EDITORIALE: CARA ACQUA TI SCRIVO…
L’EDITORIALE di Giuseppe Trinchini
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EDITORIALE: CARA ACQUA TI SCRIVO…
Corriere Etrusco “numero 132” del 19 Gennaio 2016.
L’argomento di questa settimana è chiaramente il “Caro Acqua” che ha mostrato per l’ennesima volta che l’acqua in Val di Cornia è tra le più care d’Italia, superata, di pochissimo, solo da quella di Pisa e poche altre.
Da 2007 al 2014 le tariffe del servizio idrico pagate dai cittadini sono cresciute del 59 per cento, e nel 2014 le tariffe di Livorno sono state addirittura superiori del 40 per cento rispetto alla media nazionale.
Non voglio entrare nel merito della qualità del servizio o se sia più o meno opportuno continuare a scaricare tutti i problemi di questa gestione sui cittadini che non si possono difendere. Quello che mi chiedo è con che coscienza nel 2015 i sindaci che fanno parte dell’Autorità idrica toscana (AIT) hanno acconsentito ancora una volta all’aumentato delle tariffe.
Nell’ultima riunione dell’AIT Costa infatti, con l’assenso e l’indifferenza degli amministratori di tutti i comuni è stato deliberato l’ulteriore aumento del quale siamo venuti a conoscenza solo grazie al sindaco di Suvereto Giuliano Parodi che voto contro.
L’importo per l’acqua questo anno si avvicinerà o supererà inesorabilmente i 400 euro, e forse anche di più se i membri di una famiglia non stanno attenti. Occhio quindi a non stare troppo sotto la doccia, oppure a chiudere il rubinetto mentre vi lavate i denti.
Il dramma è che gli ultimi aumenti sono avvenuti proprio perché siamo stati già virtuosi. Infatti le aziende private che gestiscono l’acqua e gli Enti che hanno loro concesso questa mansione “puniscono” i cittadini virtuosi, allo scopo di mantenere i fatturati entro le previsioni, che è il tradimento del principio stesso del libero mercato, cui la filosofia delle privatizzazioni si ispirava. Accordo simile sembra che ci sia, nel campo dei rifiuti, nella discarica delle Strillaie a Grosseto gestita da Sei Toscana.
A questo punto allora si potrebbe proporre di fare come nella telefonia, tariffe “flat” a prescindere da quanta acqua consumi o da quanti rifiuti produci, tanto il prezzo resta sempre lo stesso in barba ai cittadini virtuosi o ai referendum.
Ma l’acqua è un bene troppo prezioso, e come tale deve essere gestito con coscienza.
Politici veri, se ci siete, battete un colpo.
Giuseppe Trinchini
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Che disarmante superficialità… come al solito…
Nella fornitura dell’acqua i costi legati alle quantità erogate sono molto piccoli rispetto a quei costi, chiamiamoli “fissi” per semplicità, che ne sono relativamente indipendenti. Come andrebbero ripartiti i costi fissi tra gli utenti? Un modo ragionevole, che è quello in vigore, è ripartirli in modo proporzionale ai consumi, come se non fossero costi fissi; in altre parole, chi consuma di più contribuisce di più a coprire i costi fissi, il che tra l’altro incentiva l’attenzione agli sprechi. In un sistema come questo, a fronte di un calo dei consumi, per coprire i costi fissi non si può fare altro se non aumentare le tariffe per metro cubo.
Il presunto dramma e le presunte punizioni ai danni dei cittadini virtuosi sono solo fumo negli occhi, sensazionalismo da quattro soldi che servono a questo sito per raggranellare qualche click in più.
Gentile Roberto. Per prima cosa la ringrazio per i complimenti, raggranellare qualche click fa sempre piacere. Per seconda cosa dal 2007 al 2014 l’incremento nelle tariffe in provincia di Livorno è stato del 58,3 per cento. Dal primo gennaio 2014 ad oggi sono stati addirittura tre gli interventi che hanno rimodulato, sempre al rialzo, il costo dell’acqua in provincia di Livorno.
Due sono quindi i casi. O prima i gestori erano dei maghi, oppure oggi c’è qualche problema con la dirigenza… e di conseguenza con chi li ha nominati.
Lei sta divagando: è del tutto evidente che la mia critica riguarda la parte del suo pezzo che inizia con “Il dramma è”, e che contiene uno sproloquio sulle aziende che punirebbero i cittadini virtuosi. Come lei ben sa, quella parte di testo è indifendibile: si tratta di pura e semplice disinformazione, un ingrediente che, me ne rendo conto, è funzionale all’impronta demagogica che da qualche anno lei ha ritenuto di dare a questa testata.
