LEGAMBIENTE: NUOVE DISCARICHE PER RIPULIRE PIOMBINO, NON PER FARE SOLDI
Piombino (LI) – Legambiente invia un comunicato che mette alcuni punti fermi sulla realizzazione delle nuove discariche a Ischia di Crociano. Queste non devono «prendere da “fuori” qualsiasi rifiuto» ma essere utilizzate per le bonifiche e dare un nuovo volto a Piombino. Leggiamo insieme integralmente il comunicato.
«Si sta discutendo – inizia il comunicato di Legambiente – dell’ampliamento della discarica Asiu di Piombino che dovrà accogliere i rifiuti speciali (industriali e non) presenti sul territorio e di un più vasto progetto di cui è incaricata la società “Rimateria”.
Parlando di discariche il tema principale, la priorità assoluta, è l’enorme discarica abusiva presente dentro i confini dello stabilimento, che genera inquinamento a non finire, cresciuta sotto gli occhi chiusi delle istituzioni pubbliche e della magistratura. Una enorme distesa di cumuli di rifiuti, altri sotto il piano di campagna, anche pericolosi, per decine di milioni di tonnellate. Ad ogni alito di vento si genera polvere pericolosa, soprattutto per chi abita nelle vicinanze (gli abitanti di Colmata) e continuamente si riversa, verso i fossi adiacenti, un’acqua tossica e puzzolente con incredibili quantità di metalli pesanti e idrocarburi, tra cui i pericolosissimi Naftalene e Benzo-a-Pirene.
É chiaro che l’ampliamento della discarica Asiu debba servire – continua Legambiente – assieme a tutto il progetto “Rimateria” a smaltire, trattare e riciclare i materiali presenti o generati dalle attività locali, risanare il territorio e far finalmente partire l’attività economica virtuosa di riciclo dei materiali che potrebbe limitare anche lo scempio delle cave di Campiglia.
Innanzitutto è strategico che partano le bonifiche! chiediamo alle istituzioni garanzie dei tempi e degli impegni finanziari per tutto il territorio da bonificare, compreso le aree su cui si potrebbero anticipare le bonifiche, senza aspettare la conclusione dell’iter progettuale e l’attuazione della messa in sicurezza dell’area SIN. Occorre che la disponibilità di volumi della discarica corrisponda alla necessità di smaltimento dei rifiuti. Per questo i rappresentanti delle istituzioni illustrino e garantiscano quali sono i canali finanziari, in tempi rapidi, anche per le aree, da bonificare, contigue alla discarica, in gestione a Rimateria (LI53).
Se non si libera quest’area LI53 al più presto – continua il comunicato – e invece si riempiono i volumi del presente progetto con rifiuti non provenienti dall’area LI53, poi non potranno esserci nuove aree per accogliere rifiuti provenienti dalla gran parte delle bonifiche da completare. Oppure peggio, se i tempi delle bonifiche non corrispondono con i tempi del completamento della discarica, Rimateria sarebbe costretta a prendere rifiuti da fuori. In ogni caso Piombino farebbe la fine di Bagnoli o peggio.
Su questo aspetto le amministrazioni devono chiarire da dove devono venire i finanziamenti per fare questo pezzo di bonifica, dato che non è affatto certo che si possano utilizzare parte dei 50 milioni stanziati. Oppure devono assicurare di scorporarne la parte necessaria.
Inoltre, avanziamo dubbi sulle quantità di amianto compatto presenti dentro le fabbriche e nel nostro territorio che giustifichino la necessità di questi volumi del modulo apposito, nel progetto.
Occorre chiarire che occorre un impegno politico a non prendere da “fuori” qualsiasi rifiuto, … incluso da eventuali navi demolite, al porto, visto l’enorme mole presente a Piombino. Gli spazi di una discarica sono preziosi, per cui le stime della presenza deve corrispondere agli spazi dedicati, con la consapevolezza che per altre tipologie di speciali e speciali pericolosi da stabilizzare occorreranno ben altri volumi di discarica.
Avanziamo dubbi anche per l’aspetto ambientale a causa della prossimità di abitazioni a poche centinaia di metri e per l’assenza nel progetto di attrezzature di corredo alla discarica come locali muniti di idonei sistemi di aspirazione/filtrazione per stoccaggio provvisorio o di emergenza».
Legambiente
Val di Cornia
Speriamo bene, la mia paura più grande invece riguarda il ruolo che avrà il privato in “rimateria”. I privati devono guadagnare e basta senza farsi tanti scrupoli ambientalisti, basta vedere il groviera che han creato a Campiglia.
E’ anche vero però che è impensabile che i comuni colmino il buco economico della vecchia Asiu anche se ne hanno non poche colpe, pertanto la scelta del privato è pressoché obbligata.