fondate intere carriere politiche.
Ed ora l’ultima: il modello Piombino.
I lavoratori sono stati spinti ad approvare tagli consistenti della retribuzione e rinuncia di diritti acquisiti in oltre trenta anni di lotte.
Tutto questo con la promessa che entro 18 mesi saremmo tornati a produrre acciaio e saremmo rientrati nella peggiore delle ipotesi entro il mese di novembre 2016.
Ma, come è sotto gli occhi di tutti coloro che vogliono vedere, anche queste promesse si rivelano ogni giorno di più aria fritta
Allora il problema diventa che non ci sarà sviluppo nel nostro territorio fino a quando Cevital non avrà almeno messo dei punti fermi e non avrà iniziato alcune realizzazioni. Solo allora chi intende investire potrà farlo, contando sulle sinergie che potrà avere con il polo fondamentale. Altrimenti sono chiacchiere.
Sindacati e istituzioni locali si facciano interpreti di questa realtà e non si contentino più di fumose promesse, inchiodino cevital alle sue responsabilità, obblighino il governo a farsene carico e a rivedere le sue posizioni.
Signor sindaco
Lei è oggi il rappresentante di una città essenzialmente operaia. Che nella sua molteplicità sociale è comunque largamente dipendente dalla classe dei lavoratori.
Una città che non si mai fatta mettere i piedi sul collo, che ha reagito, ha lottato con enorme dignità, con orgoglio.
Una città medaglia d’oro della Resistenza.
Si faccia interprete di questo orgoglio, non si faccia rispondere con un no o con dei cavilli, chiami la città alla mobilitazione fino ad ottenere ciò di cui noi ed il territorio tutto abbiamo bisogno.
Vi ringrazio per l’attenzione.
Claudio Gentili
Minoranza Sindacale – Camping CIG
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INTERVENTO DEL SINDACO DI PIOMBINO MASSIMO GIULIANI IN APERTURA DEL CONSIGLIO COMUNALE STRAORDINARIO
Il sindaco Giuliani ha aperto il suo intervento ringraziando per la sua testimonianza un lavoratore in rappresentanza di un gruppo legato anche a minoranza sindacale.
Il primo cittadino ha spiegato lo stato dell’arte della reindustrializzazione nell’area Piombinese. “E’ utile – ha proseguito – mettere a conoscenza il territorio dei molteplici aspetti sociali, economici e produttivi, tenendo conto che la nostra è una crisi complessa” esaminando l’Accordo ex articolo 252 bis e il Progetto di riqualificazione e reindustrializzazione che hanno come cornice l’Accordo di programma sottoscritto il 24 aprile 2014.
Le varie azioni in corso sull’Adp sono state alla base della prima parte dell’intervento del sindaco, integrato dalle informazioni fornite da Aferpi da colloqui con lo stesso primo cittadino.
Il sindaco ha spiegato come per le azioni sulla riqualificazione del personale interessato dalla crisi industriale dell’area “sono stati svolti da parte di Lucchini in Amministrazione straordinaria e Aferpi dei corsi di formazione che hanno coinvolto circa 200 lavoratori”.
La Regione Toscana ha attivato la cabina di regia territoriale a cui partecipano anche le associazioni di categoria dei lavoratori e nella quale vengono affrontate le singole problematiche attinenti ai temi del reimpiego dei lavoratori e della formazione e delle aziende dell’indotto.
Su Aferpi il primo cittadino ha riferito che l’azienda ha creato un team bilaterale formato da tecnici e responsabili di reparto e rappresentanti dei lavoratori sulla sicurezza che stanno analizzando lo status quo delle diverse aree sullo specifico tema della sicurezza sul posto di lavoro.
“In merito ai treni di laminazione – ha proseguito Giuliani – nel trimestre luglio settembre c’è stato un importante incremento dei volumi di laminatoio sugli impianti di produzione rotaie e vergella” mentre al momento il treno Barre, dedicato ai mercati più di nicchia, ha sofferto maggiormente.
Riguardo allo smantellamento dell’area a caldo Giuliani ha sottolineato che da parte di Aferpi sono stati sentiti 10 gruppi nazionali e internazionali, un lavoro , sempre a detta di fonti aziendali, articolato con i più affidabili fornitori di impianti tecnologicamente avanzati presenti sul mercato. L’attesa è quindi di una decisione a breve termine e al contempo si attendono novità importanti in merito all’acciaieria elettrica nel prossimo incontro al Ministero dello sviluppo economico previsto l’ 8 ottobre.
Giuliani ha poi sottolineato l’opera che stanno svolgendo Comune, Regione e Ministero, nell’ambito del PRRI, in merito alle risorse destinate alla diversificazione produttiva dell’area di Piombino.
