CAMPING CIG: AL MISE FINALMENTE FATTI O NARRAZIONI FELICI?
Piombino (LI) – Riceviamo e pubblichiamo integralmente un commento del gruppo “Minoranza Sindacale” a pochi giorni dall’incontro del 19 maggio che si terrà a Roma al Mise. I punti contenuti nel documento riassumono la relazione del Commissario Straordinario Nardi e pongono una serie di domande relative al futuro dello stabilimento piombinese.
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«Piombino, undicesimo mese dell’Era Cevital. Alla recente firma del contratto per la fornitura tecnologica dei nuovi impianti produttivi (forno elettrico, acciaieria e laminatoio per rotaie) sono seguiti cori unanimi di giubilo e di entusiasmo con la rassicurazione che tutto è a posto, tutto è risolto. Subito dopo, però, è uscita la relazione periodica del commissario governativo Nardi che, citando anche i rapporti bimestrali inviatigli da Aferpi, ha descritto una realtà più complessa. Vediamo, in estrema sintesi, di tradurre la relazione Nardi dal linguaggio tecnico-burocratico ad un italiano comprensibile a tutti.
- Si rende necessaria la revisione del piano industriale presentato nell’aprile del 2015, visto l’andamento negativo del mercato dell’acciaio e considerato che, nei fatti, la previsione di due forni elettrici si è ridotta ad uno solo. Sorge spontanea la domanda: cosa comporterà questo in termini occupazionali per coloro (1450) che dovevano essere assunti nel settore siderurgico?
- Attualmente l’azienda non ha i soldi per garantire la marcia, seppur minima, dei treni di laminazione, perché anche l’acquisto dei semiprodotti (billette e Blumi) è legato ai finanziamenti da trovare presso le banche: ad oggi non è arrivato nessun prestito e pertanto gli impianti (compreso il TPP) lavorano a singhiozzo.
- Se i soldi non ci sono per il cosiddetto “circolante” (in pratica, i soldi che servono nell’immediato per lavorare), figuriamoci per gli investimenti (forno, acciaieria e laminatoio per rotaie) per i quali occorrono almeno 500 milioni, oltre a quelli necessari per la “messa in sicurezza operativa” (MISO) delle aree inquinate su cui dovranno sorgere i nuovi impianti. Nella relazione di Nardi si scopre che la ricerca dei finanziamenti ha (per ora) la scadenza del prossimo settembre; quindi, al di là dei festeggiamenti, per adesso di concreto ci sono solo i 2,5 milioni versati a SMS Demag per completare la progettazione; tutto il resto è da trovare.
- Si parlerà dello smantellamento dell’ex area a caldo solo dopo l’acquisizione dei finanziamenti, quindi tutto il settore agroindustriale (700 posti di lavoro) resta per ora in alto mare.
- La logistica (50 posti di lavoro) è ancora ferma al punto di partenza in quanto si sta cercando un partner specialista e cofinanziatore dell’attività.
- I tempi della realizzazione degli impianti non sono affatto chiari: Nardi (in base alle notizie fornite da Aferpi) parla di inizio lavori nel primo semestre 2017 e completamento entro il primo trimestre 2018; Demag ipotizza 28 mesi per completare il tutto, cioè molto di più. Sia l’uno che l’altro non chiariscono quali possano essere i tempi da aggiungere per l’iter burocratico delle autorizzazioni per le bonifiche di competenza Aferpi e per le licenze edilizie delle opere civili connesse agli impianti da costruire. Domanda: gli ammortizzatori sociali arriveranno a coprire tutto il periodo necessario al pieno reinserimento produttivo di tutti i lavoratori previsti dal piano?
- La relazione Nardi esprime una forte preoccupazione relativa alla possibilità di reperire gli imponenti finanziamenti necessari sia per gli investimenti (a lungo termine) che per il circolante (a breve termine). Siamo quindi autorizzati a pensare che queste risorse non siano affatto certe.
In conclusione, chiediamo che nell’incontro del 19, al Mise, le istituzioni e i sindacati pretendano di conoscere nei dettagli il contratto tra Aferpi e SMS Demag (a partire dai tempi, dalla quantità e modalità dei pagamenti, dalla acquisizione dei necessari finanziamenti e da un preciso crono-programma delle varie fasi dei lavori, comprese le opere civili, per la realizzazione del forno elettrico, dell’acciaieria e del laminatoio per rotaie). Nello stesso incontro devono essere resi noti anche i finanziamenti e il cronoprogramma della parte agroindustriale e della logistica. Tutti questi dati devono, immediatamente, essere resi pubblici per permettere di capire se dopo 11 mesi di promesse e scadenze non mantenute questa volta si voglia fare sul serio o continuare l’illusoria narrazione felice».
Piombino 11 maggio 2016
Gruppo Minoranza Sindacale – Camping CIG
Sì, credo che il dr. Nardi abbia ragione: per prima cosa va rivisto il Piano Industriale.
Cito a mente alcuni punti salienti del Piano Industriale originale:
– investimenti complessivi: 300 milioni di euro
– tempo di realizzazione: 18 mesi
– marginalità attesa dalla futura gestione industriale: circa 10%
– tempo di rientro dell’investimento: 17 anni.
Vediamo dove siamo adesso:
– investimenti complessivi: 600-700 milioni di euro (ad oggi)
– tempo di realizzazione: 28 mesi (ma forse 32, o 36, o …)
– marginalità attesa dalla futura gestione industriale: ?
– tempo di rientro dell’investimento: ???
Completando il lavoro, forse si potrebbe comprendere come mai è così difficile trovare istituti di credito disposti ad erogare i finanziamenti necessari.
Infine un paio di domande:
– come è stato fatto il Piano Industriale originale, visto che si basava su valori che si sono dimostrati errati del 100% ed oltre ?
– come ha fatto ad approvarlo, chi lo ha approvato ?
Ormai è palese che i sindacati e politica locale con il favore dei giornalai stanno facendo di tutto per raccontare novelle alla gente in attesa di un nulla.sperano che la gente se ne vada da sola x disperazione e molti questo lo hanno già fatto. È finita signori,è finita.
Il regime partitocratico continua a sostenere questa assurda favola perché sa bene che quando finisce la favola finisce anche il regime. Tenerlo in piedi più a lungo possibile è la parola d’ordine, a tutti i costi.
E voi rivotateli…