PIOMBINO: CON LA RIFORMA DELLA SANITA’ SARA’ LA FINE DELL’OSPEDALE?
Piombino (LI) – Si è tenuta mercoledì 18 novembre la “Conferenza dei Sindaci” dell’ASL 6 presso la sala riunione dell’Ospedale di Piombino. All’ordine del giorno temi scottanti a pochi giorni dall’approvazione della giunta Regionale della nuova legge sulla Sanità in Toscana. Si discuteva infatti dell’ipotesi della messa in rete degli ospedali di Piombino-Cecina-Portoferraio, sulla fine del nuovo Ospedale di Livorno (che non sarà più fatto), sulla riforma sanitaria e sul Referendum che è stato chiesto dalle opposizioni sempre più agguerrite contro questa manovra che, in molti, reputano anticostituzionale. Un occasione quindi ghiotta per capirne di più, anche sulla base dei comunicati che ci sono giunti e che sono spunti per nuvi approfondimenti sulla fin troppo complessa materia.
Per prima cosa però desideriamo segnalarvi l’incontro pubblico sulla Riforma della Sanità che si terrà venerdì 20 novembre alle ore 21, presso La Buca di Suvereto, organizzato dal PD per fare il punto sul progetto sanità in Val di Cornia e Bassa Val di Cecina recentemente avviato dalla Federazione, e al quale parteciperanno il consigliere regionale Gianni Anselmi, il vicesegretario della Federazione Carla Maestrini, la responsabile sanità Pd Val di Cornia Elba Cinzia Cioncoloni e la presidente della Società della Salute Rossana Soffritti.
Sempre da Suvereto l’altro Vice segretario di Federazione, Francesco Lolini replica a Parodi sull’incostituzionalità della riforma sanitaria:
“La Costituzione dà il compito alle istituzioni di rimuovere gli ostacoli che non consentono un’uguaglianza dei cittadini. La frammentazione dei servizi sanitari tanto difesa dal Sindaco di Suvereto risulta essere un ostacolo. L’approccio ” chi fa da sé fa per tre” è privo di una visione dei territori e la politica non può scendere così in basso, bensì dare risposte concrete alla popolazione”.
Così Francesco Lolini, vicesegretario della Federazione Pd Val di Cornia Elba, risponde al sindaco di Suvereto Giuliano Parodi, intervenuto nuovamente sul progetto ospedali in rete avviato dal Pd.
“Gli amministratori pubblici – prosegue Lolini – che, rischiando di essere inizialmente incompresi e impopolari, hanno il coraggio di spiegare alle persone quali siano davvero i margini di sicurezza della loro vita guardano al futuro: per esempio quando mostrano come questa tutela sia garantita maggiormente da uno specialista con più esperienza operativa perché abituato a un bacino di interventi più ampio. Questo significa mettere in rete: uesto guardare a questa e all’altra generazione. Potremmo continuare utilizzando le parole di un grande statista come De Gasperi: chi si limita a fare leva sui problemi del presente guarda solo alla prossima tornata elettorale”.
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Per quanto riguarda la conferenza provinciale che si è tenuta mercoledì presso l’Ospedale Villa Marina:
Una interessante analisi di quello che è successo ce la fa Alessandro Lucibello Piani, Consigliere Movimenti Civici Ucmp che ci invia le prime osservazioni alla conferenza provinciale dei sindaci dell’ASL6.
«Avevamo percepito e prontamente denunciato che qualcosa non funzionava o non aveva funzionato nel percorso intrapreso dal sindaco Lippi relativo al futuro della sanità della Val di Cecina e della Val di Cornia. Oggi, di fronte a tutti i sindaci del territorio, dovendo scoprire le carte, il bluff é emerso decretando il fallimento delle scelte di Lippi.
Mentre i sindaci elbani consegnano al presidente della conferenza Nogarin una documento condiviso sulla base delle bozze della nuova legge regionale in corso di approvazione a Firenze, confermando di essere pronti per presentare le osservazioni per difendere la sanità elbana nei tempi previsti dalla procedura regionale, la cosiddetta “proposta Lippi”, ossia l’ospedale unico su due presidi Cecina-Piombino, appoggiata fino a ieri a gran voce dal Pd della Val di Cornia e di Cecina e sommessamente dai sindaci, viene rinviata a data da destinarsi.
Emerge che il documento Lippi, con le sue mille varianti, non è approvabile dalla conferenza dei sindaci non tanto perché non vi sia accordo su di esso ma in quanto è privo degli elementi necessari e minimi per produrre un voto condiviso e le osservazioni alla nuova legge regionale.
Mentre gli elbani si rivolgono giustamente alla Regione dove è un corso la discussione sulla nuova legge, Lippi si rivolge al direttore generale della Asl che oggi non c’è più (sono commissariare ex lr. 28/2105) chiedendo qualcosa di non fattibile oggi perché manca la legge di riferimento. I sindaci della Val di Cecina e di Cornia, che fino ad oggi hanno in gran parte avvallato silenziosamente gli annunci giornalistici e privi di contenuti di Lippi e del Pd, dovrebbero avere il coraggio di riunirsi subito, fare finalmente un esame nel merito e pretendere che si cambi registro prendendo esempio proprio dall’Elba.
I due presidenti delle società della salute, Lippi e Soffritti, che hanno dichiarato di aver speso tantissimo fino ad oggi per tale percorso, si rendano conto che hanno prodotto un documento privo di qualsiasi utilità nella difesa della nostra sanità permettendo alla Regione di operare con una sorta di delega in bianco decidendo da sola come tagliare la sanità nelle nostre zone.
