PIOMBINO: CAMPING CIG, FANNO LE ELEZIONI RSU, MA PER FARE COSA?
Piombino (LI) – Riceviamo e pubblichiamo una nota dall’associazione “Articolo 1 – Camping CIG” sulle imminenti elezioni per il rinnovo dei rappresentanti sindacali dei lavoratori della Ex Lucchini, ora Aferpi e Piombino Logistic. L’associazione nata da un gruppo di lavoratori invita tutti i colleghi a votare per darsi una rappresentanza che non tema il conflitto e la mobilitazione, che eserciti un libero e ampio dibattito, che non si appiattisca sulle esigenze della multinazionale di turno e che non sia succube del governo locale e nazionale.
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ELEZIONI RSU, PER FARE COSA
Le federazioni FIM FIOM UILM hanno deciso di procedere al rinnovo delle Rappresentanze Sindacali Unitarie ( già decadute da anni ) nelle fabbriche metalmeccaniche. La convocazione delle elezioni è stata fatta con forzature sui modi e sui tempi stabiliti dalle norme , con la evidente intenzione di strozzare il dibattito tra i lavoratori, quanto mai necessario oggi per definire i contenuti del mandato che dovrà fare da guida all’ azione degli eletti.
Piombino e le sue industrie metalmeccaniche stanno vivendo una crisi gravissima: Arcelor-Mittal ha problemi di posizionamento sul mercato dei laminati piani e non si intravedono iniziative consistenti per il salvataggio dei posti di lavoro ma anzi si paventano esternalizzazioni; la Tenaris – Dalmine sopravvive senza prospettive. Il “Progetto Piombino” per la ripresa delle attività siderurgiche e la diversificazione, non decolla. Già è stata presentata (e accettata da sindacati e istituzioni) quella che pudicamente chiamano “rimodulazione” del piano; di fatto un nuovo piano non concordato e non approvato dai lavoratori, che “garantisce” un migliaio di posti di lavoro in meno tra i “diretti” e l’ indotto. Si parla sempre meno di agroindustriale e soprattutto non si vede l’ avvio delle bonifiche. In compenso si regalano altre aree (non industriali) ad Aferpi e si procede a varianti urbanistiche sulla base di immotivati interessi della multinazionale.
Noi facciamo alcune riflessioni e le sottoponiamo all’attenzione dei lavoratori:
- Il “Progetto Piombino” è stato modificato unilateralmente da Aferpi: gli accordi firmati e votati dai lavoratori non hanno più valore! Si riapra la trattativa e si stabiliscano condizioni migliori per i lavoratori: recupero salariale e abolizione della “data capestro” del giugno 2017 ( cioè della liberta’, per Aferpi, di licenziare a piacimento).
- No assoluto a ulteriori giochini al rimando: se a tutt’ oggi non è stata dimostrata da Rebrab la disponibilità dei capitali necessari per gli investimenti, si proceda a dichiarare il default (come già ipotizzato dal Commissario Governativo nella sua 8a relazione trimestrale) e si rimandino le Acciaierie sotto la gestione commissariale, cioè del Governo.
- Il Commissario Governativo proceda sul programma di investimenti siderurgici, partendo subito con finanziamenti pubblici ed eventuale concorso di privati per le cose che subito si possono fare: gestire con continuità la laminazione e costruire il nuovo treno a rotaie. Questo basterebbe ad assicurare i contratti di solidarietà per tutti i dipendenti.
- Il governo elabori una politica industriale e siderurgica per tornare a produrre acciaio a Piombino con forno elettrico , nell’ambito di un serio piano siderurgico nazionale.
- Si accelerino tutte le procedure, anche con eventuale nomina di un Commissario ad hoc, per l’avvio tempestivo delle Bonifiche, premessa di ogni sviluppo diversificato a Piombino e possibile fonte immediata di lavoro.
- Le istituzioni premano l’acceleratore su diversificazione economica e produttiva; sulle infrastrutture portuali, viarie, ferroviarie e informatiche; sul problema del costo dell’ energia (visto anche che siamo in “area a crisi complessa”), fondamentale per le aziende della zona e particolarmente per Arcelor-Mittal.
- Si diano garanzie sulla durata degli ammortizzatori sociali per i dipendenti delle aziende siderurgiche e per l’indotto, per i tempi necessari al rilancio produttivo della città.
E’ ora di darci una rappresentanza che non tema il conflitto e la mobilitazione, che eserciti un libero e ampio dibattito, che non si appiattisca sulle esigenze della multinazionale di turno e che non sia succube del governo locale e nazionale. Noi non siamo un sindacato; ma quelli di noi che liberamente e personalmente lo vorranno, parteciperanno alle elezioni, eventualmente anche come candidati nelle liste esistenti (FIOM FIM UILM UGL); lo faranno con spirito ancora una volta critico e propositivo, sensibili alle tematiche che abbiamo presentato oggi e in questo anno e mezzo di iniziative.
Coordinamento Art. 1 – Camping CIG