EDITORIALE: SMONTANO PIOMBINO NEL DISINTERESSE GENERALE
L’EDITORIALE di Giuseppe Trinchini
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EDITORIALE: SMONTANO PIOMBINO NEL DISINTERESSE GENERALE
Corriere Etrusco “numero 122” del 20 ottobre 2015.
Questa settimana sono non una, ma ben due le notizie che dovrebbero, e come al solito uso il condizionale perché tanto i miei concittadini ormai non reagiscono più a niente, preoccupare le famiglie della Val di Cornia: Lo smantellamento dell’ospedale e l’annuncio del dislocamento in Brasile di parte dello stabilimento Ex Lucchini.
Nel primo caso in una conferenza stampa presso la sede del PD con grande ottimismo è stato annunciato che l’accorpamento delle operatività e specialità degli ospedali di Cecina, Piombino e in parte Portoferraio è un successo, con risvolti sempre e soltanto positivi.
Peccato che l’altra faccia della medaglia veda SEL che ci spiega che a Piombino «passa inosservato il progressivo smantellamento del servizio sanitario locale: non ci sono più specialistiche come Otorino, Oculistica e Urologia e non si dice che un’emergenza notturna o festiva prevede un necessario spostamento su altri presidi e che questo, oltre all’enorme disagio per il paziente, può comportare anche grossi rischi. Chiuderanno anche i distretti socio-sanitari, mentre la società della salute è ancora di là da venire».
Per quanto riguarda la siderurgia, la notizia di questi giorni è che, mentre i sindacati sono impegnati nel reintegro di 50 o 100 cassaintegrati negli impianti di laminazione, Cevital sta progettando di produrre acciaio in Brasile, con l’obiettivo di smantellare, in una fase futura, parte delle strutture Lucchini e spedirle nello Stato del Pará, dove Rebrab ha firmato, il 15 ottobre scorso, un protocollo d’intesa con le autorità locali per un piano di investimenti nel settore alimentare, acciaio e logistica.
Urge un vero chiarimento per tutti e due gli argomenti, perché dopo la Camera di Commercio, il Tribunale, Equitalia, e con le attività commerciali ormai con il “respiratore alla bocca”, non vorrei aggiungere all’elenco anche l’ospedale trasformato in pronto soccorso e la siderurgia ridotta ai soli laminatoi.
Giuseppe Trinchini
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DIZIONARIO ETRUSCO:
NO TAV: No TAV è un movimento di protesta italiano sorto nei primi anni novanta del XX secolo, nel quale si riconoscono gruppi di cittadini accomunati dalla critica alla realizzazione di infrastrutture per l’alta capacità e l’alta velocità ferroviaria (comunemente note come TAV, “Treno ad Alta Velocità”).
Le linee ferroviarie al centro delle proteste sono contestate principalmente per via del costo ritenuto eccessivo rispetto alla loro utilità, anche a fronte dell’impatto ambientale e dei danni sulla salute umana nei luoghi coinvolti dalle costruzioni.
Il movimento No TAV prende origine in val di Susa negli anni novanta spontaneamente dalle proteste contro la realizzazione della nuova linea ferroviaria Torino–Lione, acquisendo maggiore importanza nel 2005 anche a livello mediatico ed estendendosi, in misura minore, in altre regioni d’Italia (Mugello, Genova-Alessandria, Firenze, Brennero ecc.) ed in altri paesi europei, come la Francia.
Il 19 ottobre 2015 lo scrittore Erri De Luca che era imputato per l’accusa di “istigazione al sabotaggio” per alcune dichiarazioni rilasciate in un intervista nel 2013 in cui sosteneva che il progetto del treno ad alta velocità in Val Susa andrebbe sabotato per legittima difesa del suolo, dell’aria e dell’acqua, è stato prosciolto in primo grado perché il fatto non sussiste.