In questo senso, oltre ad essere attiva una newsletter “PiombinOpportunità” inviata a soggetti economici locali e nazionali, è fissato per il prossimo 26 ottobre un evento istituzionale con l’obiettivo di comunicare al territorio l’avvio dell’intervento di riqualificazione e workshop tecnici per informare i potenziali imprenditori circa le opportunità esistenti nell’area di riferimento per le azioni connesse alla legge 181/1989.
Il sindaco, ha inoltre evidenziato le diverse azioni intraprese sul bilancio, per oltre un milione di euro, a sostegno delle famiglie, tra le quali le misure di contrasto all’emergenza abitativa oltre all’azione di proposta ad Asa che ha portato a costituire un fondo sociale assegnato ai cittadini meno abbienti per il pagamento delle bollette del servizio idrico e l’accoglimento delle domande di 23 famiglie del territorio.
Giuliani ha ricordato l’opera dell’Amministrazione nei confronti delle banche del territorio per sollecitare, tra le altre, misure di sospensione del pagamento delle rate dei mutui per cassaintegrati e disoccupati.
Infine ha ricordato l’impegno costante e quotidiano da parte dell’ente dell’attivazione delle sinergie con Regione, Prefettura e Ministero, finalizzate alla risoluzione dei problemi socio-economici dell’indotto siderurgico e di tante realtà delle pmi locali.
Massimo Giuliani
Sindaco di Piombino
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INTERVENTO SVOLTO DA ADRIANO BRUSCHI E PAOLO GIANARDI, PORTAVOCE DELLE 4 ASSOCIAZIONI, NEL CORSO DEL CONSIGLIO COMUNALE APERTO IN CORSO DI SVOLGIMENTO A PIOMBINO, OGGI, 5 OTTOBRE 2015
Nel rispetto del ruolo istituzionale del Consiglio comunale di Piombino, le Associazioni Restiamo Umani, Associazione Ruggero Toffolutti contro le morti sul lavoro, Lavoro Salute Dignità, Legambiente propongono al Consiglio medesimo di assumere per una discussione e approvazione, nell’autonomia dei tempi del consiglio, il documento seguente:
Il Consiglio comunale di Piombino Premesso che
Con l’acquisizione dello stabilimento da parte di Cevital-Aferpi, non è superata la necessità di una politica industriale: come fanno altri paesi europei, lo Stato deve comunque dotarsi di strumenti, per governare i territori indirizzando e controllando l’operato delle aziende private e l’evoluzione dell’economia. Purtroppo, siamo partiti con grandi enunciazioni sulla necessità di una politica industriale del governo, con un tavolo nazionale della siderurgia; e si è finiti alla competizione fra aziende dello stesso settore o, peggio, fra territori, senza un progetto comune, Brescia e Piombino contrapposte.
Abbiamo assistito a suo tempo al declino del deludente modello di partecipazioni statali, vigente fino alla privatizzazione a vantaggio del gruppo Lucchini; poi, il subentro e il successivo fallimento e abbandono da parte di Severstal. Oggi, se vogliamo che la produzione di acciaio a Piombino riprenda e abbia una prospettiva credibile e duratura, occorre che se ne creino le condizioni. Una volta Piero Nardi ha affermato: “Una fabbrica può funzionare solo all’interno di una strategia almeno nazionale se non europea, con sinergie con altre aziende della filiera produttiva, con i fornitori delle materie prime, con gli utilizzatori dei prodotti, con i fornitori dei servizi collegati, con altre aziende siderurgiche. Ormai le aziende scollegate da tutto il resto non possono sopravvivere. Occorre produrre con delle strategie basate su una conoscenza raffinata e globale”.
Se i problemi continuano ad essere affrontati separatamente – Piombino, Taranto, Terni, Brescia… , le centinaia di piccole e medie aziende, le varie catene dei trasformatori, dei fornitori di servizi -, tutti questi modelli diversi rischiano di fallire, modello Piombino incluso.
Il piano presentato da Cevital brilla per l’incompletezza di tutte le componenti necessarie a valutarlo, è una semplice carta d’intenti. Mancano studi di mercato, prezzi, costi, prospettive negli anni a venire, management, eventuali accordi con aziende utilizzatrici, di servizi e di commercializzazione. Non è stato presentato neppure un brogliaccio in cui si definisca il collocamento degli impianti, le necessità logistiche, il vero fabbisogno delle aree.
