EDITORIALE: QUANDO ARRIVA LA RASSEGNAZIONE
L’EDITORIALE di Giuseppe Trinchini
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EDITORIALE: QUANDO ARRIVA LA RASSEGNAZIONE
Corriere Etrusco “numero 140” del 15 Marzo 2016.
Venerdì scorso mi sono fermato a prendere un caffè al bar, e involontariamente ho ascoltato il dialogo tra la giovane barista e un suo coetaneo, entrambi vicini alla trentina. La discussione si conclude con una parola che mai avrei voluto sentire tra due giovani: rassegnazione.
Una rassegnazione nella quale la gente non reagisce più neanche alle menzogne mai negate, perché gli italiani non hanno memoria, e neanche internet li può aiutare in questo.
Ad esempio, in Val di Cornia, sulla questione rifiuti le principali motivazioni della “svolta verso sud” che ci ha messo nelle mani di SEI Toscana, erano state che le tariffe non sarebbero aumentate. Ora si scopre che le prossime bollette saranno di un 10% sopra la media. Pensate che succederà qualcosa?
La gente si è già dimenticata perfino che quelle dell’acqua sono aumentate del 60% in cinque anni, e nessuno ha battuto ciglio, neanche quando ci hanno detto che le aumentavano ulteriormente perché la gente consumava di meno.
Vedere poi il neo presidente di “Rimateria/Tap” Valerio Caramassi , in “compagnia” dei 27 milioni di euro di debiti Asiu (dei quali nessuno chiede conto al vecchio presidente Fulvio Murzi), da solo, davanti ai cittadini senza il sostegno e la presenza dei sindaci, fa pensare che la materia sia qualcosa da far passare sotto silenzio, come se non riguardasse mica la nostra salute o il futuro della Val di Cornia. E mentre regna il silenzio, agli amministratori di Sei Toscana arrivano gli avvisi di garanzia.
Ma che la gente si è rassegnata si vede anche in altri campi. Due convegni sulla siderurgia nell’arco di due settimane nei quali la partecipazione è stata scarsa (nel primo che parlava della storia dell’acciaio), o assente (come nel secondo che parlava del futuro dell’acciaio).
Perfino al primo incontro su “Salviamo la Costituzione” uno dei relatori ha voluto specificare che basterebbe che chi ha detto “No” nel 2006 per coerenza tornasse a votare questa riforma che è perfino peggiore della precedente; proprio perché quel termine, “rassegnazione”, ormai è entrato in tutti i meandri della società e non si riesce a far risvegliare la gente che, se ancora non si è trasformata in “morti viventi”, di sicuro vede morire le coscienze di buona parte della nostra comunità.
Giuseppe Trinchini
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