AFERPI: «SLITTAMENTO TEMPORALE DA MONITORARE CON ATTENZIONE»
Roma – Si è tenuta nel pomeriggio del 13 ottobre 2016 la 701 esma seduta del Senato della repubblica nel quale sono state date le risposte alle interrogazioni 3-03028 e 3-03210 sull’attuazione dell’accordo di programma per le aree del complesso industriale ex Lucchini di Piombino poste da alcuni senatori di Sel.
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GENTILE, sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico.
Rispondo congiuntamente agli atti in esame poiché entrambi riguardano le vicende della ex Lucchini di Piombino.
Come è noto certamente anche agli interroganti, l’attenzione del Governo sugli avvenimenti che hanno interessato e che interessano la ex Lucchini di Piombino è sempre stata e sarà massima. Il Governo, insieme alla Regione Toscana, ha messo, infatti, in atto un insieme di interventi per ridare a Piombino un ruolo importante nell’economia regionale e nazionale. La realizzazione del nuovo porto, insieme agli impegni per dare prospettiva all’attività siderurgica ed alle altre iniziative industriali che, non solo il gruppo Cevital con Aferpi, si insedieranno nell’area liberata dall’alto forno, si ritiene ne sia la più chiara testimonianza.
Nello specifico del piano industriale di Aferpi, non c’è dubbio che lo slittamento temporale rappresenti un problema da monitorare con la massima attenzione. Per questa ragione è stato chiesto all’azionista di Aferpi di accelerare la fase di progettazione e di costruzione dei nuovi impianti siderurgici, da realizzare con un piano finanziario che deve prevedere un impegno diretto importante dello stesso azionista. La risposta positiva di Cevital deve però completarsi con la disponibilità degli istituti di credito a supportare l’investimento che, si ricorda, supererà i 600 milioni di euro.
La stessa attenzione è posta agli altri punti non meno importanti del piano industriale. Sia per le attività di logistica (in particolare nell’ambito delle disponibilità portuali createsi a Piombino con gli investimenti della Regione Toscana), sia per le cosiddette attività agroalimentari, vi sono affidamenti e primi atti concreti: avvio delle fasi di progettazione ed acquisizione delle autorizzazioni propedeutiche all’esercizio di quelle attività.
Per quanto riguarda le attività di bonifica, sono state completate tutte le fasi riguardanti l’approvazione dei piani presentati dall’azienda ed alle relative autorizzazioni sia nazionali (Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare) sia territoriali (Regione Toscana). Risulta, inoltre, che sono stati emessi i primi bandi di gara per l’assegnazione dei lavori esecutivi. L’attenzione posta dalle autorità locali, oltre che dalle organizzazioni sindacali del territorio, è massima poiché l’avvio concreto dei lavori rappresenta un importante serbatoio che può ridurre l’impatto negativo determinato sulla occupazione dal ritardato avvio del programma di investimenti.
Non vi è dubbio, infine, che la questione occupazionale rappresenti un fattore critico molto importante. Tuttavia si richiama il recente accordo firmato dalle organizzazioni sindacali territoriali e dalla direzione aziendale per l’inserimento con contratto di solidarietà, di tutti i lavoratori (oltre 800) che a novembre dovranno lasciare la Lucchini in amministrazione straordinaria.
Per quanto riguarda la disponibilità di ammortizzatori sociali, si ricorda chela Aferpi rientra tra le aziende per le quali potrà essere utilizzata la cassa integrazione guadagni straordinaria (CIGS) fino al compimento del piano quadriennale e quindi fino a tutto l’anno 2018 in applicazione dell’articolo 42 del decreto legislativo n. 148 del 2015 (articolo 42, recante disposizioni relative a trattamenti straordinari di integrazione salariale a seguito di accordi già stipulati, in vigore dal 8 ottobre 2016).
Su questa materia la sorveglianza del Ministero dello sviluppo economico e del Ministero del lavoro e delle politiche sociali sarà esercitata con il massimo rigore, anche oltre gli obblighi di legge che Aferpi deve rispettare. La migliore garanzia resta, in ogni caso, la quantità di investimenti che saranno effettuati entro i prossimi 12-18 mesi e, in questo quadro, la quantità di risorse che Cevital dovrà mettere a disposizione per sostenere il piano nella sua interezza.
