MAGONA E 398: ROSSI FA FLOP E LE OPPOSIZIONI INSORGONO
Piombino (LI) – Viabilità, infrastrutture e costi dell’energia: sono stati questi i temi che il presidente della Regione, Enrico Rossi, ha posto giovedì 17 marzo nell’incontro che si è tenuto a Roma, nella sede del Ministero per lo Sviluppo Economico. In primo piano Piombino ma anche le altre realtà della costa toscana, come la Solvay di Rosignano e la Magona. Presenti il viceministro dello Sviluppo Economico, Teresa Bellanova, il sottosegretario all’Ambiente, Silvia Velo, il governatore Enrico Rossi con Gianfranco Simoncini, il sindaco Massimo Giuliani con l’assessore all’ambiente Marco Chiarei, il commissario dell’Autorità portuale, Luciano Guerrieri, rappresentanti del ministero delle Infrastrutture.
Sul caro energia non ci si è mossi dallo stallo, e l’unico risultato è l’annuncio di una convocazione di Magona al Mise in tempi brevi.
Secondo il governatore è necessario infatti definire la vicenda dei costi alti dell’energia, e ricorda che nell’Accordo di programma erano previsti non a caso interventi di sostegno delle realtà siderurgiche, invece rimane ancora irrisolta la questione dell’intervento per la Magona. Per Rossi l’Italia ha un differenziale negativo rispetto all’Europa che deve non solo con la tecnica, ma anche con una vera volontà politica. I costi sono troppo alti per giustificare gli investimenti nel nostro paese. La questione secondo Rossi è della massima importanza perché si tratta di un nodo cruciale della politica industriale e del Paese che vogliamo costruire.
Sulla 398 invece Rossi ha chiesto al Governo e ai ministeri competenti un aggiornamento formale dell’articolo 9 dell’Accordo di programma per completare la 398. In pratica sparirà dalle previsioni l’impegno che due anni fa veniva attribuito a Sat per la realizzazione dell’opera, società tanto voluta da Enrico Rossi e Gianni Anselmi. «Sia l’Anas a trovare spazi nel proprio bilancio per la realizzazione dell’opera» ha concluso Rossi.
Nell’incontro si è parlato anche della questione delle bonifiche di competenza pubblica, con il sottosegretario Velo che conferma che Invitalia ha acquisito il layout del progetto di Aferpi e, sulla base di questo, sta aggiornando il progetto preliminare degli interventi di bonifica. Appena completata questa fase, in tempi brevi, Invitalia procederà con il primo stralcio delle gare che potrebbero partire già da maggio di questo anno.
Ieri c’è stata una riunione di Fim, Fiom e Uilm anche in Magona con il presidente di Arcelor Mittal della divisione che fa capo a “Fos sur mer” che è venuto per conoscere l’azienda e fare il punto della situazione. I sindacati hanno anche incontrato oggi i vertici aziendali di Piombino per la questione dei contratti di solidarietà che sono in scadenza a fine mese. Un punto fondamentale per i 510 dipendenti Magona anche perché si ritroveranno ad avere meno soldi in busta paga – il rinnovo avverrà infatti con i parametri del job act – e quindi sarà importante trovare soluzioni «salvagente» magari con Regione o ministeri.
Le opposizioni di fronte a questo stallo non sono rimaste in silenzio e il Coordinamento Fabbriche PRC Piombino ha così commentato:
«Ieri al mise non è stato deciso niente di importante la 398 nessuno la vuole pagare l’energia per la magona nessuno la vuole abbassare. Si parla di rotaie da fare in giro per il mondo ma con quali blumi si faranno? Per ora non arrivano le navi, i treni di laminazione sono alla frutta e non c’è barlume di fare il forno elettrico . Però il tempo passa e gli ammortizzatori sociali si assottigliano. Ma il Governo e la Regione cosa stanno facendo? Parole, parole, parole».
Carla Bezzini, consigliere della lista civica “Un’Altra Piombino” invece ha commentato:
«Un altro incontro interlocutorio. L’ennesimo. Ancora niente di fatto sulla 398. Ancora niente sul tema energetico. Ancora niente sulle bonifiche, per le quali siamo ancora ai progetti preliminari. In un Paese normale, quando di mezzo ci sono interessi strategici come lo è l’ industria siderurgica, in crisi e sotto attacco per il damping cinese, dovrebbe scattare una azione non solo di difesa ma anche di politiche attive .
E’ il Governo che deve esigere il rispetto degli accordi e deve mettere in atto tutte le azioni affinchè gli accordi si tramutino in fatti: ma questo non sta avvenendo. A rendere più pesanti le incertezze, è notizia di ieri che per difficoltà nei rifornimenti, il TPP fermerà per un periodo imprecisato.
Noi riteniamo che sia urgente un intervento deciso da parte del Governo , con lo stanziamento di risorse aggiuntive per un esteso programma di bonifica del territorio e con tempi certi ; che si dia attuazione all’impegno di finanziare la ss398; che si faccia un decreto per un prezzo dell’energia che la Magona aspetta da due anni, dopo promesse non mantenute . Qui si sta andando di tavolo in tavolo , senza che tempi certi e impegni concreti vengano mai definiti. Per quanto riguarda Aferpi, sappiamo benissimo che il progetto complessivo è complicato e che avviene in un momento non buono per il mercato siderurgico, ma la domanda che sorge è come questo scenario non fosse presente fin dall’inizio . Ora chiediamo fatti ,di parole se ne dette anche troppe. Piombino vuol sapere se ripartirà la siderurgia e quali prospettive concrete ci sono per l’indotto che soffre una situazione drammatica. Rebrab ha avuto la disponibilità di 65 milioni di euro: buona notizia, certo, ma si parlava di 600 milioni di euro solo per Aferpi e 270 milioni di euro per il progetto agro-industriale e la logistica. Ancora non sappiamo niente del forno elettrico e per l’agro-industria non c’è ancora nessun progetto.
Per Arcelor_Mittal non c è futuro senza investimenti e innovazione. Da 10 anni ormai non si fa che ridurre il numero degli occupati, con forti scompensi tra impiegati e operai. Sta anche venendo meno quel livello utile di ricambio e professionalità fondamentale in una industria. La domanda è cosa vuole fare Arcelor –Mittal della Magona? L’azienda chiede che il prezzo dell’energia sia uguale alla concorrenza (e qui il governo è il grande assente) e la possibilità di utilizzare ancora la solidarietà, ma non basta. Ci vuole anche un piano di rilancio dello stabilimento proprio per rendere migliore quello che ci fa stare sul mercato: la qualità e l’innovazione».