PERCHE’ IL TAR VINCE SUL BUON SENSO E FERMA LE “CONCESSIONI” PD?
Val di Cornia (LI) – Tre comunicati ricordano tre concessini, “Il Faro” a San VIncenzo, l’ippodromo a Follonica, e la recente delibera su Poggio all’Agnello (al quale andrebbe aggiunta la sentenza del TAR sui quartieri a Piombino), mostrano tre vicende nelle quali in molti si stanno facendo domande sull’operato dei nostri amministratori. Pubblichiamo integralmente i tre comunicati.
________________________________________
SAN VINCENZO: IL TAR METTE IL PUNTO SULLA LICENZA DE “IL FARO”
La lista civica Assemblea sanvincenzina (As) dopo la sentenza del TAR, continua a criticare la giunta comunale di San Vincenzo sulla vicenda dell’ex pizzeria Il Faro di via Pianosa, i cui volumi dovevano essere recuperati in abitazioni distribuite su quattro piani modificando, secondo As, lo skyline.
«A nulla è servito il tentativo della maggioranza di inserire delle falle nella norma per legittimare ex post la concessione edilizia per “il Faro”, inutili gli sforzi di Roventini per eludere le nostre domande quando gli chiedevamo conto di quelle zone senza norma create da manomissioni politiche. Patetico ignorare la contraddizione di un permesso a costruire in totale contrasto con il Piano Strutturale che la stessa maggioranza ha approvato e che finge di rispettare. Impossibile non vedere che ci sono due misure da parte di quest’amministrazione a seconda della proprietà che si ha di fronte; non è credibile che la politica non si fosse accorta di nulla stavolta, glielo abbiamo segnalato più di una volta a cosa andavano incontro, e ancora meno credibile è che gli uffici non sapessero che in via Pianosa non si potesse autorizzare un rialzamento di tre piani, né tanto meno un cambio di destinazione d’uso da commerciale a residenziale.
Questa amministrazione ci spaventa: oltre alla sfacciataggine con la quale manda al macello il privato che investe sul territorio, al rischio per l’ente e le sue finanze a causa di ricorsi e contenziosi, c’è il fatto che si creano pericolosi precedenti di disparità di trattamento rispetto a quanto prevede la legge.
E dove non arriva il buon senso, dove non arriva la parte tecnica, dove l’opposizione non viene ascoltata il TAR mette un punto.
Pare infatti che le scelte urbanistiche di Bandini-Roventini, che dimenticano la legge e i limiti imposti dal Piano strutturale, vengano ridimensionate e fermate solo dal TAR e dalla Procura che fortunatamente, quando sollecitati, mettono un limite a questa particolare condotta amministrativa.
L’Amministrazione deve valutare l’interesse pubblico e valuta nell’interesse pubblico; come mai allora ci sono tutte queste ambiguità? Il perché è semplice: Ormai la Giunta Bandini è completamente allo sbando.
La condotta della disparità del trattamento, dell’interpretazione della norma che cambia con il soggetto che si ha davanti, quella della percezione della regola come “ostacolo” da aggirare invece che come guida sicura, quella di un’amministrazione che non sa far rispettare nemmeno le regole che scrive essendo la prima a non rispettarle, che non controlla, che è assente, che non risponde delle proprie azioni e si nasconde nell’omertà; è la condotta che ci ha portato alle vicende dei Lecci, del Bayahibe, dell’Albatros, del collaudo del porto, del rapporto con l’autorità portuale e con la Sales, della Barcaccina, del Faro e che spesso porta, per ora in altre amministrazioni, dove però il comportamento non è tanto lontano da questo, a consigli comunali che vengono sciolti.
Il Sindaco deve servire l’interesse pubblico, ripristinare il corretto rapporto tra norme e interessi particolari, e accettare che quando le richieste sono in contrasto con le norme, occorre dire semplicemente no, anche se i richiedenti sono cari amici».
_________________________________
FOLLONICA: DAL PD COMPORTAMENTI ELUSIVI ALL’IPPODROMO
La sentenza del TAR in merito alle vicende delle foresterie dell’Ippodromo dei Pini non fa sconti alle amministrazioni di centrosinistra.
«Non inganni – commenta il M5S – che Il processo per il reato di lottizzazione abusiva sia stato chiuso senza condanne a causa della prescrizione; infatti, nelle motivazioni emanate dal collegio del tribunale, si legge a chiare lettere che la FCC e la Cerretelle srl hanno beneficiato della immissione libera sul mercato, grazie a “un meccanismo elusivo, già predisposto in passato attraverso i vari passaggi amministrativi, certamente addebitabili alle passate amministrazioni comunali”. Ed ancora: “le chiare finalità elusive di chi ha orchestrato l’intera operazione, evidenziano la precisa volontà dell’amministrazione comunale di alleviare l’esposizione finanziaria sostenuta dalla FCC per aggiudicarsi l’appalto”».
Il Movimento 5 Stelle si è più volte dichiarato contrario alla condotta assunta dalle varie Giunte che si sono succedute alla guida della Città di Follonica in merito alla “questione Nuovo Ippodromo dei Pini”.