Gentile Roberto, intuisco che, nel solco della sua impostazione, le persone come me che evidenziano le discrepanze di tariffazione, e che quindi fanno riflettere sul fatto che tre persone con un consumo di 150 metri cubi all’anno da noi pagano 390 euro, mentre ad Isernia danno al gestore appena 86 euro, a Milano 103 euro/anno, a Roma 212, a Palermo 227, Torino 246, Napoli 189 e Cagliari 262, fanno pura e semplice disinformazione.
Grazie per l’attenzione,
Giuseppe Trinchini
Vedo che continua a far finta di non capire: pazienza.
@ Roberto io credo che capisca anche troppo invece….strano parlare con chi ha ancora un cervello vero??? Strano essere messi in imbarazzo solo con alcune sempilci domande vero??? Mica sarà per questo che il PD locale a Piombino non vuole né rispondere alle interrogazioni comunali fatte dall opposizione e invita anche i propri rappresentanti a non andare alle assemblee dei lavoratori…paura di perdere il regno???
Chi si trova dentro ad un sistema, ad es. quello di un potere partitocratico, ragiona solo nei termini concessi da questa appartenenza. Solo quello che viene detto ed approvato nella logica del mantenimento di questo sistema funziona ed è valido. Sono persone che si creano una “realtà” tutta funzionale al loro sistema. Non vogliono sentire le poche voci fuori dal coro che ci sono, poche, grazie alla loro bravura nell’instaurare, propagandare e coltivare, con il controllo dei media, il cosiddetto “pensiero unico” ( la gente si lamenta ma accetta). Vengono create delle “società” spesso a capitale misto pubblico-privato frutto di scelte di riorganizzazione delle vecchie strutture comunali, con la logica della distribuzione di posti di potere funzionali al mantenimento del sistema partitocratico. Strutture che diventano roccaforti del suddetto sistema con la possibilità di distribuire gli appalti e richiedere le forniture alle ditte “amiche”, creare posti di lavoro in funzione di serbatoio di voti e, in primis, incarichi dirigenziali ai carrieristi della politica, in modo da fornir loro stipendi adeguati al loro impegno funzionale al sistema. Questo è il vero scopo che si prefiggono, i rincari tariffari ne sono la logica conseguenza, la fornitura del relativo servizio solo un optional.
P.S. tacciare gli oppositori di “demagogia” era, anzi è, una delle tecniche dei regimi totalitari.
In due semplici parole.peste rossa .
Se non ti adegui sei considerato eversore o demagogico ….il bello è che questi personaggi 15,20,25 anni fa sfilavano con la bandiera di che Guevara e la falce e martello..
Tognarelli, complimenti per la supercazzola. Anche lei ha difficoltà a restare al punto da me sollevato, che è solo questo: con quale sistema devono essere ripartii i costi fissi della fornitura di acqua e cosa deve succedere, in tale sistema, a fronte di un calo dei consumi. Tutto il resto è materia per un’altra discussione che non c’entra niente con il mio intervento.
Gli anonimi, ovviamente, non li considero nemmeno.
Sei un fenomeno Roberto!! L articolo mette in luce la cattiva gestione da parte del sistema politico /imprenditoriale e tu parli di come dovrebbero essere suddivisi i costi tra gli utenti. Costi elevati rispetto ad altre realtà che anche tu paghi . le cose sono 2 o non ci arrivi o non ci vuoi arrivare….ma tanto no problem…io non esisto….;)
Dice Ciuco Nero: “Sei un fenomeno Roberto!! L’articolo mette in luce la cattiva gestione da parte del sistema politico /imprenditoriale e tu parli di come dovrebbero essere suddivisi i costi tra gli utenti.”
Quello che dicevo è che la lievitazione dei costi potrebbe dipendere dalla gestione clientelare partitocratica e, in certi casi familistica. Per questo il problema della lievitazione dei costi dovrebbe essere l’occasione per una approfondita riflessione da parte dei dirigenti e degli amministratori sulle loro responsabilità. Una presa di coscienza di come questo sistema di gestire “la cosa pubblica” sia dannoso per tutta la comunità risolvendosi in una perdita totale della fiducia della gente comune nei confronti di chi pretende di gestire i servizi. ll “pensiero unico”, così abilmente pilotato, comincia ad avere dei cedimenti e lo vedremo alle prossime elezioni, ma intanto i signori della “partitocrazia” dovrebbero rendersi conto che che nessun regime è per sempre. Per quanto riguarda la ripartizione dei costi, sarebbe il caso di calcolare quanto la loro lievitazione dipenda dagli errori gestionali. Di conseguenza andrebbero addebitati a chi li ha causati e non al popolo bue, che diligentemente ha risparmiato l’acqua.
Probabile che a qualche esponente PD dia noia un sindaco come Parodi che nel suo piccolo prova a fare gli interessi dei cittadini e non del partito….vero ???