COPPOLA: UNA INTERA SOCIETA’ NELL’ASSISTENZIALISMO, EFFETTI DEVASTANTI

Luigi Coppola (UDC)

Piombino (LI) – Riceviamo e pubblichiamo un intervento di Luigi Coppola dell’UDC provinciale sulla situazione economica e sociale provocata dalla venuta di Cevital/Aferpi. Da leggere con attenzione.

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«Sono intervenuto poche volte sulla questione Aferpi, anche perchè ho rispetto dei lavoratori e delle loro famiglie che sono in apprensione per la loro sorte occupazionale.

Certamente non ho nascosto il mio scetticismo sul percorso Cevital, fin dall’inizio mi è sembrato uno stratagemma per allungare il più  possibile la vicenda, usufruendo degli ammortizzatori sociali per tutti finchè è possibile, senza pensare che alla fine vi sarebbe il rischio concreto di rimanere con il cerino in mano.

La pretesa di calare un’intera comunità nell’assistenzialismo è una visione antistorica e gli effetti potrebbero essere devastanti, soprattutto a fronte di un sistema moderno basato sul mercato con rigide e ciniche regole.

A suo tempo sarebbe servita una vera e propria riconversione industriale, invece di insistere con la produzione di acciaio, che a Piombino già da anni è arrivata al capolinea, ma ciò non è avvenuto ed ora dobbiamo essere pronti a raccogliere i cocci, qualora, come io credo, non si arrivi ad una sintesi positiva con l’attuale proprietà, che ad oggi sembra totalmente allo sbando.

Aferpi si sta rivelando un problema e non la soluzione auspicata, anche le tante inusuali e strumentali dichiarazioni dei vertici aziendali hanno confermato tale percezione, talvolta è sembrato che chi parlava per l’azienda fosse espressione di una logica politica e non industriale.

Metodo incomprensibile, che è riuscito solo ad aumentare le perplessità e non a dare uno spiraglio concreto. Dopo quasi due anni non si è capito quale e se ci sia un progetto Aferpi e sopratutto chi siano gli interlocutori.

A questo punto urge correre ai ripari, non è certo plausibile prendere le distanze da questa vicenda, come alcuni stanno facendo, soprattutto a fronte di un protagonismo che non ha mai avuto nulla a che vedere con i reali bisogni della nostra comunità, oramai caduta nel degrado più totale sotto ogni punto di vista.

Il congresso del PD non è all’ordine del giorno e se anche lo fosse interesserà i propri iscritti, non certo la città, oramai fuori da tempo dalle storture del passato, e che a breve lo sarà ancora di più.

Non per nulla dovremmo preoccuparci per ciò che potrà accadere alle prossime elezioni amministrative, preparando una futura componente adeguatamente preparata e formata ad affrontare un futuro molto difficile, in cui serviranno grandi capacità e competenze, non facilmente rintracciabili sui social network e tanto meno nelle oramai scadute sedi di partito.

Credo che sia giunto il momento, prima che si arrivi a luglio e Cevital abbia le mani libere, di trovare altri interlocutori industriali, andando da coloro che in Italia di acciaio si occupano, chiedendo con il cappello in mano, visto che questo territorio li ha spesso insultati, un confronto franco.

Ebbene si, il nome è FEDERACCIAI, la tanto vituperata associazione che rappresenta i produttori di acciaio in Italia e che, giustamente, fa gli interessi dei suoi associati in un sistema tutt’altro che virtuoso.

Non è questa la mia visione di riconversione, ma oramai siamo a rischio tragedia sociale, allora una classe dirigente consapevole e scevra da pregiudizi, invece di pensare al proprio futuro politico, deve avere il coraggio di andare controcorrente, anche sacrificando se stessa, ma con una missione più alta che è il bene comune.

Al di là dei discorsi di rito contro gli “acciaioli del nord”, che sono stati stimolati da questo territorio, è logico pensare che la loro vicinanza al governo ed ai meccanismi del potere pubblico è certamente sempre stata molto più credibile rispetto a congetture legate a gruppi stranieri, a cui negli ambiti ministeriali “suppongo” che non abbiano mai creduto fino in fondo».

Luigi Coppola

(UDC PROVINCIA DI LIVORNO)

Scritto da il 10.1.2017. Registrato sotto Economia, Foto, ultime_notizie. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

