EDITORIALE: PIOMBINO TURISTICA E DIVERSIFICAZIONE
L’EDITORIALE di Giuseppe Trinchini
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EDITORIALE: PIOMBINO TURISTICA E DIVERSIFICAZIONE
Corriere Etrusco “numero 148” dell’11 giugno 2016.
Venerdì sera in pieno ponte del 2 giugno ho scattato alcune foto nel centro di Piombino. Non erano ancora le undici di sera, ma in Corso Italia e Piazza Verdi praticamente non c’era nessuno, lampioni “fiochi” oppure spenti, così come le poche vetrine che non erano nascoste dalla saracinesca. Un ambiente “spettrale”, assolutamente poco accogliente, ed in più in modo oggi ingiustificato, visto che l’invenzione delle lampadine a “led” ha ridotto a 1/10 il consumo di corrente elettrica.
Nel frattempo si scopre che da noi le “navi da crociera” arrivano a Piombino già da molti anni, visto che tra le 30 mila e 50 mila persone, tutte le settimane entrano ed escono dalla città senza che si riesca ad intercettarne neanche un misero 1%. Portano traffico, inquinamento ed ingorghi, ma nessun ritorno economico. Vero è che il nostro biglietto da visita, Via di Portovecchio e Via della Resistenza, non sono dei migliori, ma qualcuno ha mai seriamente pensato a studiare una idea per “monetizzare” in qualche modo questi flussi?
Perché di turismo da tempo se ne parla solo un mese prima delle elezioni, nonostante l’altoforno sia già chiuso da più di due anni. E dopo le solite promesse di rito, fatte di diversificazione e turismo, alla fine il cuore batte sempre li: l’industria, o meglio la “fabbrica”, ed il manifatturiero.
«Anche le banche devono saper rischiare. Il credito locale è latitante» ha recentemente commentato il presidente provinciale della Cna sulla questione Aferpi; ma come può un istituto di credito privato che magari ha già perso diversi milioni di euro dal fallimento Lucchini, anticipare, con “serenità”, soldi ad una azienda che viene oggi perfino ostacolata dal paese del proprietario della stessa e, finora, poco sostenuta dal governo italiano.
Servono più azioni concrete quindi, ed è giunta l’ora di «dire le verità crude come si stanno delineando», abbandonando le solite narrazioni felici che, dopo tanto tempo, stanno ora raccogliendo risultati opposti a quelli per cui erano nate.
Giuseppe Trinchini
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Amen