A proposito delle materie prime, dopo tante chiacchiere sull’innovativo preridotto, nel cosiddetto piano industriale non c’è scritto nulla sull’ipotesi di produrlo realmente, in Algeria o altrove,
Efficientamento significa miglioramento dell’efficienza. Il miglioramento produttivo si ottiene migliorando la professionalità delle persone, attraverso l’esperienza lavorativa, eventuali corsi specifici. Sicuramente lo si consegue nel saper svolgere bene una mansione, anziché tante mansioni alla meno peggio. Quindi, l’efficientamento non si crea con la riduzione del personale (far fare a persone più mansioni contemporaneamente), ma creando più professionalità nello svolgimento delle mansioni stesse. E, soprattutto, non essere sotto organico rende l’ambiente lavorativo molto più sicuro e sulla sicurezza bisogna non abbassare mai la guardia. Mai e poi mai si dovrebbero mettere i lavoratori in una situazione di non sicurezza lavorativa; e tutto ciò – è matematico – non si ottiene con riduzione del personale e abbassamento dei costi.
IMPEGNA IL SINDACO E LA GIUNTA a sostenere in tutte le sedi i seguenti impegni e a perseguire i seguenti obbiettivi:
– Una politica industriale convinta e convincente da parte del Governo per fare in modo che si leghino le varie parti della siderurgia italiana, almeno le filiere dei vari settori, con accordi societari in cui si individuino degli interessi comuni che fanno crescere tutto il comparto. Per questo necessita il finanziamento di interventi volti a strutturare sul territorio italiano relazioni di cooperazione fra imprese: relazioni finalizzate a innalzare la produttività e la competitività dei sistemi industriali; per esempio, reti di impresa che ricostruiscono le filiere produttive, dalla materia prima, alla commercializzazione e servizi collegati, con investimenti comuni in ricerca e innovazione; sul mercato delle materie prime, l’energia, i servizi agli utilizzatori, sicurezza della qualità e continuità produttiva, allargamento dei mercati.
– Urgentemente, un vero e dettagliato piano industriale da parte di Aferpi, Agroindustria e Azienda di logistica portuale Cevilog
– Un rigoroso controllo pubblico sull’ambiente e la salute di lavoratori e popolazione, al fine di evitare che si riproducano disastri come a Taranto.
– Istituire un protocollo tra Azienda, Consorzio delle imprese che interverranno, istituzioni (Regione, Comune, Asl, Arpat, Ispettorato del lavoro, Inail ), Rls, sindacati e un/a delegato/a delle 4 associazioni, per il monitoraggio costante dei lavori di bonifica ambientale e di attivazione dei tre blocchi economici annunciati nel piano Cevital (acciaio, agroindustria e porto). Nel protocollo si dovrà stabilire la periodicità dei controlli e la diffusione pubblica dei loro risultati. Una specifica azione di vigilanza dovrà riguardare i tentativi di camuffamento di eventuali infortuni con la malattia. Tali manovre, da qualche anno e soprattutto nell’ultimo periodo, hanno consentito di nascondere numerosi casi di infortunio, allo scopo di esibire una facciata aziendale più pulita e risparmiare sulla polizza Inail.
Del settore agroindustriale Cevital non si sa praticamente niente, il piano industriale non dice quali impianti saranno costruiti a Piombino; solo nelle relazioni del Commissario Nardi leggiamo di un’ipotesi di industria della distillazione di prodotti vegetali per produrre biodiesel e bioalcool, certamente un’industria impattante sul territorio e con scarse prospettive occupazionali. Allora occorre approfondire anche questo aspetto affinché non passi ancora una volta in secondo piano l’indispensabile riconversione ecologica della nostra industria, accompagnata dalle bonifiche , a salvaguardia sia del posto di lavoro che della salute di tutti. Il fumo non è più pane (se mai lo è stato); scambiare posti di lavoro con inquinamento ambientale significa illudersi che quei posti di lavoro abbiano un futuro, mentre intanto di sicuro si mina la salute dei lavoratori e delle popolazioni con costi umani, sociali ed economici insostenibili (v. amianto), e si contraddice radicalmente ogni auspicabile diversificazione economica (non solo turistica).