Non c’è dubbio, infine, che gli impegni istituzionali per il miglioramento delle infrastrutture viarie (completamento della SS. 398 e del mancante raccordo ferroviario) rappresentano un aspetto decisivo per lo sviluppo dell’area piombinese, al di là della realizzazione dei nuovi impianti siderurgici. A tale proposito, sia il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti che i responsabili del Gruppo Ferrovie dello Stato, hanno dato garanzie che le due opere potranno essere completate nei tempi più rapidi, compatibilmente con la effettiva disponibilità delle risorse già stanziate.
BAROZZINO (Misto-SI-SEL). Signor Presidente, ancora una volta ringrazio il Sottosegretario. Naturalmente io e soprattutto i lavoratori che ci stanno ascoltando in questo momento prendiamo per buona la massima attenzione che lei e il Governo di cui fa parte dice di dedicare a questa vertenza.
Noi, però, non siamo soddisfatti delle risposte, perché siamo in contatto con i lavoratori, quindi sappiamo quello che sta succedendo; farò quindi una sorta di resoconto di quanto è accaduto. A giungo del 2015 c’era un accordo di programma presso il Ministero dello sviluppo economico con il gruppo algerino Aferpi che prevedeva la ristrutturazione dell’attività, con il passaggio dalla cokeria e alto forno alla fusione con forno elettrico; inoltre era prevista la bonifica ambientale dell’area industriale. Aferpi si era impegnata a investire 570 milioni di euro più altri 130 milioni, quindi 700 milioni.
Poi, a giugno 2016, Aferpi ha presentato un altro progetto che, di fatto, stravolge quello precedente. L’accordo prevede un solo forno, anziché due, che invece di due tonnellate di acciaio ne produrrà solamente una.
È chiaro cosa voglia dire ciò: che anche i livelli occupazionali, di almeno trecento lavoratori diretti e di altri duecentocinquanta degli indotti, sarebbero in pericolo.
Infine, lei ha proposto lo slittamento di due anni degli impegni assunti e questa è un’altra cosa molto preoccupante. È vero che i lavoratori sono stati chiamati dalla CIGS con i contratti di solidarietà, ma dobbiamo stare molto attenti anche da questo punto di vista. I contratti di solidarietà hanno infatti una bella valenza se il lavoro c’è e viene ripartito. In mancanza di lavoro, quindi, quanto tempo può durare questa forma di solidarietà? A pagare saranno sempre i lavoratori.
Io interpreto la massima attenzione espressa dal Governo come un impegno verso i lavoratori, perché qui stiamo parlando di duemiladuecento lavoratori, soltanto tra la fabbrica principale e l’intero indotto. Parliamo di famiglie in carne ed ossa. Deve quindi esserci la massima attenzione e, soprattutto, rispetto.
Bisogna quindi verificare se questa ditta fornisce i requisiti giusti di affidabilità. Solo così si possono garantire i lavoratori. Quindi, per il momento, a nome dei lavoratori, noi non ci riteniamo assolutamente soddisfatti. Se però lei dice che ha assunto tutti questi impegni, ci auguriamo di vedere, a partire da domani, che questi vadano concretamente incontro alle esigenze di queste famiglie e di questi lavoratori.
