LISTE CIVICHE: “VOGLIAMO UN CONSIGLIO CONGIUNTO SU AFERPI”
Val di Cornia – I rappresentanti delle liste civiche della Val di Cornia hanno presentato sabato 29 ottobre la loro proposta dopo l’adozione della «Variante Aferpi» approvata a colpi di maggioranza dalla coalizione guidata dal Partito Democratico e chiedono un consiglio comunale unico per tutta la Val di Cornia, aperto anche alle associazioni.
All’iniziativa hanno partecipato oltre al coordinatore Nicola Bertini, Carla Bezzini (Un’altra Piombino), Niccolò Pini (Comune dei cittadini), Fabiana Boccini (Assemblea Sanvincenzina) e il sindaco Giuliano Parodi per Assemblea Popolare.
Le liste civiche non sono contrarie allo sviluppo di Aferpi, ma vogliono che il territorio della Val di Cornia non faccia lo stesso errore di 60 anni fa quando si è consegnato il territorio alla monocultura dell’industria siderurgica.
Le liste civiche propongono un consiglio comunale aperti a tutti i cittadini dellaVal di Cornia da tenersi al cinema Metropolitan in cui discutere con i cittadini del futuro del territorio e cercare una sintesi delle proposte da inserire nello strumento urbanistico.
Nicola Bertini nel suo intervento ha ricordato che i loro rappresentanti avevano chiesto di esaminare in modo più approfondito il piano di organizzazione del territorio alla luce del progetto di riqualificazione delle Acciaierie. “Non c’è stata neppure una discussione tra i sindaci della Val di Cornia. Purtroppo la maggioranza di Piombino è andata avanti da sola. Ormai la variante è adottata, ma ci sono 60 giorni per presentare le osservazioni e magari correggere gli errori più gravi”.
La maggioranza Parla di nessun alibi per Rebrab, ma per le liste civiche si tratta di una vera e propria genuflessione al piano Aferpi.
Per questo, insistono i rappresentanti delle liste civiche “occorre coinvolgere tutti i Comuni nel percorso decisionale di pianificazione sull’area, condurre una lotta politica unitaria per l’avvio delle bonifiche, scegliere il tracciato più economico e diretto della 398, vietare di occupare nuove aree vergini alle attività industriali; ed evitare di perdere nuove opportunità di sviluppo futuro programmando male le bonifiche indispensabili da troppi anni per il SIN.