PD: CAVE, MEZZO PASSO INDIETRO DELLA FEDERAZIONE
Piombino (LI) -Allo scopo di valutare realtà e prospettive delle attività estrattive in Val di Cornia, la Federazione del Pd ha avviato un confronto con i sindacati di categoria. All’incontro erano presenti il segretario Valerio Fabiani, l’assessore alle attività produttive del Comune di Campiglia Vito Bartalesi, il segretario dell’Unione comunale di Campiglia Claudio Cerrini, Giorgio Pasquinucci della segreteria della Federazione, Emiliano Bogini (Feneal-Uil), Nicola Triolo (Fillea-Cgil), Emilio Soldatini (Filca-Cisl) e Margherita Giuntini della Cgil provinciale.
L’incontro è servito a porre le basi di una strategia il più possibile comune in vista della scadenza delle autorizzazioni alle escavazioni, fissate nel 2018 per Cave di Campiglia e nel 2020 per la Sales.
Il segretario Fabiani ha avuto modo di precisare le posizioni del Pd, tracciano l’orizzonte di un nuovo modello di sviluppo, in considerazione anche dei cambiamenti profondi che sta attraversando la siderurgia. Un cambiamento che passa anche da un approfondimento del ruolo delle attività estrattive nell’economia del territorio.
“Non vogliamo perdere neppure un posto di lavoro – ha sostenuto Fabiani – semmai trasformare un’occupazione debole con una più stabile e duratura. Non esiste un problema immediato di chiusura della cave, ma dobbiamo rivedere il modello di sviluppo novecentesco basato sulla siderurgia a ciclo integrale e sulle estrazione dalle nostre colline perché ce lo impongono i fatti e la storia anche recente”.
L’obiettivo è quello di dare un futuro stabile al territorio attraverso il rilancio di una manifattura moderna è compatibile con l’ambiente, che non ostacoli il dispiegamento di tutte le altre risorse disponibili, dal turismo, alla piccola e media impresa, all’agricoltura.
Da parte sindacale sono emerse preoccupazioni sul mantenimento dei posti di lavoro legati alle attività estrattive, ponendo in primo piano la situazione che si sta già manifestando all’Unicalce, in ragione della minore quantità dei materiali che saranno a richiesti da Aferpi per il funzionamento del forno elettrico. Inoltre, valutando la tipologia delle estrazioni, è stato fatto presente l’indispensabilità di alcuni materiali presenti nel Campigliese per aziende importanti come la Solvay, la Saint Gobain ed altre.
A conclusione dell’incontro a nessuno è sfuggita la necessità di puntare sul riuso della materia, limitando il più possibile le estrazioni sulle colline Campigliesi, con prodotti residui dell’attività siderurgica, passata e futura, opportunamente trattati negli impianti Tap (ora Rimateria) e dunque è emersa la possibilità di discutere su di un progetto che tenga però concretamente conto delle effettive ricadute occupazionali sul territorio, auspicando che si mantenga, nel contempo, la possibiltà che le aziende di escavazione possano continuare a svolgere la loro attività.
«Quindi per i prodotti di cava – commenta il PD – che non potranno ovviamente essere sostituiti con materiale di riuso, si è convenuto sulla necessità, prima della scadenza dei piani di coltivazione, di approfondire i flussi di materia, coinvolgendo nello studio Regione e Università, per avere un quadro certo sui fabbisogni, sia di materiale di riuso che vergine che consenta di fare progetti di investimenti a lungo termine.
Consapevoli – conclude il PD – che bisogna saper conciliare il perenne conflitto tra le attività estrattive e la preservazione dell’ambiente».