ROSSANA SOFFRITTI: «LAVORARE SU SPRECHI E INEFFICIENZE NELLA SANITA’»
Campiglia M.ma (LI) – Abbiamo fatto alcune domande al sindaco Rossana Soffritti in qualità di presidente della Società della Salute della Val di Cornia, a pochi giorni dalla “Conferenza dei Sindaci” dell’ASL 6, che si é tenuta a Piombino mercoledì scorso, sulla nuova legge Regionale sulla Sanità in Toscana.
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1.) Sindaco Soffritti vorrei un chiarimento sui motivi per cui il documento promosso per mesi dai sindaci della Bassa Val di Cecina, della Val di Cornia e dalle federazioni del Pd locale non è stato messo in votazione in conferenza provinciale dei sindaci? Se il documento dei sindaci era condiviso da tutti come avete sempre affermato perché è stato rinviato ancora?
Intanto per un lungo periodo è stato impossibile definire gli argomenti da discutere e raggiungere il numero legale. In Val di Cornia ed in particolare nella nostra Sds se ne parla da tempo come una concreta ipotesi di lavoro e il 9 aprile abbiamo approvato un documento che nell’ottica del miglioramento dei servizi socio- sanitari formalizza la sinergia tra i poli ospedalieri di Piombino e Cecina. Un documento che sanciva una prima intesa da proporre alla conferenza dei Sindaci. La prima valida seduta è stata l’ultima. Il documento presentato rappresenta la volontà di approfondire il progetto e confrontarci con la Regione. D’altra parte i due presidi sono per molti aspetti in collaborazione già oggi.
2.) Parliamo del decreto Balduzzi. Lei concorda con la scelta di usare solo il parametro del bacino di utenza (abitanti) per decidere i servizi erogabili da un presidio ospedaliero?
Il Decreto Balduzzi esiste già dal 2012, poi seguito da regolamento, anche se sembra suscitare attenzione solo ora.
Mi sembra difficile ridurre la discussione di una riforma alla sola analisi di un parametro, comunque, concentrandomi sui concetti, dico che se il bacino di utenza è ovviamente un parametro molto importante, lo sono anche la distribuzione della popolazione sui territori, la difficoltà a raggiungere gli ospedali, le caratteristiche della popolazione. Il tema vero è che la qualità dei servizi, che si traduce in tutela della salute per tutti i cittadini in egual modo, non si misura solo nel numero di posti letto, ma nella capacità di dotare servizi adeguati ad un determinato ambito territoriale. La riforma Nazionale e ora quella Regionale rileggono la sanità tenendo conto della modifica del quadro di riferimento: delle conoscenze rispetto ai modelli organizzativi oggi definiti migliori, quelli per intensità di cure; dei cambiamenti epidemiologici, demografici e sociali.
3.) Pensa che sarete in grado di presentare osservazioni, così come sta facendo l’Elba, alla proposta di legge sulla sanità approvata dalla giunta regionale in questi giorni?
In realtà sui contenuti abbiamo già avuto alcune occasioni per confrontarci, anche alla presenza del responsabile dell’Anci per la sanità che deve portare la voce dei Comuni alla Regione.
Abbiamo anche richiesto che, nell’ottica della razionalizzazione delle zone distretto, siano i territori a presentare le loro proposte. Certo bisogna farle le proposte. Dobbiamo assicurare ai nostri cittadini ciò che proprio nella riforma si delinea come un punto fondamentale: l’integrazione dell’ospedale con la rete territoriale . Troppe volte si confonde l’ospedale come l’elemento unico e il solo capace di tutelare la salute e il benessere della persone. Non è così. Se non si è capaci di prevenire, diagnosticare, seguire le cronicità, spesso si spende di più e si tutela di meno. Se si pensa che l’unico progetto sia quello conservatore affinché tutto rimanga com’è, mal si concilia con la necessità oggettiva di ripensare i modelli che conosciamo. Non per cedere qualcosa, ma per ottenere quello che serve maggiormente a tutelare la popolazione. Comunque, in questo momento la maturità dei territori a presentare le loro proposte è fondamentale. La Val di Cornia lo ha capito da tempo.
4.) Come pensa che sarà relazionato il referendum con la nuova organizzazione sanitaria?
Non credo che il referendum sia lo strumento opportuno per contestare una riforma. Penso che sia un modo superficiale di discutere un argomento complesso, senza scendere nei contenuti. Tra l’altro un referendum proposto su un intero testo normativo non è nemmeno corretto.
5.) Secondi lei il presidio di Piombino avrà dei miglioramenti oppure no, dopo l’avvio della nuova legge?
Noi stiamo Lavorando per questo: il presidio di Piombino insieme a tutta la rete di servizi territoriali devono migliorare l’assistenza e la sicurezza generale. Non ci dimentichiamo che il nostro ospedale subisce da tempo riduzioni che incidono sulla qualità complessiva: l’urologia non c’è più , l’oculistica neppure ed altro ancora. Abbiamo bisogno di progetti che migliorino l’offerta complessiva del presidio.
6.) Vuole aggiungere altro?
La sanità Toscana è un’eccellenza europea. Penso che questa Regione non si sia mai tirata indietro nelle sfide della razionalizzazione, dei livelli qualitativi di assistenza, di investimento su eccellenze ospedaliere. Lo faremo anche questa volta, pensando che una riorganizzazione possa spostare risorse laddove servono di più. I tagli però non possono essere infiniti. Questo percorso di modernizzazione e risparmio lo devono fare tutte le Regioni . D’ora in poi se risparmi in sanità si devono ancora fare, bisogna distinguere sempre di più coloro che hanno lavorato bene e concentrare i sacrifici verso coloro che invece possono ancora fare molto sugli sprechi o sull’inefficienza dei loro servizi.