AFERPI: RIFONDAZIONE, «IL SINDACATO NON CI AIUTA»

un momento del presidio

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Piombino (LI) -Riportiamo integralmente una interessante riflessione di Rifondazione Comunista sui “successi” finora ottenuti del “Modello Piombino”.

«Ormai sono passati tanti mesi – inizia il comunicato di Rifondazione Comunista – da quando ci hanno propinato una fila di promesse di cui non si sta vedendo la realizzazione. Ci hanno trattato da “gufi” perché chiedevamo chiarezza e dimostravamo preoccupazione per le risposte che non arrivavano. Quando parliamo con gente che abita lontano ci sentiamo dire: “Ma ora a Piombino avete risolto i problemi” oppure “Ora Piombino riparte”.

Sapete perché? Perché Renzi e i suoi li hanno convinti che qui sia stato fatto un bel lavoro. Il “modello Piombino”: quello con cui si distrugge una fabbrica importante per tutta la zona e per l’economia nazionale, svendendola per il prezzo di una villa a qualcuno che viene dall’Algeria – contro la volontà del proprio governo – per smontare la nostra fabbrica e ricostruirsela in Brasile; così faranno là, senza sicurezza, senza misure antinquinamento, senza diritti sindacali e con stipendi da fame l’acciaio che facevamo noi.

Il “modello Piombino”: quello con cui si consegnano i lavoratori al padrone legati mani e piedi, facendogli firmare anche la rinuncia a diritti quesiti.
Il “modello Piombino”: quello con cui si rinuncia alla programmazione industriale e si consegna al mercato una produzione strategica, che in altri paesi europei come Austria, Francia, Belgio etc. continuano a fare.

Sono anni che Rifondazione chiede l’intervento dello Stato in un settore che non può essere abbandonato alle bizzarrie inumane del libero mercato e sono anni che ci trattano da visionari, loro che hanno capito tutto.

E ora, solo perché Rifondazione Comunista ha deciso di fare un presidio davanti al Consiglio di Fabbrica per incoraggiare i rappresentanti sindacali a indurire la propria condotta e per fargli vedere che c’è qualcuno disposto a sostenere un atteggiamento più battagliero, reagiscono stizziti. Leggiamo post piccati di dirigenti della Fiom che definiscono “ridicolo e di basso profilo” la nostra iniziativa. Chissà forse riterrebbero invece illuminate le iniziative che sposano il punto di vista del padrone.

Di sicuro restiamo costernati quando i sindacalisti escono dal Consiglio di Fabbrica e non si fermano a parlare con i lavoratori, come è successo oggi. Semplicemente ci sentiamo in dovere di stimolare quei sindacalisti che ci sembrano troppo indecisi. E il fatto che abbiano aderito alla nostra manifestazione anche SEL, M5S, PCL, Stao d’Emergenza e Minoranza Sindacale, dimostra che forse non siamo gli unici a pensare che ci sia bisogno di una inversione di tendenza nel comportamento della dirigenza del sindacato locale.

La storia di questi ultimi anni ci dice che Rifondazione Comunista ha sempre chiesto l’intervento dello Stato, se non come diretto proprietario e protagonista della produzione, come ci piacerebbe, almeno come attore di una programmazione necessaria, nella convinzione che i problemi di quel settore si risolvono con un’unica strategia per Piombino, Terni, Taranto, Brescia etc. Il sindacato locale non ci ha mai aiutati in questa battaglia, però, in compenso i suoi dirigenti si irritano notevolmente ogni volta che cerchiamo di fare qualcosa che non piace al padrone. La prossima volta organizzeremo un’iniziativa a favore del liberismo sfrenato, forse allora ci applaudiranno».

 

Scritto da il 19.11.2015. Registrato sotto Foto, politica, ultime_notizie. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

1 Commento per “AFERPI: RIFONDAZIONE, «IL SINDACATO NON CI AIUTA»”

  1. Ciuco nero

    Il sindacato negli ultimi 5 anni è stato semplicemente inesistente. Nella ultimo anno ha fatto meglio…ha tutelato SOLO ESCLUSIVAMENTE l interesse della nuova azienda…braviiiii chiedete perfino i soldi delle tessere…ma vergognatevi e tornate a lavorare anche voi invece di fare le star in TV!!!

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    Nonostante l'addendum all'accordo di programma, senza il quale Rebrab sarebbe diventato Padrone a tutti gli effetti dello stabilimento, tale data viene comunque considerata dalla nostra testata come quella di inizio della crisi economica reale di Piombino. Da allora sono passati solo
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