«Risulta chiaro – continua il comunicato – che un intervento privato per circa cinquanta milioni di euro, non sarebbe stato possibile senza che le cosiddette “foresterie” fossero vendute in modo da sostenere l’operazione. Operazione della quale tutti erano a conoscenza, consapevoli pure che già all’epoca della posa dei primi mattoni, perfino gli operatori del settore davano per scellerata un’operazione che difficilmente si poteva reggere solo con i contributi pubblici, considerando che era già evidente la crisi nel settore ippico.
Era quindi imprescindibile la vendita delle foresterie per recuperare l’investimento, voluta, avallata, condotta dalla politica che ha provato a facilitare la vendita delle foresterie nel libero mercato con la conseguente disastrosa situazione. E’ evidente la vera essenza della operazione: costruire case al di là della strada Aurelia, con il pretesto di realizzare un’opera pubblica.
Questa è stata una scelta politica NON a vantaggio della collettività ma solo un’operazione per avvantaggiare interessi di singoli, vicini al Partito Democratico, che ha portato risultati disastrosi in termini di danno al territorio con l’ampia cementificazione e nessuna ricaduta occupazionale. Una scelta politica assolutamente scellerata.
L’Ippodromo, questa cattedrale nel deserto, sta diventando zona di degrado ed emblema della totale incapacità di fare scelte per il bene della collettività da parte delle giunte che hanno condotto la Città di Follonica da decenni a danno di tutta la Maremma.
A causa di tale sistema elusivo – concludono – e l’inettitudine al governo della città che hanno dimostrato le svariate amministrazioni PD che si sono succedute in questi anni è assolutamente indispensabile che siano i cittadini a scegliere cosa fare di quel bene».
M5S Follonica
______________________________
RIFONDAZIONE SULLA VARIANTE “AD AZIENDAM” DI POGGIO ALL’AGNELLO
Pubblichiamo l’interrogazione presentata dal Gruppo Consiliare di Rifondazione Comunista che verrà discussa al prossimo Consiglio Comunale, riguardante la pubblicazione sul BURT dell’avviso dove viene citata la Delibera 153 MAI approvata in Consiglio. Difatti la maggioranza è riuscita solo al secondo tentativo a far approvare la delibera sulla variante urbanistica di Poggio all’Agnello, appunto la 155 con un emendamento sostanziale.
Riportiamo uno stralcio del comunicato di PRC del 19.12.2016 “[…]Gia più di un anno fa dicemmo che era una variante ad aziendam, concepita ad uso e consumo della società Immobiliare Milanese proprietaria della struttura. Rispetto al consiglio di lunedì scorso [12.12.2016] la maggioranza, venerdì [16.12.2016] ha portato un emendamento con cui ha eliminato la costruzione della strada da Poggio all’Agnello alla Principessa, dallo scorporo degli oneri di urbanizzazione dovuti dall’Immobiliare Milanese. Quindi 1.400.000 euro verranno risparmiati dall’Amministrazione che potrà impiegarli in opere per il Quartiere Populonia. Precisiamo subito che è dovere delle opposizioni far cadere il numero legale allo scopo di evidenziare l’incapacità della maggioranza di governare, e tale dovere è tanto più stringente quando è chiaro che il provvedimento è gravemente sbagliato. In questo caso poi quella mossa, insieme tutta la discussione critica condotta dalle opposizioni sugli errori della variante, a partire proprio dai costi della strada, è servita a costringere l’Amministrazione a fare quell’emendamento e a riportare così 1.400.000 euro a disposizione della comunità invece che del privato. E non è poco”.
Interrogazione con risposta scritta ed orale al prossimo Consiglio Comunale
Premesso che nel Consiglio Comunale del 16 dicembre 2016 è stata approvata la delibera n.155/2016 di adozione della variante urbanistica ai vigenti Piano Strutturale d’Area e Regolamento Urbanistico per il complesso ricettivo di Poggio all’Agnello;
che nel Bollettino Ufficiale della Regione Toscana n.3 del 18.01.17 è stato pubblicato l’avviso che avrebbe dovuto rendere nota la deliberazione e comunicare i termini per presentare le osservazioni allo strumento urbanistico in discussione; che nel suddetto avviso si fa però menzione della delibera n.153 del 12.12.16, mai approvata;
che la differenza, oltre che formale appare di essenziale contenuto sostanziale, infatti la delibera 155 del 16.12.16 è stata emendata rispetto a quella originaria presentata al consiglio comunale del 12.12.16, essendo stata eliminata la previsione relativa al parziale scomputo degli oneri del contributo straordinario, pari a 1 milione e 480 mila euro, per la realizzazione della nuova viabilità di accesso al complesso edilizio, ciò significando che tale somma, in seguito alla nuova delibera, troverà nuova destinazione;
che al 21 gennaio, peraltro, sull’Albo Pretorio del Comune di Piombino si può rinvenire la delibera n.155 del 16.12.16 e invece sulla pagina dedicata alla variante sul sito del Comune si trova ancora la delibera n.153 del 12.12.16, mai approvata;
atteso che chi volesse presentare osservazioni sarebbe tenuto, secondo l’avviso pubblicato sul BURT, ad esprimersi sulla delibera n.153, mai approvata e sostanzialmente diversa da quella approvata al consiglio successivo;
Si chiede Di conoscere il motivo della diversa indicazione nell’avviso pubblicato sul BURT rispetto alla delibera effettivamente approvata. Quali siano le conseguenze tecnico giuridiche di tale errore e quali rimedi ha intenzione di attuare l’amministrazione.
Fabrizio Callaioli