VAL DI CORNIA: QUALI “AFFARI” PER IL DUO ASIU/RIMATERIA?
Piombino (LI) – I rifiuti saranno il principale business per il rilancio della Val di Cornia? E’ questa la domanda che sta alla base dello speciale realizzato dal periodico “Stile Libero” del quale proponiamo ai nostri lettori una sintesi.
«A Partire dal 2011 la Val di Cornia ha deciso di uscire dall’ATO Rifiuti Toscana Costa per entrare nell’ATO Rifiuti Toscana Sud (Grosseto, Siena e Arezzo) dove è già operante da tempo un gestore unico, la società Sei Toscana. Dopo quattro anni da qualche mese il servizio di raccolta e trattamento dei rifiuti urbani, storicamente svolto da ASIU, è stato interamente trasferito a Sei Toscana. Logica avrebbe voluto che con la cessazione del servizio pubblico, anche la società pubblica ASIU venisse sciolta, invece gli impianti di trattamento dei rifiuti urbani e la discarica di Ischia di Crociano sono rimasti alla vecchia società, e anche il 75% delle azioni dell’impianto TAP che, avrebbe dovuto, perché di fatto non è mai partito a livello commerciale, trattare i rifiuti industriali e produrre un aggregato riciclabile (il conglomix) da impiegare in opere infrastrutturali in sostituzione degli inerti vergini di cava […].
ASIU nopn solo non chiude, ma alla discarica pubblica di Ischia di Crociano ha acquisito altre discariche industriali e terreni demaniali inquinati che ha preso in concessione dallo Stato in sostituzione della Lucchini, pagando i relativi canoni e assumendosi gli obblighi di messa in sicurezza e bonifica. Non risulta che questa rilevante e onerosa decisione sia mai stata comunicata ai Consigli Comunali che avrebbero dovuto fornire indirizzi all’ASIU. D’ora in poi non tratterrà più i rifiuti urbani (quelli lasciano già la Val di Cornia per andare a sud, nel grossetano, e costeranno di più ai contribuenti, se non altro per i costi di trasporto), ma i rifiuti speciali, compresi quelli pericolosi […].
L’obbiettivo è quello di procedere da subito, e senza particolari vincoli di provenienza, a trasformare le discariche e gli impianti in mano ad ASIU in un polo per il trattamento dei rifiuti speciali, pericolosi compresi ampliando e rialzando (da 26 a 32 metri) la discarica, e riempiendo gli spazi liberi che ci sono tra la discarica ASIU e quella Lucchini per circa 400.000 metri cubi. Di questi 260.000 saranno destinati ai rifiuti speciali non pericolosi, 70.000 ai pericolosi contenenti amianto e 70.000 ai pericolosi stabili non reattivi. Rilevanti sono anche gli investimenti per realizzare le nuove discariche. Si stima un costo di 13 milioni e la data dell’ottobre 2016 come avvio dei conferimenti nei nuovi spazi.
È del tutto lecito chiedersi da dove proverranno questi rifiuti, visto che ASIU si porta in dote già oggi un debito gigantesco, stimato tra i 20 e i 30 milioni di euro».
Chi vuole approfondire l’argomento può visitare il sito http://www.stileliberonews.org/
Da Asiu a Rimateria: porte aperte per i privati
Amianto e rifiuti pericolosi a Ischia di Crociano