Piombino (LI) – Pubblichiamo la replica della dottoressa Biagini dell’associazione “La casa di Margot” alle affermazioni del tesoriere dell’Enpa Paolo Menicagli che prende posizione in merito alla ben nota vicenda relativa allo “sfratto” del canile di Piombino. Pubblichiamo integralmente la lettera e a seguire il testo dell’intervento di Menicagli su “Il Tirreno” di oggi.
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BIAGINI: MA QUANTO E’ “MALE” INFORMATO MENICAGLI SUL CANILE
Leggo oggi sulla stampa un lungo articolo in cui il Tesoriere Enpa Piombino Paolo Menicagli prende posizione in merito alla ben nota vicenda relativa allo “sfratto” del canile di Piombino. Menicagli ritiene di citarmi personalmente, sostenendo che avrei detto cose non veritiere. Mi pare giusto intanto passare ad esaminare le sue affermazioni capitolo per capitolo .
Cifre, servizi e storia: io ho sempre parlato di Euro 89.500 per la gestione dei servizi, non del canile. E’ vero quindi quanto riferisce lui stesso e che pure io ho detto più volte. Potrei solo aggiungere che Euro 3,25 al giorno per cane forse non sono una cifra esorbitante, ma sono pur sempre il triplo di quanto spendeva il Comune prima del 2011, e cioè quando il canile veniva gestito con il volontariato. Comunque io non ero entrata in questo tema, che al momento non mi interessa.
Ristrutturazione: credo che Euro 118.000, oltre a quelli già spesi negli anni precedenti, buttati in un canile completamente transennato, siano stati un enorme spreco. Con quei soldi si sarebbero potuti iniziare i lavori per una nuova struttura. Questione di opinioni, niente di male ad averle diverse. Comunque il canile purtroppo ha continuato ad essere ciò che era, gabbie e cemento.
Degrado: non mi riguarda, io non ho mai parlato né di sporcizia né di ratti.
Ricorso e progetti: questo mi riguarda e molto. Io per anni, finché il canile non è crollato, ho ritenuto che la sua collocazione fosse l’ideale, soprattutto perché noi non avevamo dipendenti e per un volontario che viene a lavorare gratis quattro ore con i cani è sicuramente più comodo andare ai macelli piuttosto che a Montecaselli. Quando però il canile cominciò ad essere circondato da crolli e l’Amministrazione cercò soluzioni alternative io fui disponibilissima.Parlo di anni non sospetti, prima del 2011.L’allora Assessore Francardi con l’allora Assessore Barsi ci proposero e fecero visionare un terreno in loc. Montecaselli dove intendevano trasferire il canile. Presumo che entrambi se lo ricorderanno, come si ricorderanno la gita con decine di persone e con l’arch. Gabriele Priami su tale terreno. All’arch. Priami il Comune dette poi incarico per redigere uno studio di fattibilità su tale terreno, incarico espletato e retribuito, ma che non ebbe seguito. E di certo non perché io mi opponessi, infatti ‘avevamo accettato di trasferirci, addirittura si parlava di ripristinare una strada interna per raggiungere meglio la futura struttura..
Quando nel 2011 la Sezione ENPA di Piombino fu commissariata e nacque La Casa di Margot il nostro Consiglio decise di impegnarsi per la realizzazione di una nuova struttura.Il padre di una di noi era ed è oggi consigliere di maggioranza . Non lo cito per non creare imbarazzi, sarà lui eventualmente a farsi vivo. Si interessò molto della nostra dolorosa e sconcertante vicenda e parlò con l’allora Sindaco Gianni Anselmi , il quale gli consigliò di farci presentare un progetto, su cui iniziare la discussione. L’arch. Stefano Ciacci di Piombino visionò con noi un terreno pubblico a Fiorentina, accanto al campo di tiro con l’arco, che giudicò idoneo e preparò per noi varie tavole progettuali con l’indicazione del tipo di struttura, modulare, che avremmo voluto realizzare.
