AFERPI: 2015 IN UTILE. ROSSI OTTIMISTA, “FOLLIA” PER LE OPPOSIZIONI
Firenze – Il 14 settembre 2016 in consiglio regionale a Firenze si è discusso nuovamente sul “Progetto Piombino” del piano Aferpi. Mentre il presidente Regionale Rossi : “Possiamo guardare con ottimismo al futuro” l’opposizione è nettamente di tutt’altro avviso. Borghi (LN) parla di situazione indegna per questo paese, e Fattori e Sarti (Sì) ritengono un errore accettare il dimezzamento del piano industriale del 2015. “A rischio lavoro e ruolo strategico di Piombino. Se Rebrab non vuol solo mettere le mani sul porto intanto faccia partire le bonifiche”.
Intanto da una comunicazione della Giunta al Consiglio Regionale del 12 settembre scorso scopriamo che prosegue l’affinamento del piano industriale di Aferpi che prevede investimenti per €575 milioni, da coprire mediante capitali e strumenti finanziari, da cui la necessità di un rinnovato supporto del sistema istituzionale, sindacale e finanziario, tenendo presente comunque che il signor Rebrab arriva nel corso del semestre a sottoscrivere fino a €92 milioni di capitali (il cui versamento è indispensabile per poter aver accesso al credito, seppur secondo noi ancora insufficiente, ndr.).
E che Aferpi ha chiuso il suo primo esercizio con un valore della produzione pari a €62.573.484 ed un utile netto di €530.510, anche se la gestione 2016 sta registrando per ora risultati inferiori alle attese (ovvero, in questa fase, volumi produttivi medi per almeno 55.000 tonnellate/mese) a causa della ristrettezza nelle linee di credito bancarie, che non consentono adeguati approvvigionamenti, a fronte comunque di un portafoglio ordini crescente.
Malgrado ciò l’avvio della produzione di acciaio, secondo la giunta regionale, è ancora confermata da Aferpi nel primo quadrimestre 2019.
IL DOCUMENTO INTEGRALE PUO’ ESSERE LETTO A QUESTO INDIRIZZO
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BORGHI: SITUAZIONE INDEGNA PER IL NOSTRO PAESE
Il consigliere Claudio Borghi vuole farci notare la follia che c’è oggi nel nostro paese e in questa vicenda.
“Mentre noi chiediamo il taglio degli stipendi per compiacere un algerino esperto di agro alimentare, la concorrenza è lo stato cinese. E noi chiediamo aiuto a Rebrab che deve venire da noi a mettere i capitali per tenere i piedi quelle che erano le migliori acciaierie del mondo”.
“Una popolazione in ginocchio che aspetta il totem algerino che magari doni qualcosa a noi poveretti. […] Non è degno di questo paese dover attendere il responso dall’oracolo algerino per poter salvare le nostre eccellenze”.
Video integrale dell’intervento (7 minuti)
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FATTORI E SARTI (SÌ): ERRORE ACCETTARE IL DIMEZZAMENTO DEL PIANO INDUSTRIALE DEL 2015
Piombino, Fattori e Sarti (Sì): “Errore accettare il dimezzamento del piano industriale del 2015. A rischio lavoro e ruolo strategico di Piombino. Rebrab vuol solo mettere le mani sul porto? Intanto si avviino bonifiche”.
“Rinunciare al piano industriale sottoscritto nel 2015 da Aferpi è un errore di prospettiva, perché quel piano garantiva maggiore produzione ecosostenibile di acciaio e piena tutela occupazionale. Nella nostra proposta di risoluzione abbiamo chiesto che le istituzioni esigano il rispetto del piano originario e del cronoprogramma da parte di Aferpi, ma la risoluzione è stata oggi bocciata in Aula” affermano i consiglieri di Si Toscana a Sinistra Tommaso Fattori e Paolo Sarti.
