TOSCANA: AREE DI CRISI, NORME SPECIALI PER MOBILITA’ IN DEROGA
FIRENZE – Prima a dare attuazione al decreto dello scorso ottobre sulla possibilità di proroga degli ammortizzatori in deroga, la Regione Toscana sigla l’accordo con le parti sociali che accoglie le norme speciali, fortemente richieste dal presidente Enrico Rossi, per le aree di crisi dove sono in atto progetti di riconversione industriale; accordo necessario a gestire le novità del decreto correttivo del Jobs Act. La firma stamani a Palazzo Strozzi Sacrati, presenti l’assessora al lavoro Cristina Grieco e il consigliere del presidente in materia Gianfranco Simoncini.
“E’ una risposta tempestiva, grazie alla pressione congiunta operata dalla Regione e dalle organizzazioni sindacali, alle numerose situazioni di tensione sociale presenti nella regione, a partire dalle quattro aree di crisi di Livorno, Piombino, Massa Carrara e Amiata – ha detto Grieco -. L’accordo consentirà infatti di dare un sostegno al reddito dei lavoratori che hanno perduto le prestazioni di tutela del reddito per la disoccupazione involontaria”.
In particolare, nelle quattro aree di crisi regionale potranno essere concessi tre mesi di mobilità aggiuntiva a chi, dopo essere stato licenziato, ha terminato le misure di protezione sociale e di sostegno al reddito negli ultimi 12 mesi (entro il 31dicembre 2016) e anche per chi esaurirà l’indennità di mobilità ordinaria entro aprile 2017. Nell’intero territorio regionale, invece, potranno essere garantiti tre mesi aggiuntivi a chi esaurisce la mobilità entro la fine dell’anno a partire dall’8 ottobre 2016, data in cui è entrato in vigore il decreto del Ministero.
Non è tutto. Per la cassa integrazione in deroga, visto l’intervento nazionale che offre la possibilità, nelle aree di crisi complessa, di poter avere un anno di cassa integrazione in più, si propone per le aree di crisi regionale la possibilità, per le aziende escluse dalla norma nazionale, la possibilità di avere ulteriori tre mesi di cassa in deroga. Tutto ciò a condizione che i trattamenti inizino prima del 31 dicembre poiché dal 1 gennaio 2017 la Cig in deroga non sarà più attiva.
A questo si aggiunge la possibilità di accedere alla mobilità in deroga anche in relazione alla residenza dei lavoratori, quindi rientrano nella stessa tipologia i lavoratori licenziati da unità produttive ubicate nelle aree di crisi e i lavoratori residenti nelle aree di crisi, purché licenziati da unità produttive toscane. Ulteriore novità è rappresentata dalla possibilità di accedere alla mobilità in deroga ai lavoratori che andrebbero in mobilità dal 31 dicembre prossimo fino al 30 aprile 2017, purché presentino domanda di usufruirne entro il prossimo 16 dicembre.
I lavoratori interessati a queste norme sono circa 9mila. “La Regione si sta attivando verso il governo affinché siano subito messe a disposizione per le nuove misure le risorse residue per ammortizzatori, concesse e non utilizzate negli anni passati – ha affermato l’assessora Grieco -. Il Governo mostra aperture, ma resta alta l’attenzione comune perché la legge di stabilità contenga quanto promesso dal ministro Poletti, i 500 euro per il 2017”.
Con l’approvazione del decreto dirigenziale n.11387/2016 è stata poi revocata la sospensione dell’integrazione da parte della Regione Toscana per i contratti di solidarietà, disposta nell’agosto 2015 per esaurimento delle risorse disponibili.
Il nuovo avviso pubblico verrà pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Toscana mercoledì 16 novembre, dal giorno successivo sarà possibile presentare le domande relative ad accordi sottoscritti prima del 5 agosto 2015 e rimaste escluse dalla concessione dell’integrazione regionale per effetto della sospensione. Le domande dovranno essere presentate entro il 28 febbraio 2017.
La riapertura della misura è stata possibile grazie a 5 milioni reperiti con la variazione di bilancio, nonostante le difficoltà legate ai vincoli del patto di stabilità, rispettando così l’impegno assunto dal presidente della Regione Enrico Rossi con le organizzazioni sindacali per sostenere il reddito dei lavoratori.