Affinché un tale più degno futuro si apra, è indispensabile però fronteggiare energicamente il presente, fatto di disagio sociale esteso e crescente. Esso colpisce i dipendenti diretti ex Lucchini, i lavoratori e le lavoratrici dell’indotto e di conseguenza le categorie economiche del lavoro autonomo e professionale, l’intero territorio. Non dobbiamo dimenticare che il nostro territorio conta anche altre Aziende dal futuro incerto – v. Arcelor Mittal – e che, oggi, si sopravvive solo grazie agli ammortizzatori sociali, i quali non possono essere visti come una soluzione, ma solo come un modo per tamponare e rinviare il problema . Nel momento in cui lo stesso cronoprogramma Cevital-Aferpi risulta dilatato fino a 4-5 anni prima di avere in marcia l’insieme delle attività preannunciate, s’impone dunque, per quanto impegnativo esso sia, un piano straordinario a sostegno di tutti i lavoratori in difficoltà che preveda:
1. la immediata restituzione della piena disponibilità del proprio TFR ai lavoratori che ne sono titolari, chiedendo al governo che i problemi di contenzioso ambientale non siano pagati dai lavoratori;
2. la riduzione delle tasse e delle tariffe, in modo sostanziale e non simbolico (TARI, IMU, TASI, Consorzio Toscana Costa, ecc..);
3. l’ applicazione di pagamenti rateizzati a lungo termine per utenze e servizi;
4. l’erogazione sollecita di agevolazioni e contributi (contributi per affitto, canoni di locazione ecc..);
5. lo studio di nuove modalità per rinegoziare scadenze e tassi di interesse per mutui e prestiti, nonché per sospenderne il pagamento delle rate;
6. il reperimento di fondi comunitari, magari a fondo perduto, da distribuire sul territorio in varie forme per affrontare la mancanza di liquidità per tutte le imprese, oltre a quanto messo in campo dalla Regione Toscana;
7. la riduzione delle tasse scolastiche, dei costi di trasporto per i ragazzi e dei costi per l’acquisto dei libri scolastici;
8. la creazione e/o il miglioramento degli interventi a sostegno dei lavoratori e dei componenti della società più fragili (anziani, disabili, malati)
9. la possibilità di accedere ai fondi pensionistici integrativi contrattuali;
10. l’istituzione di un fondo di solidarietà tra chi sta lavorando a favore dei colleghi disoccupati o in cassa integrazione;
11. per le prossime assunzioni da parte di Cevital-Aferpi, il rientro in fabbrica prioritariamente dei lavoratori e delle lavoratrici monoreddito, con figli a carico, con mutuo o prestiti da onorare;
12. il ripristino del contributo regionale del 15% che implementi i salari dei lavoratori in cds e misure di aiuto, non simbolico, per i lavoratori già licenziati.
13. Più importante di tutti gli aiuti per i lavoratori in difficoltà economica, è operare perché questi ritrovino la dignità del lavoro e siano anche fonte di ricchezza per un territorio e un ambiente, che necessita di lavori straordinari di ripristino e manutenzione. Per questo obiettivo devono essere chieste al governo misure legislative e finanziamenti straordinari, per far fronte di un’integrazione, pari a circa il 20 %, della busta paga di coloro che sono in cassa integrazione, per attivare così, d’intesa con il sindacato, forme di lavori socialmente utili. Lavori comunque aggiuntivi e non sostitutivi di posti di lavoro in essere, per un numero elevato di lavoratori. Cosa evidentemente diversa dal mero sconto fiscale di poche decine di euro, elargito (come sembra prospettarsi) dalle istituzioni locali: quest’ultima misura suona come un’elemosina umiliante e per pochi lavoratori.
Per il riconoscimento dei benefici descritti in favore di lavoratori dipendenti e autonomi in difficoltà, la base deve essere il reddito dell’anno corrente, presumibile attraverso opportuni e tempestivi accertamenti fiscali. Tali agevolazioni dovranno infatti decorrere immediatamente e per il tempo necessario che permetta di giungere alla ripresa della piena attività lavorativa di tutti: dipendenti Aferpi, Lucchini in AS, ArcelorMittal Piombino, Sol, Dalmine, aziende dell’indotto, commercianti, artigiani, professionisti…
La trasparenza e la partecipazione dell’intera comunità al processo di rinascita economica ambientale sociale e culturale del territorio sono valori imprescindibili, per questo occorre che ogni 2-3 mesi le istituzioni organizzino un confronto pubblico per fare il punto della situazione.
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CALLAIOLI: ECCO DOVE HO TROVATO GLI IMPORTI DI ACQUISTO
«Aferpi ha pagato lo stabilmento di Lucchini spa per €.5.849.493,15 preticamente il prezzo di una villa di presitgio. Ha pagato la Vertek Piombino €.15.000,00 Ha pagato la Lucchini Servizi €.10.000,00 come ho detto stamani, il prezzo di una Panda.
Qualcuno in Consiglio Comunale mi ha suggerito di divulgare con più precisione la fonte di queste notzie.
Queste notizie le ho attinte dal contratto di compravendita sottoscritto dal Commissario governativo Piero Nardi e da Cevital, rogato a ministero del notaio Miccoli di Livorno in data 30.06.15 con numero di repertorio 49549/24198 e registrato in conservatoria dei registri immobiliari di Volterra al part.3690 del 23.07.15.
Forse, invece di trattare da “gufi” coloro che dimostrano preoccupazioni, sarebbe meglio accettare una discussione più severa e approfondita sulla serietà di questa multinazionale, perché come ho avuto modo di dire altre volte, la serietà degli intenti di un imprenditore si misura anche con i numeri. Speriamo davvero che arrivino notizie più rassicuranti».
Fabrizio Callaioli
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I diritti degli operai invece sono stati svenduti a costo zero.