AFERPI: SULLE FERMATE IL SINDACATO E’ SEMPRE PIU’ NERVOSO

L'AD di Aferpi Fausto Azzi

L’AD di Aferpi Fausto Azziferpi

Piombino (LI) – In un comunicato sindacale di ieri, 8 giugno, il Consiglio di Fabbrica di Aferpi, Lucchini e Piombino Logistics, riunitosi  in maniera straordinaria ha espresso la propria preoccupazione, dopo l’incontro con l’AD di Aferpi Fausto Azzi,  riguardo alle continue fermate dei treni di laminazione e per questo chiede un incontro urgente alla Presidenza del Consiglio con la presenza di Rebrab al fine di garantire la continuità produttiva e la stabilità del progetto.

Azzi nell’occasione ha smentito le voci sulle sue possibili dimissioni, così come sono infondati i rumors sul possibile ingresso in società di un fondo di Dubai. Ai segretari di Fim Fiom e Uilm l’Ad di Aferpi ha mostrato un dettagliato cronoprogramma delle azioni previste da qui al 2018, a dimostrazione, a suo dire, della serietà del progetto dell’azienda.

Il problema è sempre lo stesso: manca il denaro per il “circolante” che costringe l’azienda a marciare a singhiozzo, attendendo i pagamenti per acquistare a propria volta il semiprodotto. E i laminatoi sono fermi o si fermeranno all’inizio della prossima settimana. Aferpi ha chiarito che per tpp e tmp è prevista una ripresa dell’attività all’inizio di luglio, mentre il tve sconta lo stop alle importazioni deciso dall’Algeria (da parte del governo del paese di Rebrab) e potrebbe ripartire nella seconda metà del mese prossimo.

Azzi non ha nascosto il suo nervosismo sia per la scarsa fiducia da parte degli istituti di credito, sia per la mancanza di concretezza da parte del Governo nel mettere in atto l’impegno a sostenere Aferpi attraverso le banche. Va ricordato comunque che gli istituti di credito sono rimasti già pesantemente scottati (700-800 milioni di euro) dalla Lucchini, ed è comprensibile che non vogliano anticipare i soldi ad una azienda che viene ostacolata dal paese del proprietario della stessa e poco sostenuta dal governo italiano. Di qui la volontà dei sindacati d’incontrare Renzi, alla presenza di Rebrab quanto prima.

Scritto da il 9.6.2016. Registrato sotto Economia, Foto, Toscana-Italia, ultime_notizie. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

6 Commenti per “AFERPI: SULLE FERMATE IL SINDACATO E’ SEMPRE PIU’ NERVOSO”

  1. Sergio Tognarelli

    “Azzi non ha nascosto il suo nervosismo sia per la scarsa fiducia da parte degli istituti di credito, sia per la mancanza di concretezza da parte del Governo nel mettere in atto l’impegno a sostenere Aferpi attraverso le banche. Va ricordato comunque che gli istituti di credito sono rimasti già pesantemente scottati (700-800 milioni di euro) dalla Lucchini, ed è comprensibile che non vogliano anticipare i soldi ad una azienda che viene ostacolata dal paese del proprietario della stessa e poco sostenuta dal governo italiano.”, …c’è bisogno di altro, signori?

  2. Ciuco nero

    No, va tutto bene…è tutto ok..i gufi e le cassandre parlano solo x infangare il pd…. fidatevi,fidatevi ancora di questa gente…mi raccomando continuate a votarli.

  3. Rossi Mario

    Ma volete più aiuti di così??? Tutti gli ammortizzatori sociali che lo stato ha pagato a fondo perduto non si contano??
    Il problema è che non andava ceduta a Cevital ma a Jindal, questi hanno promesso di far lavorare tutti ed infatti si vede.

  4. Ciuco nero

    Infatti io nn voglio nessun ammortizzatore sociale! Con tutti i soldi che hanno speso nw facevano 3 di forni elettrici e avanzavano! E non c era bisogno di farsi prendere in giro da un venditore di cammelli..

  5. Paolo

    Ma scusate, diciamo allora che venticinque anni fa si è fatto un errore e torniamo alle partecipazioni statali. Forse si perdeva meno, si funzionava meglio, c’era il doppio di occupati e non eravamo nelle mani di un algerino.

  6. Ciuco nero

    Appunto,ma privatizzando si sono avuti molti vantaggi livellamento verso il basso sui diritti degli operai, meno debito pubblico e possibilità infinite al privato di poter trasgredire le leggi sulla inquinamento. Tanto poi alla fine ci perde sempre il lavoratore che paga con il proprio posto di lavoro le portate di altri.

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    Nonostante l'addendum all'accordo di programma, senza il quale Rebrab sarebbe diventato Padrone a tutti gli effetti dello stabilimento, tale data viene comunque considerata dalla nostra testata come quella di inizio della crisi economica reale di Piombino. Da allora sono passati solo
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