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INTERROGAZIONI SULL’ATTUAZIONE DELL’ACCORDO DI PROGRAMMA PER LE AREE DEL COMPLESSO INDUSTRIALE EX LUCCHINI DI PIOMBINO (LIVORNO)
(3-03028) (19 luglio 2016) DE PETRIS, PETRAGLIA, BAROZZINO
– Al Ministro dello sviluppo economico
Premesso che:
il 30 giugno 2015 è stato sottoscritto presso il Ministero dello sviluppo economico l’accordo di programma per l’attuazione del progetto integrato di messa in sicurezza, riconversione industriale e sviluppo economico produttivo nelle aree del complesso industriale ex Lucchini di Piombino tra i Ministri dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare e dello sviluppo economico d’intesa con Regione Toscana, Agenzia del demanio, Autorità portuale di Piombino, Provincia di Livorno, Comune di Piombino ed Aferpi SpA;
lo stesso giorno la società Acciaierie e Ferriere di Piombino SpA (Aferpi), società creata dal gruppo algerino Cevital, ha acqu istato la ex Lucchini di Piombino;
dopo molti mesi, solo lunedì 27 giugno 2016, Aferpi ha presentato in Regione la documentazione per il procedimento di “verifica di assoggettabilità a VIA” per i nuovi impianti del polo siderurgico;
visto che:
a seguito della sottoscrizione avvenuta nel 2015 dell’accordo di programma e dell’acquisto dell’ex Lucchini, il Ministro dello sviluppo economico pro tempore Federica Guidi ed il presidente della Regione Enrico Rossi rilasciarono dichiarazioni entusiaste, che sottolineavano l’operazione atta a salvaguardare tutti i posti di lavoro, l’attendibilità di Aferpi, la bontà del piano industriale e del relativo cronoprogramma di attuazione, fondato, oltre che sul rilancio dell’attività siderurgica con il passaggio della produzione dal ciclo integrato basato sulla cokeria e l’altoforno alla fusione con forno elettrico, sull’avvio di una produzione agroindustriale e sullo sviluppo di un’attività logistica, legata sia alle attività industriali che alle attività commerciali del gruppo Cevital;
Aferpi, nel piano industriale presentato nella primavera 2015 e sulla base del quale si è concretizzato l’accordo di programma, si è impegnata direttamente a investire a Piombino 570 milioni di euro: 300 per l’acciaio (1.450 posti di lavoro a regime), 220 per l’agroalimentare (700 posti), 50 occupazionali diretti di almeno 300 lavoratori nei 3 settori di investimento (e 250 nell’indotto) ed uno slittamento di 2 anni del cronoprogramma;
ad oggi non è chiaro se e come Aferpi ha le disponibilità finanziarie per sostenere gli impegni previsti dall’accordo di programma;
il futuro di 3 opere infrastrutturali determinanti per lo sviluppo industriale della ex Lucchini appare ancora incerto in quanto il progetto di allungamento della strada statale 398 (la bretella che collegherà porto e area industriale alla superstrada a 4 corsie) non è stato ancora realizzato, la progettazione dei collegamenti ferroviari è tutta da fare e gli interventi di riqualificazione e adeguamento del porto di Piombino non sono stati ancora del tutto completati,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dello stravolgimento del piano industriale di Aferpi, se ritenga di accettare il nuovo piano o se ritenga tuttora valido l’accordo di programma sottoscritto oltre un anno fa;
quale comportamento intenda mettere in atto anche alla luce del fatto che ancora oggi lavorano presso gli stabilimenti di Piombino ben oltre 2.000 persone, molte delle quali in cassa integrazione o con contratti di solidarietà, che rischiano di perdere, con il passar del tempo, qualsiasi forma di ammortizzatore sociale;
che cosa accadrà a partire dal 1° luglio 2017, quando, trascorsi i 2 anni dalla sottoscrizione dell’acquisto dell’ex Lucchini, Aferpi di fatto non avrà più obblighi di legge a proseguire per almeno un biennio le attività imprenditoriali e a mantenere per il medesimo periodo i livelli occupazionali (2.183 dipendenti) stabiliti all’atto della vendita;
se risulti a che punto siano le attività di bonifica previste dall’accordo;
a che punto sia la realizzazione del porto di Piombino e come si intenda proseguire, anche dal punto finanziario, per il suo completamento;
se sia a conoscenza dello stato di attuazione di progettazione, finanziamento e realizzazione dell’allungamento della strada statale 398;
a che punto sia la progettazione dei raccordi ferroviari e come si pensi di finanziarli, dato che nella stessa documentazione presentata da Aferpi si tratta in parte di opere che deve finanziare Aferpi e in parte opere che dovrà finanziare Rete ferroviaria italiana;
a che punto siano gli investimenti di Aferpi nel settore agroalimentare;
a che punto siano gli investimenti di Aferpi per il polo logistico;
se abbia verificato la disponibilità finanziaria di Aferpi a sostenere tutti gli investimenti (e in quali tempi) previsti nell’accordo di programma.
