«PIOMBINO E IL MITO DEL PRONTO SOCCORSO CHE FUNZIONA»
Piombino (LI) – Ieri sulla stampa locale è stato pubblicato un articolo che illustrava il buon funzionamento del Pronto soccorso di Piombino, quando sull’altra sponda del Canale, a Portoferraio, è un continuo di proteste sulla sua efficenza. Ma non deve essere oro tutto quello che lucciola, se la lista civica “Un’Altra Piombino” è arrivata a parlare di “Storytelling” cioè di “narrazioni felici” e facendo il punto delle problematiche legate al servizio piombinese. Riportiamo integralmente l’articolo, e a seguire l’articolo originale al quale questo si riferisce.
«Il termine preciso è “storytelling” – inizia la lista civica Un’Altra Piombino – ed indica una tecnica di costruzione narrativa volta alla comunicazione di realtà artificiali che si vanno a sostituire alla realtà effettiva. In questo contesto si può collocare l’articolo comparso ieri sull’assenza di criticità del ps locale.
La prima affermazione che balza agli occhi è l’immagine di un PS semivuoto, un’immagine che stride con i sempre più frequenti momenti di sovraffollamento e di affanno che si registrano in questa struttura. Una foto non è rappresentativa di una realtà: è uno scatto di un momento di vita, non la vita. Bisognerebbe viverla una realtà, in ogni suo momento, coglierne le peculiarità logistiche e organizzative, avere i dai reali e non limitarsi a una lettura di cifre scritte e pertanto virtuali.
Non è vero che al PS il personale è sufficiente: l’organico medico registra una carenza cronica di 4 unità mentre per il personale infermieristico e sociosanitario si registra da tempo una carenza legata alle malattie, agli infortuni, ai part-time e ai permessi stabiliti dalle normative vigenti, tutti elementi che devono rientrare in una corretta e attendibile valutazione del monte ore effettivamente lavorato. Dati a fronte dei quali si registra invece un significativo aumento dei carichi di lavoro, aumento dovuto sia al numero di accessi che alla loro complessità, dato che nelle statistiche si considerano i numeri, cioè la quantità, quando invece a fare la differenza è sempre la qualità e il tempo che ogni paziente richiede in termini di prestazioni e di assistenza: tempi che si dilatano sempre più dal momento che il PS deve svolgere una funzione di filtro per i ricoveri di una struttura, che per il taglio dei posti letto, non è più in grado di rispondere alle richieste di ricovero di una popolazione sempre più anziana.
I numeri sulla carta non descrivono in modo adeguato una struttura sulla quale pesano distanze logistiche e protocolli interni che riversano sul personale oss e infermieristico tutta una serie di attribuzioni aggiuntive che sottraggono unità in momenti anche critici . Il sistema sanitario costituisce la componente più complessa del sistema di protezione sociale e il pronto soccorso è ovunque il primo punto di riferimento, la prima e più accessibile porta, sempre aperta. Ed è qui che si manifestano in tutta la loro portata le conseguenze delle disfunzioni crescenti del servizio sanitario: l’inadeguatezza dei servizi territoriali e della medicina di base, la netta diminuzione dei posti letto, la povertà e i disagi sociali crescenti, le surreali liste di attesa, la brevità dei ricoveri che scarica sulle famiglie il peso di un’assistenza a volte impossibile.
Se il PS di Piombino ha raggiunto i migliori risultati della toscana – conclude Un’Altra Piombino – con una bassissima percentuale di codici azzurri, ciò significa una cosa sola: che gli operatori di Piombino, cronicamente sotto organico, sostengono una casistica più complessa e un carico di lavoro più pesante, hanno turni massacranti e si vedono spesso costretti a saltare riposi e ferie. Ed è grazie al loro senso di responsabilità se la struttura ha retto nel consueto moltiplicarsi degli accessi estivi e nel convulso recente sovraffollamento dovuto alla psicosi da meningite a al prevedibilissimo picco influenzale».
