CAMPING CIG: «BALLIAMO MENTRE IL TITANIC AFFONDA»

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un momento della conferenza stampa

Piombino (LI) – E’ nata l’associazione “Coordinamento articolo 1 – Camping Cig” da quei  lavoratori,  cassintegrati,  disoccupati delle acciaierie e delle altre aziende precipitate nella crisi Lucchini,  che da alcuni giorni hanno deciso di fare un importante passo avanti, trasformando il loro movimento in una associazione vera, con un suo statuto e tante idee per far ripartire questo territorio, le cui finalità pubblichiamo al termine di questo articolo, così come documenteremo la loro prima cena sociale, che si terrà il 18 giugno prossimo.

Questa scelta è stata un grande passo avanti per questi uomini e queste donne che da troppi mesi aspettano risposte sul loro futuro e su quello del territorio in cui vivono. Preoccupati anche loro dalle voci provenienti dall’Algeria e per l’arrivo del nuovo CTO inviato da Rebrab, per la fermata con data incerta di ripartenza dei laminatoi, dai tempi incerti di completamento delle bonifiche, per il non ancora effettuato pagamento alla SMS dei 42 milioni per l’avvio della produzione del forno elettrico, e con tanti altri dubbi che non fanno dormire loro e buona parte degli altri abitanti della Val di Cornia. «Vogliamo chiarezza, vogliamo la verità» dicono, e per questo hanno deciso, a differenza di altri che ancora ascoltano gli annunci della politica locale, di fare massa critica per poter intervenire e dire la loro su tutte queste dinamiche. Alla fine, forse, qualcuno li ringrazierà.

Giuseppe Trinchini

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camping cig«Dodicesimo mese dell’Era Cevital. Dal racconto felice al miraggio che nella sua definizione è: “Fenomeno ottico consistente nella percezione di immagini distorte di oggetti lontani che sembrano sospesi in aria o come riflessi da uno specchio, è tipico di aree geografiche quali il deserto magrebino”.Iniziava così l’articolo di un noto giornale nazionale del 17.05.2015 e continuava “ Ma potrebbe essere anche la definizione del progetto di rilancio dell’acciaieria di Piombino venuto dal Maghreb, o più precisamente dal gruppo algerino Cevital, e presentato giovedì scorso al ministero dello Sviluppo economico”.

Mentre ai lavoratori si continua a far credere in un futuro roseo, nella realtà si stipulano  accordi che sistematicamente vengono disattesi nei tempi e modi. Basta dare uno sguardo ai verbali delle riunioni effettuate al MISE o all’accordo sindacale del 3.6.2015 per il passaggio ad Aferpi : fatto votare ai lavoratori e approvato a larga maggioranza con la promessa di una ripresa produttiva e la salvaguardia del posto di lavoro, sostenendo che il piano industriale doveva essere realizzato nella sua totalità (siderurgia, agroindustriale e logistica). Attualmente l’unico progetto in esame sulla carta, ma solo parzialmente, è quello siderurgico (nuova acciaieria e treno di laminazione per rotaie)   che ha però visto il dimezzamento del piano originario: da una produzione annua di 2 milioni di ton di acciaio siamo passati a quella (ma sempre di promessa trattasi) di un milione di ton. Niente inoltre è stato concretizzato per quanto concerne agroindustriale e logistica.

La parte di stabilimento funzionante, nello specifico i treni di laminazione, marcia a singhiozzo e sono programmati lunghi periodi di fermata per gli impianti, non riuscendo a sostenere una minima continuità produttiva (per mancanza di “liquidità di cassa “ ) che sarebbe propedeutica a preparare le condizioni per il ritorno in fabbrica di tutti i lavoratori il prossimo 6 novembre. Ricordiamo che tali condizioni derivano interamente dalla marcia a pieno regime dei laminatoi.

Le istituzioni (Comune, Regione e Governo) continuano ad asserire che quello di Aferpi è un progetto serio e ambizioso ed esortano i lavoratori a non preoccuparsi. Ad oggi niente di ciò che è stato previsto ha trovato realizzazione. Tutto è rimasto sulla carta: progetti, richieste di chiarimenti dei chiarimenti e cabine di regia. In aggiunta, il MISE non ha ancora reso pubblico il verbale della riunione del 19 maggio , definita positiva da tutti i soggetti che vi hanno preso parte, ma di cui  non ci è dato di conoscere contenuti e decisioni.

