AFERPI: ANCHE I SINDACATI PREOCCUPATI, FINALMENTE IL PROGETTO IN REGIONE
Piombino (LI) – Finalmente timori e perplessità anche da parte dei confederali di categoria di Cgil, Cisl e Uil i quali sottolineano che siamo « già ad un anno dall’accordo con Aferpi che presentando un piano industriale ha acquisito gli impianti e le aree di Lucchini in amministrazione straordinaria, un piano industriale convalidato dal commissario straordinario e dal governo che lo ha ritenuto valido con le dovute garanzie finanziarie e produttive». Intanto Aferpi ha presentato il progetto dei nuovi impianti in Regione, che risponderà entro la fine dell’anno.
Per i sindacati in questo anno, tutto quel che ci si attendava non è stato certo portato a termine mentre altre scadenze incalzano. Per esempio «con l’accordo sindacale è stato stabilito che entro e non oltre il 6 novembre tutti i lavoratori saranno assunti in Aferpi».
Per i confederali sono chiare le difficoltà, ma l’obbiettivo resta lo stesso: «il progetto deve essere realizzato interamente e, per i lavoratori attualmente in cassa integrazione in Lucchini, il loro ingresso deve prevedere il contratto di solidarietà. Il governo si è impegnato a convocare Rebrab; il nuovo ministro Calenda dovrà fare il punto della situazione, capire gli intendimenti e i problemi della società Aferpi e tutti dobbiamo essere impegnati ad ottenere il risultato finale per cui abbiamo lottato, salvaguardare i lavoratori diretti e delle imprese, dare un futuro al territorio».
Fim/fiom/uilm ribadiscono a proseguire nell’impegno e nella sollecitazione di tutti i soggetti, partendo dalla proprietà, a cui riconoscono i passi in avanti compiuti come le 1480 persone attualmente in contratto di solidarietà e l’accordo sulle tecnologie del forno elettrico».
«Ci aspettiamo un cambio di passo – concludono Cgil, Cisl e Uil- nella riunione che sarà convocata al ministero entro la prima decade di luglio subito dopo che il ministro Calenda avrà incontrato il presidente Rebrab che dovrà fare la parte che gli compete».
Lunedì scorso intanto Aferpi ha finalmente presentato in Regione il procedimento di “verifica di assoggettabilità” per i nuovi impianti del polo siderurgico, e che al suo interno prevede anche le valutazioni di impatto ambientale sui vari siti confinanti con la nuova area industriale. Il procedimento prevede 45 giorni a partire dal 27 giugno per la presentazione delle osservazioni (un classico la scadenza nella settimana di ferragosto, nella speranza che il numero di osservazioni sia più basso possibile, ndr.) e 90 giorni per la conclusione, a meno che non ci sia richiesta di integrazioni.
«Il progetto siderurgico – indica Aferpi in una nota – prevede la delocalizzazione totale delle attività siderurgiche dalle aree a ridosso del centro abitato di Piombino, con realizzazione di una nuova acciaieria elettrica nella macro-area nord del sito ex-Lucchini e di un nuovo treno di laminazione per rotaie e profili. Rispetto allo stato attuale, determinatosi a valle della conferma dell’abbandono del ciclo integrale manifestata da Aferpi già nell’Accordo di programma del 30.06.2015, comporterà la dismissione degli impianti siderurgici ancora attivi nella macro-area sud (treno rotaie, area stoccaggio rottame, altri servizi). Il progetto, in linea con le previsioni della strumentazione urbanistica del Comune di Piombino consentirà da una parte di allentare la pressione ambientale sull’abitato (le aree ex industriali saranno in parte destinate ad attività artigiane, in parte consentiranno la realizzazione del progetto di connessione stradale della SS398 al porto di Piombino, con la creazione di una zona filtro fra l’area produttiva/commerciale ed il centro abitato, allentando la pressione ambientale sullo stesso».
Certo che i tempi si stanno ancora ulteriormente allungando, e i 28 mesi previsti per la prima colata probabilmente vanno calcolati dall’OK definitivo della Regione Toscana alla realizzazione degli impianti, e cioè non prima della fine di questo anno, spostando la promessa “piena occupazione” a non prima del 2019. Come farà a sopravvivere la popolazione fino a quella data ce lo dovrà spiegare la politica locale ed il sindacato.
e ” i 28 mesi previsti per la prima colata” ?, l’ultima favola raccontata, ma state tranquilli, piccoli miei, le favole non finiscono mai, ce ne saranno ancora tante da raccontare.
Si si ma guarda caso proprio ora chiedono le autorizzazioni..proprio ora che tra un foglio ed un altro si arriva a ottobre e casca il governo..