Un’Altra Piombino
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IL TIRRENO del 23 gennaio 2017
Villamarina, il pronto soccorso regge l’urto
di Claudia Guarino
PIOMBINO Le immagini del pronto soccorso di Nola, con i pazienti stesi a terra, o di quello di Pistoia, con i degenti stipati come sardine sulle barelle, sono cronaca recente. Esperienze di una simile entità al pronto soccorso di Piombino non sono emerse, anche se, secondo la federazione provinciale della Uil funzione pubblica, qui «la situazione è insostenibile» per mancanza di personale. Per chiedere delucidazioni ai dirigenti e per vedere da vicino come funziona il pronto soccorso di Villamarina, abbiamo fatto un giro al suo interno. Siamo stati accompagnati da Angelo Trotta, caposala del pronto soccorso, Paolo Pennati, direttore del pronto soccorso di Cecina con interim su Piombino e Andrea Giorgetti, responsabile del pronto soccorso di Piombino. Quando entriamo in sala d’aspetto è prima mattina e il pronto soccorso è semivuoto.
Normalmente, ci viene spiegato, la mattina è la parte della giornata più tranquilla. In effetti ci sono solo due persone ad attendere, e anche all’interno, superata la sala d’attesa, non c’è trambusto. In realtà la tranquillità è tornata da pochi giorni, perché nel corso del mese, per l’ondata influenzale, il pronto soccorso ha avuto parecchi accessi. «Abbiamo curato diversi anziani affetti da polmonite e difficoltà respiratorie – dice Pennati – abbiamo avuto, inoltre, parecchi casi trattati in terapia intensiva. Anche a Piombino è capitato che i pazienti siano rimasti per qualche tempo in barella, fermi nei locali del pronto soccorso, ma non siamo ai livelli registrati in altre zone d’Italia. Gli ospedali sono tarati su una media e, a volte, nei casi di maggior affluenza, la domanda supera la possibilità di risposta». Il momento dell’anno in cui questo accade, oltre che durante i picchi influenzali, è l’estate, quando la popolazione aumenta a causa della presenza dei turisti.
«In questo caso, però, abbiamo dei traumi trattabili più facilmente e più velocemente – dice Pennati – In inverno, invece, spesso si hanno casi più gravi che richiedono un tempo di intervento maggiore». E spesso in sala d’attesa si creano file che fanno fatica a smaltirsi in un tempo accettabile. In tutto l’anno il pronto soccorso di Piombino registra circa 22.000 ingressi, di cui il 2% è costituito da codici rossi e il 22% da gialli. Il ricovero ospedaliero è disposto nel 10% dei casi. E’ all’accettazione che l’infermiere di turno assegna un codice di ingresso che dà un grado di priorità. Ci spiegano che quest’ultimo dovrebbe poter terminare il suo percorso in pronto soccorso nell’arco di 4-5 ore. Non è però sempre possibile rispettare questa tempistica. E, dicono, non è possibile neanche affermare con sicurezza che con più personale ci sarebbe una fila minore in sala d’aspetto. Perché le attese dipendono dalla complessità dei casi considerati. Questo aspetto è sottolineato più volte dai dirigenti, secondo i quali «per come è organizzato il pronto soccorso il personale è sufficiente. Abbiamo 23 infermieri, 15 operatori socio-sanitari e 16 medici. A volte, inoltre, qualche medico fa gli straordinari, altre volte facciamo nuovi contratti a tempo. E’ stato anche bandito un concorso per l’assunzione di due medici e d’estate vengono impiegati interinali».
Una delle criticità è la distanza del pronto soccorso da altre aree dell’ospedale, ad esempio radiologia. «Questo allunga i tempi – sottolinea Pennati – I viaggi per trasportare i pazienti sono più lunghi e serve più lavoro». Visitate le varie sezioni del pronto soccorso usciamo dall’ospedale e notiamo che sono stati da poco organizzati due nuovi parcheggi per donne in gravidanza e per chi accompagna bimbi. Il giro è finito, ma rimane un interrogativo. Fonti esterne all’azienda ci hanno segnalato la presenza, sporadica, di persone senza fissa dimora che trovano rifugio per la notte in sala d’aspetto. «E’ vero, a volte capita – dice Trotta – ma i casi sono veramente pochissimi».
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