PIOMBINO: BASTA DARE CASE A CHI NON NE HA DAVVERO BISOGNO
Piombino (LI) – Alcuni giorni fa, sulla cronaca locale era uscita la notizia che erano state comminate dalla Guardia di Finanzia sanzioni per le 35 false dichiarazioni prodotte dagli assegnatari di case popolari nella provincia di Livorno, in particolare in percentuale proprio a Piombino. Volontà dell’Amministrazione comunale di questa città è stata quella di proseguire e aumentare i controlli per stanare i furbetti. Ma il consigliere Francesco Ferrari (Fratelli d’Italia-An) non ci sta, e fa notare che già nel 2015 aveva chiesto di intraprendere un consistente giro di vite. La mozione allora fu bocciata con i voti contratti della maggioranza.
«Era esattamente due anni fa, il 18 marzo 2015, quando presentai – commenta Ferrari – in consiglio comunale una mozione con cui veniva richiesto all’amministrazione comunale di sollecitare le autorità preposte ad effettuare maggiori e più frequenti controlli sul reale stato economico degli assegnatari degli alloggi di edilizia pubblica, nonché di effettuare, anche negli anni successivi all’assegnazione dell’alloggio, verifiche puntuali sulla concreta ed attuale sussistenza, in capo alle famiglie assegnatarie, dei requisiti per l’assegnazione medesima.
Ma la mozione nella quale si chiedeva di sollecitare le autorità preposte al controllo, rivedere i criteri per verificare la reale situazione degli assegnatari ed effettuare verifiche puntuali post assegnazione, non è stata approvata per voto contrario di Pd, Spirito Libero e Sinistra per Piombino.
Il problema, oggi come allora, non è solamente quello delle autocertificazioni false di colui che indica ad esempio un reddito annuo minore di quello realmente dichiarato, ma anche quello più profondo e radicato di coloro che dichiarano un reddito minimo o nullo, avendo però un tenore di vita che dimostra il contrario. – ha chiarito il consigliere di centrodestra – Era proprio per arginare questi problemi che proposi la suddetta mozione; mi sembrava doveroso evitare che alcuni usufruissero di una casa popolare pur non avendone i requisiti, sottraendo così quell’importante aiuto sociale a chi davvero ne aveva bisogno.
L’amministrazione ha dichiarato che farà ciò che due anni fa le fu proposto ma che non volle fare: – e chiosa – queste le contraddizioni di chi ci amministra, che antepone agli interessi della cittadinanza i preconcetti politici».