4 Commenti per “COPPOLA: UNA INTERA SOCIETA’ NELL’ASSISTENZIALISMO, EFFETTI DEVASTANTI”

  1. sirio foti

    La parte finale dell’articolo mi ha profondamente deluso. Si passa da un’analisi giusta, coerente e lucida di quella che è la situazione effettiva e si termina suggerendo alla classe dirigente (mi vengono i brividi solo ad immaginarmela… la classe dirigente, intendo) di incatafognarsi ancora di più di quanto non lo sia già adesso. Non perché abbia, per partito preso, alcunché contro Federacciai o Federpompette varie, ma perché questa prospettiva non può che suggerirmi la visione di un ulteriore prostituzione e sconvolgimento di questo povero territorio, che andrebbe, sempre che Federacciai fosse lontanamente interessata, verso una devastazione definitiva. Non ho capito e mi rifiuto di capirlo: ma qui esiste solo l’acciaio? Altrove, in Europa e America, ci sono molteplici esempi di città che sono state capaci di cambiare completamente rotta e qui invece si deve sempre e comunque vivere tra fumi, casini, inquinamento, ciminiere, ruggine e desolazione? Ma dove sta scritto? Ma, poi, se veramente l’acciao fosse stato un boccone ghiotto, non pensate che a quest’ora quel “fantastico” altoforno sarebbe ancora bello fumante come lo era nei vostri tempi d’oro? Poi mi chiedo: non vi accorgete dell’appiattimento che una città fondata sulla colata ha inesorabilmente fin nelle sue viscere? Non mi riferisco solo ai palazzi, ma alla mentalità di molti degli abitanti, al senso di futuro inesistente che le nuove generazioni si abituano a conoscere sin dall’infanzia, al malcontento che è dilagante in una città come questa che vive sull’utopia di un prodotto ormai non più così essenziale! Ho la certezza che ciò che un giorno, ormai lontanissimo, significava pane per moltissimi piombinesi, si stia ormai trasformando in una lapide che porterà tutti a fondo, se non ci si decide a tagliare questo ormai marcio cordone ombellicale con l’accaio!

  2. Luigi Coppola

    Egregio sig. Foti, non vivo d’acciaio e neanche lavoro a Piombino, ma la vertenza attuale è la vicenda AFERPI. Altre considerazioni non sono all’ordine del giorno e purtroppo non lo saranno neanche a breve. Io ho una visione diversa rispetto alla monocultura,ma al momento non vi sono le condizioni, andranno create e perseguite. Ora si deve capire quali saranno le sorti di un territorio vastissimo che è nelle mani di una precisa proprietà. I ritardi del passato non sono colmabili nel brevre tempo, a parole si costruiscono facilmente i ponti, ma servono mezzi e strumenti, ma soprattutto soluzioni ed una classe dirigente adeguatamente competente e preparata. AFERPI sta diventando un problema e credo che debba essere risolto al più presto per poi pianificare il futuro, in primis sotto il profilo urbanistico capendo cosa accadrà in un territorio in mano all’industria ed ambientalmente devastato.

  3. sirio foti

    Sig. Coppola, la ringrazio della sua puntuale risposta. Mi permetta però di porle, proprio sulla base di ciò che lei ha scritto, un paio di semplici domande che a anche a molti altri saranno venute in mente nel leggerla: 1) Chi, secondo il suo punto di vista, allo stato delle cose, avrà, in un futuro speriamo non troppo lontano, le competenze di creare le condizioni per la diversificazione? 2) Chi è che rappresenta e tutela, ad oggi, questo territorio, visto che la maggioranza continua a svenderlo in cambio di fichi secchi? 3) Dove la troviamo la classe dirigente competente e preparata se, pur cambiando l’ordine degli ingredienti, la minestra è sempre la stessa? Chi lo risolve il problema AFERPI se neppure il ministro riesce a cavare un ragno dal buco? In pratica, e concludo, ciò che voglio dire è che il trascinarsi ad perpetuum di questa ormai ingarbugliatssima vicenda “acciaio” non potrà che rendere Piombino sempre più povera e abbandonata a sé stessa. Questa è una vicenda, me lo lasci dire, dal mio umilissimo punto di vista, irrisolvibile per il semplice motivo che non vi è alcuna convenienza a risolverla. E’ come se continuassimo per anni e anni a voler vendere frigoriferi agli eschimesi e basassimo l’intera sorte di migliaia di famiglie sul successo di questa impresa. E non solo, l’aggravante è che la missione di vendere i frigoriferi, in questa ipotetica situazione, l’abbiamo affidata a chi di vendite non ci capisce una mazza, ma, nel contempo, non può tornarsene a casa con la coda tra le gambe dicendo: scusate, s’è perso solo tempo! Mi sono dilungato, e me ne scuso, ma mi lasci porgere l’ultimissima domanda: e se per esempio ci affidassimo ad un professionista esterno, veramente in gamba, e grazie a lui trovassimo il modo di smettere di vendere frighi agli eschimesi e facessimo invece una proposta di diversificazione, ora, subito o mai più, a regione e stato le cui prospettive potrebbero davvero ribaltare la situazione di Piombino?

  4. Luigi Coppola

    Per questo sig. Foti ho posto la questione FEDERACCIAI, credo che sia chiaro il motivo. Le posso dire che in certi ambienti qualificati e distanto volutente dalla politica, tali considerazioni hanno avuto un senso. Il futuro va preparato e costruito, se si butta tutto in mare e si pensa in grande, senza poterlo essere si faranno gli intetessi sempre degli stessi. Il problema è coinvolgere la qualità presente in questo territorio, esiste, ma si tiene accuratamente lontana dalla politica. Speriamo che prima o poi teovino stimoli adeguati. È certo che Roma è stata devastata e non si ricostruira’come era proma. FEDERACCIAI è al momento una proposta, se non si definisce un perimetro delle aree occupate, cone si potrà pensare ad interventi futuri. Intanto serve un ciscinetto per traghettare una realtà fortemente compromessa.

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