Io e lui , sempre su indicazione dell’allora Sindaco, presentammo tali tavole all’ing. Claudio Santi, che le trattenne per esaminarle dopo avere discusso con noi l’idea , il tipo di canile ecc.
Nonostante le mie varie missive, l’Assessore Chiarei, già allora Assessore all’Ambiente, non ha mai voluto discuterne né incontrarci, e ha respinto per iscritto la nostra proposta.
Quindi il progetto c’era eccome e posso chiamare a testimoni ,non in questa sede, molti soggetti, oltre produrre la corrispondenza e le tavole che ancora ho. Si trattava di discuterlo, di approfondirlo, ma purtroppo il Comune non ne ha avuto la volontà. E non vedo come possa dire il contrario il Tesoriere ENPA.
Se ho capito bene io sarei testimone di parte dell’avv. Napoleoni, secondo il suddetto Menicagli, che evidente mente ha avuto accesso al ricorso. Lo ignoravo, e comunque non sono mai stata citata né sentita. Però io non ho avuto modo di accedere al ricorso.
Trasloco dei cani: un po’ limitata la visione della soluzione al problema. Se è vero che i canili per essere convenzionati devono essere accreditati, è possibile tuttavia adottare i cani dei canili. Io ho già adottato vari cani del canile di Piombino, Menicagli non saprei. Si tratterebbe anche in questo caso di avere un po’ di umiltà e parlare, cosa che penso non sarà.
Mi permetto di considerare che io non ho citato assolutamente in questa occasione il gestore e che le dichiarazioni di Menicagli, del tutto gratuite, sono anche offensive, dato che mettono in dubbio ciò che io dico, non le mie valutazioni, ma fatti narrati. Mi chiedo perché sia così informato dei fatti miei, male informato, ma informato.
Avrei capito il Comune, ma non vedo cosa c’entri l’ENPA. Dovrebbero essere due cose diverse. O no?
dr.ssa Maria Cristina Biagini
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Tratto da “Il Tirreno” del 21 ottobre 2016
Dopo l’ordinanza del tribunale che ne stabilisce il trasloco entro 90 giorni
Menicagli (Enpa): «Possibile uno spostamento solo in strutture accreditate»
La convenzione (89500 euro) prevede il canile, l’accalappiatura h24 e 434 gatti nelle colonie
di Cecilia Cecchi
PIOMBINO Abbaiano ben oltre il tollerabile per chi è andato ad abitare vicino. L’ordinanza del giudice e 90 giorni per silenziare o traslocare il canile. Ricorso del Comune. Al centro di tutto gli animali, questi cani che hanno già avuto la “fortuna” di trovarsi ospiti del canile cittadino. «Ho letto tante inesattezze sulla vicenda canile che “come persona informata sui fatti” ritengo doveroso intervenire, per cercare di fare un minimo di chiarezza».
Parla Paolo Menicagli, piombinese, tesoriere Enpa locale, tra i volontari che più si occupano della struttura. Cifre, servizi, storia. «Quando si scrive di 85mila euro pagati dal comune ad Enpa per la gestione del canile comunale? Cifra esagerata – spiega – tra il Comune di Piombino ed Enpa è vigente una convenzione che prevede un compenso di 89.500 euro per la gestione di una serie di servizi.
Precisamente c’è la gestione del canile e la gestione del servizio di accalappiatura cani vaganti con una reperibilità di 24 ore al giorno per 365 giorni all’anno, servizio da fare con un mezzo idoneo al trasposto degli animali: 109 richieste di intervento nei primi 9 mesi del 2016 con 77 cani restituiti ai proprietari e 14 cani condotti in canile perché non identificati. C’è il coordinamento ed assistenza delle colonie feline censite in area pubblica: 33 colonie per 434 animali, nei 9 mesi di quest’anno sono stati spesi 10.618,35 euro per i veterinari e 1.743,46 euro di medicinali. Se andiamo ad esaminare le vecchie convenzioni stipulate tra Enpa e Comune per la gestione degli stessi servizi ma con atti separati, vediamo che nel 2012 il Comune pagava ad Enpa 10.500 euro per la gestione delle colonie feline e 20mila per la gestione del servizio di accalappiatura. Se lasciamo inalterate queste due cifre e le detraiamo dagli 89.500 euro rimangono 59mila che divisi per 50 cani di media per 365 giorno fanno 3,23 euro al giorno a cane omnicomprensive: cure mediche, sterilizzazioni, vaccinazioni, interventi chirurgici e quant’altro necessario al benessere dell’animale.
