LUCCHINI SERVIZI: MA CHE FINE HANNO FATTO I SOLDI DEL TFR?
Piombino (LI) – Ma che fine ha fatto il TFR versato dai dipendenti della Lucchini Servizi? Dalla sintesi presentata nell’ultima relazione del Commissario di governo Piero Nardi, di cui è stata data informazione dai sindacati la scorsa settimana (foto a SX), mancano in cassa 979.000 euro di TFR e 368 mila euro di ferie, permessi, premi, eccetera, per un totale di 1 milione e 347 mila euro. A questi vanno aggiunti altri debiti privilegiati per 173 mila euro nei confronti dell’INPS e 333 mila euro verso altri fornitori. Il debito chirografo verso gli altri fornitori (quello che può essere liquidato solo dopo aver onorato quello privilegiato, probabilmente mai, visto che il debitore è praticamente solo la Lucchini, ndr.) ammonta a 6 milioni e mezzo di euro.
Chi ha preso i soldi del TFR dei lavoratori? E perché lo ha fatto?
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«Lo stato passivo di Lucchini Servizi in AS – specifica il commissario di Governo Piero Nardi – si è formato sulla base di 380 domande di ammissione di crediti esaminate nel corso di tre udienze innanzi al Tribunale Fallimentare di Livorno dal 22 gennaio 2014, data della prima udienza alla data della presente Relazione (Giudice delegato dott. Luigi De Franco sostituito nel 2015 dal GD dott. Gian marco Marinai).
Come per la Procedura madre, l’Amministrazione Straordinaria della Lucchini Servizi ha proceduto al riscontro della fondatezza di tutte le richieste mediante gli uffici interni della società e avvalendosi anche, per l’analisi e la redazione delle conclusioni, dei servizi professionali dello Studio Bonelli Erede e della società PWC.
Lo stato del passivo derivante dalle richieste tempestive esaminate nell’udienza del 22/01/ 2014 è stato approvato e dichiarato esecutivo con decreto del 29/09/2014; è stato integrato poi con due successivi decreti: il primo riferito a domande tardive ed emanato il 25/02/2015 e il successivo con esame di una richiesta su pertard iva datato 07/06/2016.
A fine ottobre 2016, a fronte di domande per € 9,3 milioni, sono state ammesse insinuazioni al passivo per un totale di € 8,3 milioni. La ragione principale dello scostamento deriva dalla richiesta di molti dipendenti del TFR maturato dopo il 31.12.2006, che ai sensi di legge era già stato correttamente versato alle naturali scadenze al Fondo Tesoreria.
«La disponibilità di cassa – conclude il commissario Nardi – e la previsione della sua evoluzione considerata la consistenza del capitale operativo, non permette, anche qualora ne ricorressero le condizioni, di fare alcuna ipotesi di riparto; la consistenza del credito insinuato al passivo di Lucchini SpA in AS, pari a 15,5 milioni di euro, consente di prevedere che la Società sarà in grado di procedere al pagamento dei debiti privilegiati nella misura e nel tempo in cui Lucchini procederà con il riparto ai chirografi (fra cui,come detto, Lucchini Servizi)».
Per quanto riguarda il Comitato di sorveglianza, così come per la relazione Lucchini, sull’argomento è stato esplicito indicando che «dal monitoraggio eseguito dal Commissario è emersa la difficoltà di Aferpi di trasferire in Italia le risorse finanziarie possedute in Algeria necessarie per gli investimenti previsti dal Piano approvato. In concomitanza Cevital non è riuscita ad ottenere crediti dal sistema bancario, se non in minima misura.
Ora, mentre si deve dare atto – continua la relazione – a Cevital di avere onorato il primo impegno, si deve constatare la perdurante dilazione nell’assolvere il secondo impegno. Ciò determina una situazione di stallo che è ormai divenuta estremamente critica, tale da richiedere l’urgente esame, al più alto livello, da parte del Ministero insieme al Commissario straordinario e a esponenti del mondo istituzionale e bancario».
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La relazione completa può essere letta al seguente indirizzo:
http://archivio.lucchiniserviziamministrazionestraordinaria.it/Relazione%20finale%20ex%20art.%2061%20c.%203%20DLgs%20270-99.pdf