AFERPI: POSSIBILE REVISIONE DELL’AGGIUDICAZIONE A CEVITAL?
Piombino (LI) – In attesa dell’incontro di Lunedì 23 gennaio al Mise per i chiarimenti sul piano industriale Aferpi tra governo e sindacati, è uscito oggi un articolo su “Il Sole 24H” che pone numerosi dubbi sul futuro della Ex Lucchini e mette sullo sfondo anche l’ipotesi da parte del Governo di revisione dell’aggiudicazione degli impianti agli algerini di Cevital.
Come anticipato dalla nostra testate e scritto in numerosi articoli, la tenuta del piano industriale di Aferpi (e la sua sostenibilità finanziaria) è ancora al centro delle preoccupazioni dei sindacati, che hanno ottenuto una convocazione al Mise per lunedì prossimo con l’obiettivo di comprendere, visto che il 1° luglio scadrà l’impegno, previsto dalla Prodi bis nel decreto legislativo 270/99 e sottoscritto da Cevital, di «proseguire per almeno un biennio le attività imprenditoriali». Come avevamo più volte illustrato sul Corriere Etrusco, da quella data in poi Issad Rebrab potrà disporre dello stabilimento, e dei quasi 1000 ettari di Val di Cornia su cui è istallato, come meglio crederà, avendo ottemperato agli accordi presi ed essendo a quel punto svincolato dal Governo italiano.
Da più parti, secondo il Sole 24H, si invoca un piano alternativo e un intervento deciso del Governo, anche con l’ausilio di Cassa depositi e prestiti, perché i sindacati temono il venire meno delle garanzie occupazionali, in quanto l’attività a Piombino è vicina al blocco, con due treni fermi e il treno rotaie che marcia a visibilità ridotta.
«La chiave che permetterebbe a Cassa depositi e prestiti di entrare nella partita di Piombino – è scritto sul Sole 24H – potrebbe però stare nella quota del 27,27% che Lucchini spa ancora possiede in pegno: la procedura, in altre parole, risulta cointestataria, con la holding Cevitaly, di una quota di azioni.
Il commissario della ex Lucchini Piero Nardi ha recentemente ricordato che il mancato finanziamento del piano da parte degli azionisti è una motivazione inopponibile per dichiarare il «default dell’acquirente», sottolineando che «accertato il default, la Procedura Lucchini dovrà attivare le garanzie previste dal contratto», vale a dire «l’escussione del pegno sulle azioni o la clausola risolutiva espresso».
Il commissario della ex Lucchini Piero Nardi ha recentemente ricordato che il mancato finanziamento del piano da parte degli azionisti è una motivazione inopponibile per dichiarare il «default dell’acquirente», sottolineando che «accertato il default, la Procedura Lucchini dovrà attivare le garanzie previste dal contratto», vale a dire «l’escussione del pegno sulle azioni o la clausola risolutiva espresso».
Escutendo le azioni, la procedura entrerebbe nel capitale di Aferpi. Questa eventualità consentirebbe allo stato, attraverso Cdp, di entrare correttamente nel capitale della holding siderurgica. A quel punto si aprirebbe la ricerca di un partner, che in alcuni ambienti si auspica possa essere addirittura la stessa Jindal (una volta conclusa la vicenda Ilva): il gruppo indiano potrebbe trovare possibilità di verticalizzazione negli asset di Piombino, che già fornisce (e per aggiudicarsi i quali aveva già preso parte a una gara, la stessa vinta da Cevital)».
Ricordiamo che già a Novembre 2016, mentre a Piombino l’amministrazione comunale “sposava” il piano Cevital con la cittadinanza che protestava contro la “Variante Aferpi” che sacrificava SS398 e Quagliodromo, il commissario di Governo Nardi scriveva che «La mancanza di finanziamenti per il circolante potrebbe portare ad un sostanziale blocco dell’attività produttiva nei primi mesi del 2017 con necessità di verifica dell’impegno (ex art 63 comma 2 del DLgs 270/99 riportato nel contratto di compravendita) di “proseguire per almeno un biennio le attività imprenditoriali“. Infine – continuava Nardi – come richiesto dal Ministro, Aferpi deve presentare il piano definitivo (cosa che ancora oggi NON ha fatto, ndr.) anche tenuto conto dei sostanziali cambiamenti apportati nel corso degli ultimi 18 mesi motivati da Aferpi con ragioni di mercato […]».Il Sole 24H ha però omesso l’ultima parte dell’intervento di Nardi, su cosa potrebbe succedere accertato il default e che vogliamo ricordare oggi: «Accertato il default commentava a luglio 2016 Nardi – la Procedura Lucchini dovrà attivare le garanzie previste dal contratto […] avviando un processo che comporterà comunque problematiche sociali ed industriali di non facile soluzione». In tal caso, sarebbe interessante capire a chi rimarrà il cerino in mano di tutta questa vicenda, e chi dovrà pagare il conto, sia economico che politico, del potenziale default di buona parte dell’economia di tutta la Val di Cornia.
Giuseppe Trinchini
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L’articolo originale del Sole 24 Ore può essere letto al seguente indirizzo:
http://www.ilsole24ore.com/art/impresa-e-territori/2017-01-20/ex-lucchini-piombino-pressing-segreto-aferpi-e-rebrab-160114.shtml
Scritto da Giuseppe Trinchini
il 21.1.2017. Registrato sotto Economia, Foto, Toscana-Italia, ultime_notizie.
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