Intanto il tempo passa e il fatidico 30.06.2017 si avvicina velocemente e incombe sulla sorte dello stabilimento e dei lavoratori. Dopo quella data Aferpi  non avrà nessun obbligo di legge da rispettare ( D.lgs, n. 270 del 8 luglio 1999,Art. 63.Vendita di aziende in esercizio), sia per il mantenimento dei livelli occupazionali, sia per il quello delle attività imprenditoriali.

Crediamo che le difficoltà di reperimento dei finanziamenti da parte di Aferpi non derivino da quanto suggerito dalla stampa ( “in azienda si è radicata la convinzione che il clima di sfiducia del sistema creditizio intorno alla rinascita della siderurgia piombinese sia legato all’azione dei siderurgici del nord, un’avversione tradotta dall’atteggiamento negativo delle banche nei confronti di un progetto importante come quello di Aferpi “ ); ma che il motivo vada ricercato attentamente in altre cause e situazioni anche al di fuori dei confini Italiani.

Denunciamo che con le assemblee di martedì siamo arrivati al punto che oltre a precludere, spesso, le stesse ai lavoratori dell’indotto, adesso, si indicono solo per coloro che sono già assunti, dimenticando che vi sono ancora 700 lavoratori che sono in cassa integrazione e che non possono accedere in fabbrica nemmeno per partecipare alle assemblee sindacali. Se questo è il modo di tenere uniti i lavoratori ci sarà poco da sorprendersi se prevarrà la logica di tutti contro tutti. Noi riteniamo invece che sia  necessario  lavorare per l’ unità dei lavoratori e dei cittadini di Piombino e della Val di Cornia per rispondere ad una fase di cui vanno responsabilmente svelati tutti i pericoli.

E’ ora di dire le verità crude come si stanno delineando. La prima è che la situazione finanziaria di Aferpi è molto preoccupante e potrebbe precipitare da un momento all’altro. La seconda è che se si cerca una coerenza imprenditoriale nei comportamenti dilatori di Aferpi, l’ unica logica suggerita dai fatti è che Rebrab voglia il monopolio sul Porto ( ponendosi come ostacolo ad una futura  diversificazione economica) e che ”tiri alle lunghe “ sulla siderurgia perché vuole arrivare al giugno 2017, quando  avrà mano libera per disfarsi (nel modo che più converrà a lui, non alla città)  di quanto rimarrà degli  impianti siderurgici.

Vista la gravità della situazione – continua il comunicato del Camping CIG –  i Sindacati hanno richiesto un incontro urgente col Governo ( principale garante degli accordi con Cevital) per chiarire la situazione. Richiesta necessaria, ma che a nostro avviso deve essere supportata, come sosteniamo da tempo , da una mobilitazione straordinaria (come straordinario è il momento che stiamo attraversando) di tutti i lavoratori della zona e dei cittadini, perché la posta  in gioco è la sopravvivenza di tutto il tessuto economico-sociale della Val di Cornia. Solo con forti mobilitazioni, anche con presidi sotto i Palazzi del Governo e della Giunta Regionale, si possono raggiungere risultati concreti; il “caso Piombino”  deve irrompere nei media come caso di portata nazionale (quale è) , costringendo il Governo ad assumersi le sue responsabilità in fatto di politiche industriali.

Se le organizzazioni sindacali e le forze politiche sinceramente interessate alla difesa e al rilancio del tessuto produttivo della zona si impegnassero in questa mobilitazione, sicuramente non verrebbe meno una forte risposta di lavoratori e cittadini. Noi , nel nostro piccolo, saremo in prima fila. I Sindaci della zona possono giocare un ruolo molto importante; in primis quello di Piombino, che deve scegliere tra gli interessi della città e quelli del maggior partito di governo (locale e nazionale) che sin’ora non ha mostrato di gradire il protagonismo diretto della popolazione, preferendo le illusorie e narcotizzanti “narrazioni felici”.

Chi insiste nel dire che tutto è sotto controllo ricorda tanto i passeggeri del Titanic che ballavano e cantavano mentre il transatlantico affondava».

