RIFIUTI: SUGLI ARRESTI LA POLITICA NON PUO’ FAR FINTA DI NULLA
Piombino (LI) – Pubblichiamo una nota stampa e la relativa mozione sulla vicenda Ato sud/Sei Toscana. Il comunicato è a firma di Elena Vizzotto, segretario Val di Cornia -Elba, Francesco Ferrari, portavoce Fratelli d’Italia AN Val di Cornia e capogruppo gruppo consiliare Ferrari Sindaco-Forza Italia, gruppo di cui alle elezioni del 2014 faceva parte anche la Lega.
«Di fronte ai numerosi arresti – commentano – ed alle gravi accuse di corruzione e turbativa d’asta per una gara vinta da SEI Toscana, la politica si deve assumere le proprie responsabilità, prima su tutte quella relativa alla costituzione degli ATO, voluti fortemente dalla Regione Toscana per accentrare il potere.
Con essi i sindaci hanno perso il controllo sulla qualita’ dei servizi e sui relativi costi. Un po’ come purtroppo sta accadendo per la Sanità’. Ecco le ragioni di una mozione che rappresenta un’iniziativa su larga scala della Lega, e che, per Piombino, è stata presentata dal consigliere di opposizione Francesco Ferrari, di Fratelli d’Italia-AN.
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GRUPPO CONSILIARE “FERRARI SINDACO-FORZA ITALIA”
MOZIONE
(Art. 37 del Regolamento delle attività del consiglio comunale)
Oggetto: operazione “Clean city” – arresto del vertice dell’ATO rifiuti Toscan- interdizione dai pubblici uffici per i vertici di “Sei Toscana S.r.l.” e di “Siena Ambiente S.p.A.”.
PREMESSO CHE
da quanto riportato dalle agenzie di stampa del 9 novembre 2016 (ANSA: “Corruzione, arrestato direttore Ato Toscana sud”; Il Tirreno: “Rifiuti, arrestato il direttore dell’Ato Toscana Sud), abbiamo appreso che:
Nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Firenze, il direttore generale dell’ATO Toscana Sud, Andrea Corti è stato arrestato con le accuse di turbativa d’asta e corruzione;
È stata applicata la misura cautelare dell’interdizione dai pubblici uffici nei confronti di tre professionisti toscani: l’avvocato Valerio Menaldi (avrebbe per l’accusa predisposto il bando di gara), il commercialista Eros Organni, amministratore delegato di Sei Toscana (che si è aggiudicata l’appalto) e l’amministratore delegato di Siena Ambiente, Marco Buzzichelli; altre sei persone sono state indagate;
L’inchiesta riguarda un appalto ventennale per un totale di circa 3,5 miliardi di euro, effettivamente aggiudicato nel 2013 a Siena Ambiente con un consorzio di 6 imprese; la gara era per la gestione completa del ciclo di rifiuti nelle province di Arezzo, Siena e Grosseto, l’area governata dall’Ato Toscana Sud;
in una conferenza stampa, gli inquirenti hanno spiegato che di fatto il bando di gara era strutturato “su misura” per favorire il raggruppamento con a capo Siena Ambiente e per scoraggiare eventuali altri concorrenti, inserendo nel bando stesso clausole particolarmente vessatorie;
Sempre per le indagini, il direttore generale dell’Ato Toscana SUD avrebbe ottenuto guadagni illeciti per oltre 380mila euro, tramite compensi che figuravano come consulenze, prestazioni d’opera professionale o altri costi tipo rimborsi spese;
Il GIP Matteo Zanobini, parlando del direttore Andrea Corti, così lo descrive:
– “la spregiudicatezza (…) nella gestione della cosa pubblica” e “la sua ‘fame’ di denaro appare, per certi aspetti, imbarazzante”;
– “Il rischio che il Corti prosegua nella vendita della funzione e si presti a nuove forme di corruzione è quanto mai concreto e rende indispensabile adottare un rimedio cautelare di contenimento che gli precluda di reiterare delitti”;
– L’ingegner Corti “costituisce il motore e il promotore dell’attività illecita; non pago dello stipendio quale professo re universitario (all’università di Siena, ndr) e dell’importante remunerazione economica quale direttore dell’Ato Toscana Sud, da pubblico ufficiale ha venduto la funzione, ha fatto costante mercimonio dei propri poteri, piegandoli a esigenze private per finalità di prestigio personale e, soprattutto, di lucro ponendosi a disposizione di privati ‘pagatori’, intraprendendo con loro, in straordinario conflitto di interessi, attività imprenditoriali”;
RICORDATO CHE
Gli Ambiti Territoriali Ottimali (ATO) sono stati introdotti dal Decreto Legislativo del 5 febbraio 1997, n. 22 “Attuazione delle direttive 91/156/CEE sui rifiuti, 91/689/CEE sui rifiuti pericolosi e 94/62/CE sugli imballaggi e sui rifiuti di imballaggio”;
Con la Legge Regionale del 28 dicembre 2011, n. 69 “Istituzione dell’Autorità idrica toscana e delle Autorità per il servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani. Modifiche alle leggi regionali 25/1998, 61/2007, 20/2006, 30/2005, 91/1998, 35/2011 e 14/2007”, all’articolo 30, Regione Toscana delimita i seguenti ambiti territoriali ottimali per la “gestione integrata dei rifiuti urbani”:ATO Toscana Centro, costituito dai comuni compresi nelle province di Firenze, Prato e Pistoia, con esclusione dei Comuni di Marradi, Palazzuolo sul Senio e Firenzuola;
ATO Toscana Costa, costituito dai comuni compresi nelle province di Massa Carrara, Lucca, Pisa e Livorno;
ATO Toscana Sud, costituito dai comuni compresi nelle province di Arezzo, Siena e Grosseto.
CONSIDERATO CHE
Come evidenziano le rilevazioni del Ministero delle Finanze, gli abitanti dei comuni ricompresi nell’ATO Toscana Sud pagano per lo smaltimento dei rifiuti tariffe sopra la media nazionale di un abbondante 10%;
Secondo le tabelle del Ministero delle finanze il costo dello smaltimento dovrebbe per quell’area dovrebbe aggirarsi attorno ai 9,3 milioni di euro e invece arriva a quota 12 milioni, dopo aver subito un rialzo delle tariffe proprio al subentro del nuovo gestore e soprattutto durante il passaggio da TIA a TARI1 ;
RITENUTO CHE
I cittadini di Piombino – se le accuse fossero confermate – sarebbero stati chiamati a sostenere indirettamente, per il tramite della bolletta, i costi occulti imputabili alla turbativa d’asta e alle corruttele ipotizzate dagli inquirenti;
TUTTO CIÒ PREMESSO IL CONSIGLIO COMUNALE IMPEGNA IL SINDACO E LA GIUNTA
A costituire il comune come parte civile nel procedimento giudiziario che vedrà come imputati i vertici dell’ATO Toscana SUD e i vertici di Siena Ambiente e Sei Toscana.
A chiedere, a nome dei cittadini di Piombino i danni per i costi in bolletta che questi ultimi hanno dovuto sostenere, a causa del già citato “sistema di corruttele” ipotizzate dagli inquirenti.
A valutare la possibilità di riappropriarsi della gestione diretta dei servizi di raccolta dei rifiuti, nell’ottica di un efficientamento generale del servizio e di una sensibile riduzione dei costi e, in tutti i casi, ad attivarsi nei confronti della Giunta regionale per addivenire ad una regolamentazione della gestione dei rifiuti più rispondente alle necessità delle comunità locali e che dia ai Sindaci una maggior autonomia organizzativa.