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(3-03210) (12 ottobre 2016)
(Già 4-04969) (15 dicembre 2015) PETRAGLIA, DE PETRIS, CERVELLINI, URAS, BAROZZINO
– Al Ministro dello sviluppo economico
Premesso che:
il 30 giugno 2015 è stato sottoscritto presso il Ministero dello sviluppo economico l’accordo di programma per l’attuazione del progetto integrato di messa in sicurezza, riconversione industriale e
sviluppo economico produttivo nelle aree del complesso industriale ex Lucchini di Piombino (Livorno) tra il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Ministro dello sviluppo economico d’intesa con Regione Toscana, Agenzia del demanio, Autorità portuale di Piombino, Provincia di Livorno,
Comune di Piombino ed Aferpi SpA;
lo stesso giorno la società Acciaierie e Ferriere di Piombino SpA (Aferpi), società creata dal gruppo algerino Cevital, ha acquistato la ex Lucchini di Piombino;
considerato che:
a seguito della sottoscrizione dei suddetti atti, il Ministro in indirizzo ha dichiarato: «dopo la ripresa produttiva del sito di Trieste, diamo ora un futuro al complesso siderurgico di Piombino che rappresenta una parte importante dalla storia industriale del nostro Paese»;
nello stesso giorno, il Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi ha commentato sul social network “Twitter”: «Oggi Piombino riparte davvero (…) grazie ad un imprenditore algerino che ci ha permesso di salvare quattromila posti di lavoro mentre, se stavamo dietro agli imprenditori italiani, quei posti li avremmo perduti»;
il Ministro sempre in data 30 giugno, commentando l’accordo di programma, ha assicurato che: «il Gruppo Cevital garantisce la ristrutturazione dell’attività siderurgica con il passaggio della produzione dal ciclo integrato basato sulla cokeria e l’altoforno alla fusione con forno elettrico. Contestualmente, sarà attuata una diversificazione del sito, con l’avvio di una produzione agroindustriale e lo sviluppo di attività logistica legata sia alle attività industriali che alle attività commerciali del Gruppo Cevital»;
nell’accordo di programma, oltre alla reindustrializzazione, è prevista anche la bonifica ambientale dell’area industriale ex Lucchini, in attuazione dell’art. 252-bis del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, nella quale Aferpi SpA è chiamata ad intervenire sulle aree di proprietà ed Invitalia SpA su quelle demaniali;
Aferpi nel piano industriale si è impegnata direttamente ad investire a Piombino 570 milioni di euro: 300 per l’acciaio (1.450 posti di lavoro a regime), 220 per l’agroalimentare (700 posti), 50 per la logistica (50 posti), cifra a cui vanno aggiunti 130 milioni di euro per il fabbisogno finanziario e l’acquisto di materie prime, come si legge su “IlTirreno” nell’articolo intitolato “Il Piano Cevital nero su bianco: acciaio e agroalimentare” del 19 maggio 2015;
considerato inoltre che:
il giorno 8 ottobre 2015 si è svolto presso il Ministero un incontro per esaminare lo stato di avanzamento del progetto industriale della società Aferpi (acquirente del compendio industriale Lucchini di Piombino) durante il quale la Società ha indicato i seguenti
obiettivi operativi:
a) volumi produttivi fino a dicembre 2015 allineati con le previsioni: 60.000 tonnellate a settembre, 56.000 ad ottobre, 79.000 a novembre e 59.000 a dicembre;
b) avvio della demolizione impianti a partire dalla fine di novembre 2015. Queste attività potranno impiegare, se tutte le autorizzazioni saranno rilasciate, almeno 200 lavoratori del “bacino” Lucchini oltre a numerose imprese esterne;
c) entro novembre 2015 saranno scelte in modo conclusivo le tecnologie migliori per il primo nuovo forno e per l’acciaieria; immediatamente dopo saranno avviate le procedure per la emissione degli ordini di acquisto;