Chissà quanti altri canili si assumeranno l’onere di accogliere i cani del canile di Piombino a queste condizioni…».
Ristrutturazione. «Si criticano i 120mila euro spesi dal Comune per la ristrutturazione – aggiunge Menicagli – Pur non volendo considerare che la ristrutturazione ha consentito di dotare il canile di gabbie e di ambienti necessari al benessere degli animali, rimane la legge regionale che obbligava i Comuni dotati di canile di ottenere l’accreditamento della Asl per continuare la propria attività e considerato il tempo intercorso tra la fine dei lavori e l’eventuale trasferimento degli animali in un nuovo canile riteniamo ammortizzabile la cifra spesa, anche in considerazione che le soluzioni adottate nella ristrutturazione consentiranno un recupero di gran parte dei materiali usati». Degrado.
«Sporcizia e ratti presenti nel canile… – sottolinea – Evidente che chi dice questo sono diversi anni che non frequenta il luogo. Se è vero che all’interno dell’area esiste un fabbricato fatiscente e parzialmente demolito, è pur vero che è transennato e non accessibile dagli animali e dalle persone che frequentano il canile. Sulla presenza dei ratti – ricorda – da diversi mesi, grazie alla disponibilità dell’azienda Ekosis, che ha messo gratuitamente a disposizione di Enpa l’esperienza, intorno al canile sono state poste une serie di trappole che hanno eliminato la presenza di ratti in canile che rimangono invece presenti nelle aree esterne».
Ricorso e progetti. «C’è poi una notizia presente sia sul ricorso presentato dall’avvocato Napoleoni sia su diversi articoli apparsi sulla stampa locale anche in tempi passati – dice Menicagli – Mi riferisco alla presenza di progetti presentati al Comune da parte di privati o di associazioni locali per la costruzione di un nuovo canile e da questo rifiutati. L’argomento, se ben ricordo, è stato oggetto di una discussione in un recente consiglio ed è stato in quella sede dichiarato che nessun progetto, degno di tal nome, era stato presentato all’amministrazione.
È noto invece – specifica – che fino al 2012, l’allora presidente Enpa Maria Cristina Biagini, si sia battuta in Comune per il mantenimento del canile nel luogo che occupa attualmente, ritenuto dalla stessa perfettamente idoneo all’uso e che solo dal 2012, dopo essere stata rimossa, al suo posto il commissario straordinario Giovanni Pacini, e pure allontanata dall’Enpa, abbia ritenuto il luogo degradato e fatiscente tanto da comparire nel ricorso dell’avvocato Napoleoni come testimone di parte. Strana o quanto mai vaga dunque la possibile tempistica di presentazione di questi fantomatici progetti, di cui molto si parla in questi giorni». Trasloco dei cani.
«Veniamo allo spostamento dei cani previsto dalla sentenza – conferma Menicagli – In base ad una nota della Asl i cani potranno essere spostati solo in canili accreditati e sono quindi inutili le disponibilità fornite da varie associazioni locali che invece di pensare a mettere a disposizione spazi all’interno delle proprie strutture dovrebbero pensare al benessere degli animali da spostare che, dopo aver subito un primo trauma causato dall’abbandono da parte dei loro proprietari originali si troverebbero nuovamente a vivere lo stesso trauma, spostati in un ambiente completamente diverso da quello che ritenevano fosse diventata la loro nuova casa, ed è per questo – conclude – che Enpa si batterà in tutti i modi perchè i cani rimangano dove si trovano, mantenendo le proprie abitudini».