PIOMBINO: CANILE COMUNALE DA RIPENSARE IN FRETTA
Piombino (LI) -Il 28 ottobre 2015, l’avvocato Alessandro Napoleoni e sua moglie intentarono una causa civile contro il Comune con procedimento d’urgenza per il trasferimento del Canile municipale. Secondo l’avvocato che abita alla Tolla, la situazione per chi vive vicino al canile è da ritenersi insostenibile a causa dei continui latrati, dello sporco e della presenza di ratti. L’avvocato chiedeva l’immediata cessazione delle immissioni ritenute intollerabili provenienti dal canile attraverso la chiusura e la condanna al risarcimento dei danni in favore dei ricorrenti (10mila euro).
L’amministrazione comunale in questo anno si è ben guardata dal cercare una soluzione al problema, e martedì scorso il giudice ha accolto l’istanza: i cani dovrebbero essere trasferiti entro tre mesi anche se il Comune di Piombino, per bocca dell’assessore Chiarei annuncia un rapido ricorso annunciando «che comunque faremo un reclamo avverso». .
La chiusura del canile porrebbe il problema della ricollocazione dei 50 cani, ma anche del posto di lavoro di tre persone e del servizio di accalappiamento che verrebbe sospeso. Da almeno tre legislature si parla del trasferimento del Canile all’Asca, ma, dopo un primo invenduto della struttura per il prezzo troppo elevato, l’amministrazione comunale un anno fa decise di ristruttura l’edificio con oltre 100mila euro (una parte provenivano dal lascito Gabellieri e un’altra da finanziamenti regionali) invece di avviare comunque la costruzione di una nuova struttura.
Se il reclamo dell’amministrazione non dovesse venire accolto all’inizio del 2017 una nuova collocazione per i cani va necessariamente trovata. Speriamo solo che l’amministrazione non approfitti della vicenda per trasferire gli animali nel nuovo canile di Scarlino.
Molti i commenti sull’argomento.
Maria Cristina Biagini della Casa di Margot ad esempio ricorda che «Di questa causa se ne era parlato un bel po’ di tempo fa e La Casa di Margot già all’epoca si espresse preoccupata dalla fine dei cani in caso di vittoria. L’assessore Chiarei all’epoca disse che il Comune pensava di vincere la causa. Invece l’ha persa e ora farà reclamo. In sostanza ci sembra di capire che né allora né ora esiste un piano B, cioè il Comune non sa ancora dove metterebbe i cani in poco tempo in caso di necessità. Oggi è ancora più incomprensibile perché il Comune di Piombino abbia scartato le nostre proposte, fatte nel 2012, nel 2013 e nel 2014, di realizzare a nostre spese una struttura in un terreno pubblico. Avevamo anche individuato il terreno, presentato un progetto di un canile modulare, che se fosse iniziato in quegli anni oggi sarebbe stato in grado di ospitare tutti i cani piombinesi. E questo non perché pensassimo al ricorso dell’avvocato Napoleoni, ma perché pensavamo e pensiamo che il canile in località Macelli da tempo dovesse essere smobilitato in quanto ospitato in edifici crollati e transennato, e anche perché ormai superato come concezione, senza alberi, senza terra e senza erba. Noi eravamo anche tra coloro che hanno pensato che con quei 100mila euro spesi in un canile disastrato si sarebbe potuto quanto meno iniziare un nuovo canile, sempre che non volessero farcelo fare a nostre spese. Dove trovavamo i soldi? Avevamo dei benefattori e se si pensa che in questi anni, senza un centesimo di soldi pubblici, La Casa di Margot ha accudito, ospitato e fatto adottare circa 300 cani, ci pare di essere abbastanza brave a far quadrare i conti. Ho acquistato personalmente la terra dove abbiamo realizzato il nostro stallo e dove ospitiamo cani. In modo analogo avremmo realizzato un primo lotto di pochi box, per poi ampliare il canile a seconda delle esigenze. Ora però vorremmo tanto capire quali sono le intenzioni dell’Amministrazione e vorremmo anche capire chi gestirà i servizi il primo gennaio 2017, dato che il 31.12.2016 scadono le convenzioni con l’attuale gestore e ancora non esiste alcun bando».
Anche il Consigliere Gelichi invita l’assessore Chiarei a ripensarci. «Dopo aver perso la causa contro l’Avvocato Napoleoni, che obbliga il Comune di Piombino a risolvere entro 90 giorni il problema delle immissioni sonore del Canile, invece di fare ricorso, l’Assessore Chiarei, espleti un bando per la creazione di un nuovo canile comunale. Del resto, sono stati spesi soldi pubblici in un ambito, “gli ex Macelli”, dove la stessa amministrazione prevede un complesso turistico ricettivo, ci chiediamo per quale motivo, delle due una, o cambi le previsioni o non investi. Proseguire il contenzioso oggi ci sembrerebbe una battaglia inutile e onerosa, costosa per i soldi dei contribuenti che dovrebbero sostenere le spese legali del Comune di Piombino, incerta nella sua risoluzione finale. Invece, la possibilità di avviare un bando per la creazione di un nuovo Canile, sarebbe una grande opportunità anche per il comprensorio. Con i soldi che il Comune versa per l’attuale gestione, potrebbe configurarsi la possibilità di fare un investimento che possa fungere oltre che da canile, anche come pensione per cani; una community ospitante per i momenti di bisogno dei proprietari, volendo anche i cacciatori potrebbero entrare in partnerchip con la struttura. Chiarei ci ripensi, valutare un’opportunità economica e di servizio per l’intero comprensorio, per lo sviluppo di quelle microeconomie di cui questo territorio ha grande necessità, oggi ci sembra un dovere politico imprescindibile».
Comunque vada è una brutta vicenda che mette a rischio sia dei posti di lavoro, sia il futuro di molti animali che già hanno sofferto abbastanza.