“L’oggettivo dimezzamento di tutti i progetti da parte di Aferpi, nel campo della logistica e dell’agroalimentare e in particolare nella produzione d’acciaio, sembrano preannunciare la perdita di centinaia di posti di lavoro e l’annientamento del ruolo strategico che il polo di Piombino avrebbe potuto giocare nel quadro della siderurgia europea e mondiale, vista la riconosciuta qualità degli acciai lunghi e delle vergelle prodotti nella ex Lucchini. Oltretutto questo è il primo anno in cui l’Italia importa più acciaio di quanto ne esporti, il che dimostra ancora una volta la totale assenza di una politica industriale in questo paese.”
“E’ un atto di fede laica quello che il Presidente Rossi sta facendo rispetto alle promesse di Aferpi e dell’imprenditore Rebrab, un dilettante dell’acciaio che sta avendo serissime difficoltà ad ottenere credito da parte delle banche. Per ora Rebrab ha messo poco più di novanta milioni di euro su Piombino ma ne servirebbero oltre 700, denaro necessario anche per l’acquisto dei semilavorati, fondamentali per mandare avanti l’attività ordinaria dell’azienda. I nostri timori che Rebrab stia prendendo tempo solo per poter mettere le mani sul porto di Piombino rischiano di concretizzarsi. Ci auguriamo sinceramente di sbagliarci, soprattutto per il bene dei lavoratori, ma i segnali non sono incoraggianti.”
“Siamo anche molto preoccupati per la questione ambientale. Ad oggi non si ha notizia dell’avvio di neppure una delle opere di bonifica del sito industriale. Per questo abbiamo chiesto un intervento forte della Regione presso il Governo per assicurare tutte le azioni necessarie alle bonifiche del sito, convinti che debbano pagare i responsabili dell’inquinamento storico delle aree e non certo i cittadini. E’ urgente avviare quantomeno le bonifiche in tempi rapidi.”
“Purtroppo non si ha neppure notizia dell’inizio dei lavori della SS 398 diretta sino al porto, essenziale per la rinascita economica di Piombino e di tutto il suo comprensorio. Un’opera utile, da realizzarsi secondo un tracciato razionale, ossia quello che arriva direttamente al porto in un solo chilometro anziché far un lungo giro attorno alla fabbrica e poi in mezzo alla città, con un percorso di ben 4 chilometri. Chiediamo la costituzione di un tavolo tecnico con i soggetti interessati che curi tutti gli aspetti di ordine amministrativo, ambientale, urbanistico, finanziario e di monitoraggio.”
“La regione faccia subito anche tutto ciò che è in suo potere per i lavoratori, erogando il più rapidamente possibile la prevista integrazione regionale al reddito di coloro che hanno beneficiato dei contratti di solidarietà e prevedendo forme di integrazione al reddito, dopo l’estensione del contratto di solidarietà ai 719 lavoratori oggi in capo all’amministrazione straordinaria. E’ anche essenziale la conferma di tutti gli strumenti nazionali e regionali disponibili per il sostegno agli investimenti delle piccole imprese, in particolare dei settori a più elevato tasso di innovazione e a ridotto impatto ambientale, favorendo un processo di diversificazione economica del territorio”
“Avevamo anche chiesto la convocazione di un consiglio regionale straordinario da dedicare integralmente al polo di Piombino, ma la richiesta per il momento è stata bocciata. Continuiamo a pensare che questo passo istituzionale sia necessario” concludono i consiglieri.
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ROSSI: “POSSIAMO GUARDARE CON OTTIMISMO AL FUTURO”
FIRENZE – “Credo ci siano dunque le condizioni per guardare con ottimismo al futuro. Siamo di fronte a quello che non voglio chiamare un modello, ma un esempio interessante che abbiamo provato a riprodurre a Livorno e a Massa – Carrara. E, a distanza di un anno, possiamo dire che le cose stanno andando avanti”.
E’ con queste parole che il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, ha concluso la sua comunicazione in Consiglio regionale sulla reindustrializzazione dell’area di Piombino e in particolare sulla situazione della ex Lucchini, sulla salvaguardia dell’occupazione e sul futuro della siderurgia in Toscana.
