M5S: «VAL DI CORNIA IN RITARDO CON LA GESTIONE RIFIUTI»
Val di Cornia – Riceviamo e pubblichiamo dal Movimento Cinque Stelle di Piombino, Campiglia e San Vincenzo.
«Nella Val Di Cornia, la gestione dei rifiuti urbani è stata fino ad oggi molto legata all’uso della discarica e dell’incenerimento. La gestione delle funzioni di spazzamento e raccolta sono state cedute al gestore SEI, che non pare intenzionata ad andare verso la direzione del massimo riciclo e del riuso.
Le attività umane sono evidentemente le più, se non le uniche, attività impattanti e causa di squilibrio del sistema, attività che nel corso dei secoli, maggiormente a partire dal primo stadio della rivoluzione industriale, si sono sempre più intensificate… Rifiuti Zero è quindi un lento e progressivo ritorno dell’uomo nell’alveo della sostenibilità sistemica.
Meno produzione di scarti di ogni genere, significa meno lavoro di riciclo, meno inquinamento, ambiente più pulito. La riduzione dei rifiuti è basilare perchè se produci meno rifiuti, crei anche meno carburante per gli inceneritori.
Il RICICLO è una conseguenza del RIFIUTO… Ormai sappiamo che molti rifiuti nonostante esista la tecnologia per essere riciclati,vengono deposti nelle discariche e/o inceneriti. L’incenerimento porta soldi tramite i certificati verdi alle aziende che disperdono diossine in ogni dove.
Abituare i cittadini a produrre meno rifiuti, attraverso le buone pratiche come il compostaggio domestico con l’organico prodotto, ripristino del vuoto a rendere, scegliere prodotti senza imballaggio, bere acqua del rubinetto, utilizzare borse di tela per fare la spesa, detersivi e cosmetici naturali e fai-da te o ricaricabili, stop alla pubblicità in cassetta, seconda vita degli oggetti, sostituire oggetti di vita breve con beni che durano nel tempo ecc., sono tutte strategie, sia individuali che collettive, per produrre meno rifiuti ed azzerare gli scarti.
Chiaramente stiamo parlando di una vera e propria rivoluzione culturale, che non è recepita in giusta maniera dalle utenze e che porterebbe in futuro ad una attuazione della TARIP, una tariffa puntuale calcolata sulla produzione del rifiuto evitando il vedersi lievitare continuamente le bollette da pagare.
Proporre un protocollo che istruisca a fare meno rifiuti, potrebbe essere una speranza per incrinare il sistema che è stato creato per incentivare l’incenerimento dei rifiuti stessi o il conferimento in discarica dietro pagamento.
Questione separata, ma altrettanto importante solamente l’entità dei volumi in gioco, è quella dei rifiuti speciali e pericolosi.
Nonostante riteniamo un atto dovuto che ci sia stato il cambio nome e di statuto all’interno di ASIU, altra criticità è rappresentata dall’inserimento del cosiddetto principio di prossimità. Infatti ci sembra una richiesta logica che in una discarica dove vengono accolti e trattati rifiuti speciali pericolosi, quest’ultimi debbano rigorosamente appartenere al locale ed entro un certo limite chilometrico definito proprio da tale principio ( vi ricordate le discariche periurbane?).
I RIFIUTI speciali pericolosi da smaltire, presumiamo siano riferiti principalmente all’ AMIANTO, che registra una presenza di diverse tonnellate solamente negli impianti siderurgici da dismettere, se pensiamo poi di riceverne anche da altre parti d’Italia, sarebbe un vero e proprio business, ma a discapito del nostro territorio. È forse a questa ripresa economica che si riferisce Valerio Caramassi.
Se così fosse, non osiamo immaginare quanto amianto possa essere sotterrato a Piombino.
Un’altra questione di estrema rilevanza è la sostenibilità economica del progetto Rimateria che, al netto dei buoni propositi, deve comunque dare risposta ad alcuni quesiti di basilare importanza. Quale sarà il core-bussines di rimateria se malauguratamente AFERPI non costruisse un’acciaieria elettrica? Chi sosterrà il costo di conferimento delle scorie stoccate abusivamente nell’area denominata LI53? Qualora venissero a mancare questi elementi, esistono in un perimetro prossimo agli impianti, materiali da trattare tali da sostenere economicamente l’azienda? Al netto di queste oggettive problematiche, ci saranno soci privati disposti ad entrare in questo mercato o il rischio di impresa sarà totalmente a carico dei soci pubblici (comuni).
Noi che sogniamo una Val Di Cornia verso un’economia circolare, con una gestione dei rifiuti che offra più posti di lavoro, minori costi di conferimento e nessun onere per lo smaltimento dei residui di rifiuto, ci chiediamo se sia opportuno lasciare l’onere di questa trasformazione alla stessa classe politica che ha gestito fino ad ora i flussi di rifiuti, con risultati che sono sotto gli occhi di tutti .
Il MoVimento5stelle intende andare verso una nuova frontiera Made in Italy più equa innovativa e sostenibile a garanzia di un futuro migliore».
M5S Piombino
M5S Campiglia
Meet Up Storico San Vincenzo