EX LUCCHINI/AFERPI: CRESCE LA PREOCCUPAZIONE IN ATTESA DI ROSSI
AGGIORNAMENTO:Al termine dell’articolo il commento di Rifondazione Comunista.
Piombino (LI) – Dal consiglio di fabbrica della Ex Lucchini/Aferpi si sono levate forti preoccupazioni sulla possibilità che gli obiettivi dichiarati vengano davvero raggiunti, anche perché la situazione in fabbrica, secondo gli operai, non è così rosea come descritto, scarseggiano i semiprodotti e le stesse manutenzione ai treni finitori lascerebbero molto a desiderare.
L’incontro è iniziato con presenti solo i rappresentanti dell’ufficio personale (solo successivamente è arrivato l’amministratore delegato di Aferpi Tijani) che di fatto hanno comunicato alle rappresentanze sindacali che la loro proposta di integrazione di personale di 150 unità veniva accolta parzialmente e che saranno reintegrati circa 40 operai: 19 al TPP, e 20 in altri reparti. Non aumenterà quindi la solidarietà, ma ci sarà un aumento di Turno e gli altri perché oggettivamente i reparti sono sotto organico.
Inoltre sembra che non corrisponda al vero la cifra di 80.000 tonnellate prodotte per il mese di novembre, ma ottimisticamente l’azienda si attesterà su una produzione di 50.000 tonnellate il prossimo mese. Questo perché la nave con il carico di materiale da lavorare non è ancora giunta in porto (sembra abbia avuto problemi durante la navigazione). La fornitura dovrebbe arrivare a Piombino quindi verso il 25 novembre.
Se queste previsioni corrispondessero al vero il risultato è che il TVE lavorerà fino al 5 novembre e ripartirà solo dopo il 25 novembre se arrivano i rifornimenti. Lavorerà 10 giorni il TMP (Treno medio Piccolo) e tutto il mese invece il TPP.
Per quanto riguarda le bonifiche, queste dovevano partire il 30 novembre. Ma l’accordo che Rebrab ha fatto con il Brasile ha trasformato l’operazione da semplice smantellamento, in un vero e proprio smontaggio. Quindi va identificato cosa smontare e come smontarlo, e tutto questo richiede schemi precisi degli impianti e ditte specializzate abili a farlo.
C’è poi la questione dell’acquisto degli impianti siderurgici in Trentino. Se l’operazione andasse in porto c’è il rischio concreto che slittino i tempi per la realizzazione del forno elettrico a Piombino e di tutti gli impianti a questo collegati. Per questo il 26 novembre le RSU faranno un serio incontro con il presidente della Regione Enrico Rossi per fare il punto una volta per tutte su questa spinosa questione.
Riportiamo qui sotto una lettera aperta alla città del gruppo di minoranza sindacale.
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Presidente Rossi, quali altre promesse ci porta oggi?
Lunedì 26 Lei sarà a Piombino, al Phalesia, per la presentazione del piano per l’area di crisi del nostro territorio. Lei viene a prospettarci un futuro nel quale Piombino sarà ricostruita “più bella e più grande che prima” e possiamo solo auspicare che non siano le ennesime promesse illusorie.
AI “tanti imprenditori che arroventano” il telefono del nostro Sindaco cosa avete da offrire?
Non una viabilità efficace, non un piano per un costo dell’energia competitivo, non un terreno edificabile degno di questo nome, non un porto attrezzato (perché in attesa di cosa vuole e di cosa farà CEVITAL/AFERPI).
Soprattutto non un polo industriale trainante, del quale i nuovi investitori possano divenire fornitori di servizi o con il quale possano stabilire sinergie significative, ricordiamo che a tutt’oggi non si è dato corso ai progetti presentati da Aferpi nel cronoprogramma che dovevano partire a luglio. Potete offrire dei finanziamenti, con il rischio che ne approfittino impresari senza scrupoli, la storia dei patti territoriali di qualche anno fa, ci deve insegnare!
Troppa fiducia, solo sulla parola, al nuovo imprenditore. Non avete preso verso di lui nessuna iniziativa (Lei, il MISE, i Sindacati) che lo impegnasse alle sue responsabilità; non avete messo vincoli temporali a tutela dei lavoratori e il primo luglio 2017 può mollare tutto e lasciarci in braghe di tela (la legge glielo consentirebbe); concedendo tutto ciò che voleva, accontentandovi di promesse.
