«KILLER IN CORSIA»: INFERMIERA ACCUSATA DI 13 OMICIDI
AGGIORNAMENTO 2: Al termine dell’articolo le parole del Vescovo diocesano don Carlo Ciattini.
Piombino (LI) – Omicidio volontario continuato nei confronti di 13 pazienti ricoverati nell’ospedale di Piombino. E’ questa l’accusa che i carabinieri del Nas di Livorno, insieme ai militari del Comando Provinciale, hanno eseguito l’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Livorno, Antonio Pirato, nei confronti di un’infermiera dell’ospedale della nostra città.
Fausta Bonino, 55 anni, è stata arrestata dai carabinieri di Livorno ed è accusata di aver ammazzato in un anno e mezzo 13 persone, tra i 61 e gli 88 anni, ricoverate nel reparto di rianimazione: pazienti in condizioni gravi, ma non terminali.
L’indagine è scaturita da un monitoraggio della situazione nel reparto in cui lavorava l’infermiera. Qui era stato constatato un numero di decessi anomali. Le vittime erano in prevalenza persone anziane, non solo malati terminali; per l’accusa le morti sarebbero state provocate tramite l’iniezione di un farmaco specifico, l’Eparina, non un sedativo, ma definito “fuori terapia”, di cui si è avuto riscontro attraverso le analisi effettuate.
La serie anomala di decessi nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Piombino si è interrotta solo quando i carabinieri del Nas di Livorno hanno spinto l’Asl a trasferire l’infermiera in un altro reparto. Secondo quanto ha raccontato il Nas dei carabinieri il tasso di mortalità nel reparto di rianimazione, quando la donna è stata rimossa, è sceso dal 20 al 12 per cento. Intanto l’inchiesta è proseguita finché il tribunale ha dato l’ok alla custodia cautelare.
Gli investigatori non escludono che l’infermiera possa aver ucciso anche in anni passati, precedenti al 2014-2015 e aspettano eventuali segnalazioni per poter svolgere eventuali approfondimenti di altri episodi. La Bonino, hanno aggiunto, era stata in cura per problemi di carattere psicologico, anche se attualmente non era più seguita da un medico di fiducia.
L’infermiera si trova ora nella sezione femminile del carcere di Pisa dove è stata portata dai carabinieri che per arrestarla l’hanno aspettata all’aeroporto di Pisa di rientro da un viaggio a Parigi, dove aveva passato una vacanza con il marito in visita a uno dei due figli. La donna è originaria di Savona, la sua famiglia è piemontese, ma da almeno 30 anni abita a Piombino.
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Saccardi: “Storia orribile, collaboriamo con la giustizia”
FIRENZE – “E’ davvero una storia orribile, alla quale si fa fatica a credere. Una storia che purtroppo rischia di gettare discredito su una categoria, quella degli infermieri, che invece è fatta da persone che svolgono il loro lavoro con competenza, professionalità, dedizione, spirito di sacrificio, grande senso etico. Il mio pensiero e la mia solidarietà ai parenti delle vittime. E il mio ringraziamento ai carabinieri del Nas e alla magistratura, che hanno condotto le indagini, alle quali la Asl ha collaborato e a ha dato impulso. Verificheremo – aggiunge l’assessore – se vi sia adeguata attenzione nella valutazione dei casi; voglio tuttavia sottolineare che l’indagine è partita sulla base di due denunce da parte del SSR e che, appena avuto il sospetto del coinvolgimento dell’indagata nei fatti, l’infermiera venne spostata dal suo posto di lavoro””.
L’assessore al diritto alla salute Stefania Saccardi interviene sulla vicenda dell’infermiera dell’ospedale di Piombino, arrestata ieri sera dai carabinieri del Nas di Livorno con l’accusa di omicidio continuato aggravato a danno di pazienti. Tra il 2014 e il 2015 la donna avrebbe provocato la morte di 13 pazienti tra 61 e 88 anni, con la somministrazione di dosi massicce di anticoagulante. “Continueremo ad assicurare alla giustizia tutta la nostra collaborazione nel proseguimento delle indagini. Voglio sottolineare ancora che si tratta di un caso isolato: la missione di un infermiere non è certo quella di dare la morte, ma invece curare, assistere, alleviare il dolore. E questo fanno, con deontologia professionale, gli infermieri del servizio sanitario toscano”.
Oggi pomeriggio alle 16 la direttrice della Asl Toscana nord ovest Maria Teresa De Lauretis terrà una conferenza stampa all’ospedale di Livorno per illustrare i fatti e presentare il proficuo percorso di collaborazione con la magistratura e con i Nas. Appena avute le prime conferme, fanno sapere dalla Asl, l’infermiera è stata trasferita dal reparto al poliambulatorio, dove non vi è somministrazione di farmaci.
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Ciattini: «Smarrimento ed incredulità»
Il Vescovo Diocesano don Carlo Ciattini, ha commentato così la vicenda: «Smarrimento e incredulità sono i sentimenti che quasi ci assalgono alla terribile notizia di quanto i mezzi di comunicazione, ci dicono essere accaduto all’Ospedale civile di Piombino.
Siamo vicini ai familiari dei pazienti deceduti, alla Direzione e al personale tutto del Presidio Ospedaliero che sono stati travolti da questa triste e tragica vicenda.
A ciascuno porgiamo i nostri sentimenti di cristiana e umana solidarietà insieme al ricordo nella preghiera di cui si farà interprete personalmente il can. Mario Magni, cappellano dell’Ospedale».
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Mugnai: «Una macchia indelebile sulla sanità»
«A loro, e alle vittime, va il mio primo pensiero. È chiaro che un fatto simile rappresenta, se dimostrato, una macchia indelebile su una sanità, quella Toscana – prosegue – già fiaccata da numerose inchieste. Serve trasparenza, per questo chiedo al presidente Rossi di riferire al Consiglio ogni informazione di cui entrerà in possesso.
Una persona non fa una categoria. Sappiamo bene, per esperienza sia personale che riflessa, che la sanità toscana vive soprattutto della capacità e della generosità umana e professionale dei tanti medici, infermieri e operatori socio-sanitari che vi operano. Però fatti come quelli accaduti a Piombino, se provati, chiamano tutti ad una profonda riflessione».