Coordinamento Art. 1 – Camping CIG
Piombino 9/6/2016

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NASCE L’ASSOCIAZIONE “COORDINAMENTO ART.1 – CAMPING CIG”

Come lavoratori, lavoratrici e cittadini che aderiscono al gruppo denominato “Minoranza Sindacale – Camping CIG” siamo attivi da circa un anno. In questo periodo abbiamo realizzato
un’opera di stimolo e di critica, mettendo in evidenza tutte le contraddizioni, i ritardi, le reticenze e le deficienze della Cevital con la firma dell’accordo per l’acquisizione della ex-Lucchini.
La nostra critica si è spesso rivolta anche a sindacati ed istituzioni, per un atteggiamento che abbiamo sempre trovato troppo acquiescente nei confronti di Cevital, arrivando ad esserne gli
avvocati e non più i controllori.

Anche oggi, quando sempre più risulta chiaro (a noi, ma anche a molti altri) che il Piano Cevital/Aferpi mostra la corda e che comunque non rappresenterà la soluzione dei problemi del
nostro territorio, né in termini di sviluppo, né tantomeno in termini di occupazione. Accanto ad una siderurgia ridefinita nelle dimensioni, ma competitiva e compatibile con la salvaguardia ambientale, non sono più rinviabili interventi consistenti per una diversificazione produttiva da molti anni auspicata ma mai convintamente praticata.

A partire dalle potenzialità del porto, che non deve essere ceduto in monopolio, bensì valorizzato differenziandone l’utilizzo; passando per una riqualificazione del territorio che ne metta
a profitto le qualità per un turismo balneare e culturale qualificato, per una agricoltura di qualità ed una industria di trasformazione alimentare, per la nautica, per il potenziamento di altre vocazioni
produttive del territorio.

Abbiamo quindi deciso di fare un salto di qualità, dando vita ad una aggregazione aperta a tutti i lavoratori e le lavoratrici e a tutti i cittadini per continuare la vigilanza sul progetto Aferpi e
per stimolare nuovi elementi di sviluppo capaci di creare nuovo lavoro e nuovi lavori. Proprio per rendere evidente questo interesse principale per l’occupazione e per il diretto
protagonismo dei lavoratori abbiamo deciso di chiamare questa nuova realtà organizzativa: “Coordinamento Articolo 1 – Camping CIG”
– Coordinamento perché vuole essere uno strumento che coordina le idee e le attività che ciascuno professa ed attua in piena libertà, senza vincoli di nessun tipo;
– Articolo 1 con chiaro riferimento all’articolo 1 della Costituzione Italiana: “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro…”
– Camping CIG per ricordare il momento in cui l’dea di una posizione critica rispetto al piano Cevital ha preso consistenza.

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PRIMA CENA SOCIALE DELL’ASSOCIAZIONE:

«Per iniziare a discutere del futuro, per conoscerci megl io, ma anche per festeggiare assieme, ritroviamoci tutti il giorno 18 giugno, a part ire dalle ore 19:00 presso i l campo di Rugby “Venturelli” in Località San Quirico alla cena organizzata dal Coordinamento. Verrà ricostruita la storia del gruppo fondatore; verranno mostrate foto della storia del movimento operaio a Piombino, mangeremo e berremo in buona compagnia, ascoltando della buona musica. Vi aspettiamo».

Per prenotazioni ed informazioni telefonare a Massimo: 329 1606684 o a Roberto: 380 5291142 o alla mail campingcig1@gmail.com

Scritto da il 10.6.2016. Registrato sotto Economia, Foto, Toscana-Italia, ultime_notizie. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

1 Commento per “CAMPING CIG: «BALLIAMO MENTRE IL TITANIC AFFONDA»”

  1. Sergio Tognarelli

    “…a nostro avviso deve essere supportata, come sosteniamo da tempo , da una mobilitazione straordinaria (come straordinario è il momento che stiamo attraversando) di tutti i lavoratori della zona e dei cittadini, perché la posta in gioco è la sopravvivenza di tutto il tessuto economico-sociale della Val di Cornia.”, eh si, per andare a sentire la Boschi si sono mosse un migliaio di persone, alla gente interessa solo ascoltare “narrazioni felici”, tutto il resto è noia.

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DA QUANTO TEMPO...

  • QUANTO E' PASSATO DAL 1 LUGLIO 2017 DATA TERMINE DELL'ACCORDO DI PROGRAMMA CON CEVITAL?

    Nonostante l'addendum all'accordo di programma, senza il quale Rebrab sarebbe diventato Padrone a tutti gli effetti dello stabilimento, tale data viene comunque considerata dalla nostra testata come quella di inizio della crisi economica reale di Piombino. Da allora sono passati solo
    88 mesi, 20 giorni, 20 ore, 44 minute fa

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