Ora resta una sola possibilità: non appena la proposta di legge approvata dalla giunta regionale sarà resa pubblica, essa deve essere illustrata subito nel territorio così che si possano proporre e dibattere le eventuali osservazioni da inviare al consiglio regionale prima che sia approvata, tutto quanto fatto dopo l’approvazione della legge sarà ovviamente tardivo è inutile.
La responsabilità di questa prima débâcle nella difesa della sanità delle nostre zone ha nome, cognome e simbolo e chi tace e accetta senza nulla dire, ne è corresponsabile davanti ai cittadini che, bene sottolinearlo, d’ora innanzi saranno sempre presenti a tutte le prossime riunioni della conferenza».
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Per questo il sindaco di Suvereto Giuliano Parodi si é subito dichiarato deluso all’uscita e promette battaglia. “Pensavo di uscire da questa “Conferenza dei Sindaci” con un progetto concreto e con una linea da seguire da presentare ai Suveretani, per tutelare la Sanità Pubblica ed il presidio ospedaliero di Piombino, ma cosi non è stato.
Avanti quindi contro questa riforma regionale della sanità iniqua, e il decreto Balduzzi che tratta le persone come numeri”.
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Concludiamo per far comprendere chiaramente la situazione con un comunicato della lista civica piombinese “Un’altra Piombino” vicina a SEL, e che ha al suo interno molti operatori sanitari, che ci illustra quale può essere il futuro dopo la riforma, doo che il Consiglio Comunale di Piombino ha approvato con i voti della maggioranza l’odg sulla riorganizzazione della rete ospedaliera Val di Cronia / Val di Cecina.
«Il Consiglio Comunale di Piombino ha approvato con i voti della maggioranza l’odg sulla riorganizzazione della rete ospedaliera Val di Cronia / Val di Cecina, con ilquale si dà pieno mandato al sindaco e alla giunta di provvedere alla creazione di ” una rete integrata di servizi ospedalieri” mediante la realizzazione di un ospedale unico della zona sud della provincia di Livorno.
Le forze di opposizione, unanimemente, hanno espresso un giudizio fortemente negativo sulla legge di riordino sanitario regionale, vista come un pessima legge nata unicamente dalla necessità di adeguarsi a due realtà: alle prescrizioni dell’anticostituzionale decreto Balduzzi che ha drasticamente tagliato i posti letto e ridisegnato le tipologie ospedaliere in ragione dei bacini d’utenza (espressi in numeri e non in ampiezza di territori) e ai pesanti tagli alla sanità imposti dalla Legge di stabilità. La legge di riordino sanitario, che il governatore Rossi e con lui il PD, vuole spacciare come massimizzazione dell’efficienza coniugata al risparmio e alla lotta agli sprechi, in realtà non è altro che una riorganizzazione della struttura sanitaria in un’ottica di puro efficientismo economico. Il principio ispiratore è quello del risparmio e dei tagli, con un ulteriore impoverimento dell’offerta sanitaria e con un altro passo avanti nel senso della privatizzazione.
Rossi, come Renzi e Monti a suo tempo, cosiderano il servizio sanitario come un costo e non come un diritto costituzionalmente sancito, un costo insostenibile che come tale deve essere ridimensionato. Anche il personale sanitario operativo (medici e infermieri) è visto come un costo e non come una risorsa, tant’è che il grosso dei tagli, oltre che alle dotazioni e allestrutture periferiche territoriali, passa proprio attraverso la riduzione di circa 2000 unità, individuate come esuberi.
Si taglia sulle risorse, sul personale, mentre non si vanno a toccare nè le diseconomie, nè le sacche di improduttività, nè la struttura burocratico-amministrativa decisamente ridondante e costosa. Per non parlare dei giganteschi buchi di bilancio che nel corso della gestione Rossi hanno disastrato la sanità toscana, buchi spalmati sui bilanci delle altre ASL nel silenzio colpevole degli amministratori targati PD.
Si finanziano le associazioni di volontariato affinchè forniscano attività specialistiche, di diagnostica ambulatoriale e strumentale, ovviamente a pagamento, che potranno essere anche prenotate mediante i CUP con il doppio binario: nel pubblico o in un’agenda di prenotazione nel privato con tariffe concordate. Si spostano sempre più risorse verso la sanità privata. E’ questo il modo con cui l’assessore Saccardi intende risolvere il problema delle insostenibili liste d’attesa Chi ha risorse si rivolge in misura crescente al privato che si espande in modo esponenziale, chi non le ha può continuare ad aspettare mesi o , dati gli onerosi tickets, può rinunciare a curarsi, come sta avvenendo già in un 40% circa della popolazione toscana.
Con la riforma Rossi i servizi e le risorse verranno accentrati nelle tre grandi asl a gestione manageriale mentre le periferie andranno vieppiù marginalizzate e spogliate.
Dall’accettazione passiva di questo contesto, nasce la proposta degli ospedali in rete: per non chiudere gli ospedali periferici se ne crea uno virtuale che abbia un bacino rispondente ai parametri stabiliti da Balduzzi. Tra Livorno e Grosseto ci saranno due strutture ospedaliere distanti 50 km l’una dall’altra, con reparti e servizi dislocati e cittadini che per accedere alle prestazioni sanitarie dovranno spostarsi km, con tutti i disagi che questo comporta per una popolazione sempre più anziana e con difficoltà economiche crescenti. Una rete virtuale con disagi e disservizi molto reali.
Quello che stupisce è che il PD faccia i salti mortali per giustificare questa scelta sciagurata, dettata unicamente dalla necessità di rispondere alle scelte politiche nazionali e regionali.
Dietro espressioni ridondanti e vuote si cela soltanto un ulteriore impoverimento del welfare sociale e sanitario».
Un’Altra Piombino