Anche il sindacato ha stabilito che il tempo delle promesse è terminato e, senza fatti concreti, chiamerà i lavoratori alla mobilitazione. Noi ci saremo come sempre, continuando nella nostra opera di informazione e di mobilitazione delle coscienze. Presentando proposte come quella (non nostra, ma da noi assunta) di scaglionare le concessioni portuali alla realizzazione dei progetti.
Presidente Rossi, noi siamo i soliti, quelli che non si fidano, quelli che guardano dietro e anche davanti.
Se vuole, può venire a parlare con noi, perché abbiamo molte cose da dirLe. Anche se AFERPI dovesse rispettare gli accordi, per lunghi anni noi (e con noi tutta la città) resteremo senza risorse dato che i tempi di realizzazione si allungano (lo dice Aferpi nel documento di aprile 2015) e gli ammortizzatori sociali si accorciano.
Ci avevano promesso una “Città Futura”. Chi l’ha promesso se n’è andato e a noi non rimane che il rimpianto di una città passata.
Per costruire il futuro, noi ed il comprensorio, come realtà socio-economica coesa, abbiamo bisogno di un piano straordinario di sostegno al reddito e di creazione di posti di lavoro e mantenere quelli esistenti. Abbiamo bisogno di interventi istituzionali per il recupero del TFR, senza che sia vincolato per il pagamento delle bonifiche; chiediamo il rispetto della promessa sul sostegno regionale per i contratti di solidarietà. Abbiamo bisogno di soluzioni concrete per i lavoratori dell’indotto: quelli della SOL sono di nuovo sotto pressione per la crisi della siderurgia.
Per finire ci rivolgiamo ai nostri concittadini, ai cassintegrati, ai disoccupati, ai lavoratori che oggi sono nelle fabbriche (ma non sanno per quanto ancora), ai commercianti e agli artigiani che sentono come noi il morso della crisi: noi siamo i soliti, i cassintegrati, i disoccupati, quelli che non si accontentano delle promesse ma che vogliono partecipare in prima persona perché si parla del loro futuro .
Lunedì 26, a partire dalle 14, saremo davanti al Phalesia per ricordare al Presidente Rossi le nostre esigenze e per formulare le nostre proposte. SIETE TUTTI INVITATI.
Minoranza Sindacale
Camping Cig e altri Lavoratori e Lavoratrici
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PRC: SITUAZIONE AFERPI, IL VUOTO PNEUMATICO
Il Coordinamento Fabbriche di Rifondazione Comunista di Piombino rileva che dopo circa un anno dall’avvento di patron Cevital siamo sempre al punto di partenza e cioè agli annunci.Si susseguono incontri tra governo PD, Regione PD, Comune PD e Rebrab che convince tutti con il suo crono programma, poi il sindacato incontra l’ Azienda e di quel crono programma non c’è niente. Ora ci si chiede perché la maggioranza politica del nostro territorio e tutte le istituzioni compreso il Presidente della Regione e il Governo non pretendono fatti e non parole da patron Cevital?
Adesso è il momento che il sindacato faccia la sua parte chiedendo il rispetto dell’accordo firmato al Ministero dello Sviluppo Economico il 26 giugno sulla solidarietà perché in fabbrica ci deve essere il 60% di lavoratori in solidarietà e ce ne sono il 35% di media mensile.Tutto questo impedisce il rientro in Aferpi dalla CIG di circa 150 operai!
Inoltre il sindacato deve pretendere un management completo di Aferpi con cui discutere, certezze sull’approvvigionamento di semiprodotto, sul forno elettrico e sulle bonifiche. Il governo deve sbloccare il pagamento del TFR con un decreto legge che agevoli i siti Sin.e la Regione deve sbloccare al più presto il pagamento degli arretrati della solidarietà.
Sono qiesti i punti principali da risolvere nell’immediato se si vuole avere un minimo di credibilità.
Coordinamento Fabbriche
Rifondazione Comunista Piombino
Per ora ancora tante parole,tanta gente a casa e poca gente al lavoro sottopagata e caricata di mansioni e responsabilità ingestibili. Tutte le norme sulla sicurezza polverizzate ….