AFERPI: CEVITAL PARLI ANCHE DI LOGISTICA E AGROINDUSTRIALE
Piombino (LI) – Minoranza Sindacale continua a fare pressioni affinchè il 1° marzo ci siano risposte concrete sul futuro dello stabilimento. Leggiamo insieme il loro comunicato.
«Il primo di marzo , al MISE , non si dovrà parlare solo di siderurgia ma si dovrà chiedere con forza cosa ne sarà del progetto agroindustria , altrimenti si corre il rischio concreto che gli ammortizzatori sociali non siano sufficienti, della logistica e Porto poiché per far ritornare a lavorare tutti i cassaintegrati e gli assunti in Aferpi è indispensabile che il piano industriale sia attuato nella sua totalità
Ad oggi il piano industriale presenta delle criticità evidenti , senza tralasciare che dopo otto mesi niente è stato fatto , nei costi e nelle disponibilità finanziarie per la sua realizzazione . Per il progetto siderurgico siamo passati da un costo stimato di 300 milioni a un consuntivo di 700 milioni solo per la realizzazione della acciaieria elettrica e del nuovo laminatoio per le rotaie , rimane ancora da quantificare i costi per il revamping dei laminatoi TVE , TMP e della logistica e energie , mentre per il Progetto Agroindustriale niente è stato fatto e/o detto, come già più volte denunciato.
Ecco perchè Governo , Regione , Comune , Organizzazioni Sindacali Nazionali e Locali che andranno al MISE il primo di marzo dovranno pretendere precisi e improrogabili impegni in merito alle tempistiche e disponibilità delle risorse finanziarie per l’ attuazione del piano, presentato da CEVITAL , nella sua interezza e cioè i 1450 posti di lavoro nel settore siderurgico , il progetto agroindustriale e i previsti 700 posti di lavoro , il Porto e Logistica con 50 posti di lavoro , per far si che Piombino torni a produrre acciaio .
Si dovranno ottenere altresì le garanzie e la certezza che vengano impostati correttamente e ben eseguiti gli smantellamenti, le bonifiche profonde e lo smaltimento dei rifiuti pericolosi (e dell’amianto) come previsto dagli accordi, riteniamo opportuna la necessità di tornare a coinvolgere – per tutte le problematiche ambientali e di messa in sicurezza del sito – ad alto rischio ambientale – di Piombino – anche il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e i suoi organi competenti.
L’obiettivo : avere un polo industriale , moderno, degno di questo nome , rispettoso dell’ambiente e della salute che tuteli la sicurezza nei luoghi di lavoro ,argomento che deve essere messo al primo posto , perché ancora si registrano infortuni , anche gravi , come quello occorso a un lavoratore (TMP) pochi giorni fa, dare benessere all’intero comprensorio e far si che l’indotto torni a dare occupazione a tutti quei lavoratori licenziati di cui ogni tanto ci si ricorda e si torna a parlarne marginalmente ma che di fatto sono esclusi dalle trattative e addirittura dalle assemblee.
I lavoratori e la città avranno vinto questa battaglia – concludono – quando tutti i dipendenti saranno utilizzati a tempo pieno, perchè non basta rientrare in fabbrica e lavorare un giorno o due al mese, solo allora i politici e sindacati potranno dire missione compiuta, e ricordiamo loro che i lavoratori e le loro famiglie non possono più attendere oltre».