Il presidente ha stilato una breve cronistoria degli avvenimenti degli ultimi anni, a partire dal 2005, dalla presenza del gruppo Lucchini a quello Severstal, all’amministrazione straordinaria, per giungere poi al piano di rilancio del 2013-14 con la dichiarazione di area di crisi industriale complessa e alla cessione al gruppo Cevital, e poi allo scorso anno con l’avvio del piano industriale da parte di Aferpi e la predisposizione degli strumenti pubblici, sfociato nel primo semestre di quest’anno nell’attivazione degli investimenti industriali previsti dal piano finanziario di Aferpi.
Rossi ha richiamato gli impegni presi dalla nuova proprietà per la riassunzione di tutti i circa 1.800 dipendenti della ex Lucchini, i 1.080 già passati in Aferpi e i circa 700 che dovrebbero essere riassunti con un contratto di solidarietà, così come richiesto dalle organizzazioni sindacali, una scelta definita “apprezzabile” perchè “pone tutti sullo stesso piano”.
Il presidente si è detto fiducioso circa il fatto che il piano di riconversione possa concludersi entro l’anno e ha definito “straordinarie” le misure del piano economico da 700 milioni, così come “non banale” la ricapitalizzazione da 92 milioni di euro, che si completerà poi con il finanziamento dell’intero piano di investimenti entro il 2016 mediante ulteriori capitali propri, supporti da parte di enti terzi e credito dal sistema bancario.
Dopo aver osservato che a Piombino si producono “le migliori rotaie d’Europa”, il presidente ha detto di considerarsi “amico di tutti e parente di nessuno”, annunciando che le verifiche circa l’attuazione del piano industriale “continueremo a farle”.
Lunga la lista dei ringraziamenti per il cammino compiuto e i risultati fin qui raggiunti: oltre alle organizzazioni sindacali, Rossi ha espresso apprezzamento per l’impegno del sottosegretario Claudio De Vincenti, per il ministro dello sviluppo economico Carlo Calenda, per il segretario del Cipe Luca Lotti chiamato a concedere il finanziamento da 50 milioni di euro per la realizzazione della bretella alla SS398 per il collegamento diretto allo stabilimento di Aferpi, il Gestore dei servizi energetici, ricordando l’impegno del Governo per concedere la fornitura dell’energia elettrica allo stesso prezzo praticato alle aziende di altre parti d’Italia e i contatti con Terna per il collegamento alla rete a 380 KW presente a Suvereto.
Non sono mancati poi i riconoscimenti per il Ministero dell’ambiente con la sottosegretaria Silvia Velo per gli interventi di bonifica per 50 milioni finanziati a metà da Regione e Governo e per gli uffici regionali che hanno seguito con attenzione tutta la vicenda.
Il presidente ha criticato invece ancora una volta l’industria siderurgica italiana, incapace di presentare un piano di rilancio che potesse concorrere con quello del patron di Aferpi, Issad Rebrab.
Quanto al futuro polo agroalimentare e logistico, in grado di “avere ricadute positive sia sull’occupazione diretta che sull’indotto”, Rossi ha detto di aver chiesto a Rebrab di parlarne a gennaio, una volta incassata la realizzazione del previsto forno elettrico da 1 milione di tonnellate.
Io osserverei che, per tutto il 2015, la Lucchini in Amministrazione Straordinaria ha fornito i semiprodotti da laminare ed ha provveduto alla vendita del laminato, riconoscendo ad Aferpi un congruo prezzo (presumibilmente slegato dai margini di vendita) per la laminazione.
In questo modo credo che sia facile fare utile.
Invece di esultare, mi chiederei, piuttosto, come mai Lucchini spa in A.S. e Lucchini Servizi in A.S., nel 2016, vantino, ciascuna, 25.527.528 euro a titolo di pegno nei confronti di Aferpi (chi è curioso consulti la visura camerale di Aferpi).