TRE VIRTUALIZZAZIONI AL MUSEO ETRUSCO DI PIOMBINO
Piombino (LI) – Dal 9 aprile la visita del Museo si arricchisce di un nuovo percorso multisensoriale con tre postazioni tattili-visive-uditive che permetteranno a tutti di comprendere e godere appieno di tre simboli della storia antica di Populonia: la Tomba dei Carri, la sepoltura etrusca meglio conservata nel Parco archeologico di Baratti e Populonia, il Mosaico dei Pesci e l’Anfora di Baratti, sicuramente fra i reperti più significativi del Museo. Così nasce il nuovo percorso “Un Museo in tutti i sensi”, progetto curato dalla Parchi Val di Cornia SpA con il contributo scientifico del Dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze e finanziato dalla Regione Toscana.
Questo perchè dal 2013, il Museo di Piombino ha ottenuto dalla Regione Toscana il significativo riconoscimento di Museo di rilevanza regionale, potendo così beneficiare di uno specifico contributo finalizzato a sviluppare e incrementare le attività dei musei riconosciuti e favorire una comunicazione museale accessibile alle più ampie categorie di pubblico. Usando le tecniche di Virtual Heritage secondo il più innovativo storytelling museale, il Museo ha reso “parlanti” questi tre importanti manufatti.
Lo sviluppo del progetto:
La prima fase ha previsto la ricostruzione in scala dei reperti e del monumento, ottenuta con una modellazione 3D elaborata da una scansione con un laser-scanner o, nel caso del mosaico, con un rilevamento fotografico. Particolarmente difficile è stato rilevare l’anfora, in quanto la superficie riflettente e l’estrema complessità delle figurazioni, con i molti particolari a sbalzo ed incisi, mal si prestano ad una scansione laser.
L’Anfora è stata realizzata nelle dimensioni reali, mentre il mosaico e la tomba dei Carri, date le dimensioni, sono stati riprodotti in scala. Per la stampa 3D si è usato un materiale particolare, detto ABS, adatto a rendere il più possibile i minimi particolari. Per il mosaico invece si è proceduto ad una stampa fotografica su pellicola plastificata.
In una seconda fase i tecnici hanno ricomposto le scansioni al computer e contestualmente sono stati definiti i contenuti delle tre proiezioni, con la raccolta del materiale iconografico di riferimento (foto di repertorio, video, disegni ricostruttivi) e delle fonti storiche.
Molta attenzione è stata posta nella scelta dello stile comunicativo, pensato non solo per rendere comprensibili concetti alle volte tecnici e complessi, ma anche tenendo conto delle diverse utenze, sia per fascia di età, che per le tipologie di disabilità.
I testi hanno preso vita grazie alle voci narranti di due attori; il tutto è stato reso più suggestivo con l’accompagnamento di suoni d’ambiente e musiche antiche, con colonne sonore realizzate ad hoc e suoni particolari che rendono più realistiche ed “immersive” le narrazioni.
L’ultima fase è stata quella della sensorizzazione dei reperti. Per ovviare al problema dell’inserimento dei sensori e dell’hard disk con i contenuti sonori nell’Anfora (che ha una forma chiusa), il modello è stato realizzato in più pezzi da poter assemblare dopo la sensorizzazione.
Dopo questa fase, infine, si è passati al posizionamento dei modelli e dei monitor su supporti costruiti appositamente sullo stile museografico dei pannelli e delle vetrine già esistenti, ponendo attenzione all’accessibilità per chi deambula con una carrozzina.
Le postazioni sono state inserite volutamente accanto agli originali al secondo piano del museo (per l’anfora e il mosaico), mentre si è scelto di posizionare il modello della tomba dei Carri (che si trova all’interno del Parco archeologico di Baratti e Populonia) alla fine del primo piano, dopo i corredi delle coeve sepolture a tumulo e di fronte alla ricostruzione didattica del banchetto etrusco.
Per approfondimenti tecnici sull’allestimento del percorso: http://www.dida.unifi.it/art-347-un-museo-in-tutti-i-sensi.html