durante l’incontro le organizzazioni sindacali hanno tra l’altro espresso molta preoccupazione per i ritardi accumulati che potrebbero causare pesanti conseguenze per la occupazione, se non verrà recuperato il tempo perso; hanno sollecitato l’azienda a riconoscere e praticare relazioni sindacali adeguate alla complessità del progetto industriale; hanno sollecitato le istituzioni a fornire risposte certe e risolutive per quanto riguarda il blocco dell’erogazione del trattamento di fine rapporto che il commissario della Lucchini in amministrazione straordinaria sta attuando
in conseguenza di un contenzioso giudiziario; hanno sollecitato il Governo e la Regione Toscana ad una costante e attenta vigilanza sull’evoluzione di quello che hanno definito uno dei più importanti progetti italiani di reindustrializzazione;
dato che:
il 30 novembre 2015 si è svolto presso il Ministero un incontro di verifica dell’attuazione del piano industriale di Aferpi e sulla verifica di quanto messo a verbale nell’incontro dell’8 ottobre durante il quale le rappresentanze dei lavoratori hanno preso atto che gli impegni in termini sia di tonnellate laminate, sia dell’inizio a fine
novembre dei lavori di demolizione previsti nel verbale del dello scorso 8 ottobre, sia il rispetto dell’accordo sulla solidarietà sono stati per l’ennesima volta disattesi. Così come appaiono in preoccupante ritardo sia la questione della nuova acciaieria che l’acquisto del forno elettrico e hanno richiesto il rispetto del
piano industriale in tutte le sue parti, dalla siderurgia, alla logistica fino al polo agroindustriale e verso il quale anche il Governo è chiamato a rispettare e far rispettare quanto in sede governativa sottoscritto a partire dal dare una risposta univoca sulla questione del trattamento di fine rapporto;
Aferpi ha dichiarato nell’incontro che «In parallelo con la parte tecnica relativa agli investimenti è stata avviata una collaborazione con il financial advisor Ernst&Young ed è stato avviato un tavolo con la Banca Europea per gli investimenti per il finanziamento dell’operazione», come si legge su “Il Tirreno”, “Aferpi, sciopero e manifestazione: c’è Landini” del 1° dicembre 2015; nella giornata di mercoledì 2 dicembre 2015 a Piombino si è svolto uno sciopero con manifestazione dei lavoratori metalmeccanici proclamato da Fim, Fiom e Uilm «per rivendicare un costo dell’energia per Aferpi,
Arcelor Mittal, Tenaris Dalmine e altre imprese, competitivo e alla pari con altre aziende italiane, la proroga degli ammortizzatori sociali, l’attivazione in tempi rapidi delle infrastrutture e dell’Accordodi programma, l’accelerazione e realizzazione completa del piano industriale Cevital per il ritorno al lavoro dei lavoratori e delle lavoratrici del territorio»;
visto che il futuro di due opere infrastrutturali determinanti per lo sviluppo industriale della ex-Lucchini appare ancora incerto in quanto il progetto di allungamento della strada statale 398 (la bretella che collegherà porto e area industriale alla superstrada a quattro corsie) non è stato ancora realizzato e gli interventi di riqualificazione e adeguamento del porto di Piombino non sono stati ancora completati,
si chiede di sapere:
che cosa intenda fare il Ministro in indirizzo, alla luce del fatto che ancora oggi lavorano presso gli stabilimenti di Piombino circa 2.200 persone (molti in cassa integrazione o con contratti solidarietà), per rispettare e far rispettare il cronoprogramma previsto sia per gli interventi relativi alla demolizione degli impianti ed alle bonifiche delle aree che per quelli collegati alla reindustrializzazione (l’acquisto del forno elettrico per far ripartire l’area a caldo e le opere infrastrutturali per la logistica)
a che punto sia la realizzazione del Porto di Piombino e come si intenda proseguire, anche dal punto finanziario, per il suo completamento;
a che punto siano la progettazione, il finanziamento e la fase di realizzazione dell’allungamento della strada statale 398;
a che punto siano gli investimenti di Aferpi nel settore agroalimentare;
per quale motivo la società Aferpi ha annunciato l’avvio «di un tavolo con la Banca Europea per gli Investimenti per il finanziamento dell’operazione» dopo essersi impegnata a finanziarla direttamente almeno con 570 milioni di euro.