PIOMBINO: VENERDI’ 24 MARZO SCIOPERO DEI METALMECCANICI
Piombino (LI) – Venerdì 24 marzo 2017 sarà sciopero generale dei metalmeccanici dopo l’annuncio dell’ulteriore slittamento dell’incontro al Mise, precedentemente fissato per il 15 marzo scorso, i sindacati hanno confermato la data e le proporzioni della prossima mobilitazione. Presenti tra gli altri i tre segretari nazionali di Fim, Fiom e Uil Landini, Palombella e Bentivogli. Concentramento e partenza della manifestazione alle ore 9.30 dal cavalcavia dello stabilimento della Ex.Lucchini in largo caduti sul lavoro, e si concluderà in piazza Verdi con il comizio delle segreterie nazionali.
«Il secondo stabilimento siderurgico italiano è paralizzato e non produce! Manifestiamo in difesa del progetto Piombino che deve essere salvaguardato, così come configurato nell’accordo di programma del 2014, verso il quale i firmatari sono tenuti a rispettare tutti gli impegni presi. Basta tergiversare, la politica ha il dovere di governare e spetta solo al governo decidere se si deve staccare la spina o se continuare a credere in questo progetto. Piombino torni a colare acciaio».
Il sindacato si attende risposte certe da parte del governo sul proseguimento o meno del progetto Cevital partendo dalla continuità produttiva dei treni di laminazione, per la tenuta dell’ammortizzatore sociale, dalla proroga oltre il 1 luglio della legge Marzano e dal finanziamento del piano industriale nella sua interezza. Questo perché l’inadempienza dell’imprenditore e l’immobilità di questo governo stanno mettendo a rischio il polo siderurgico piombinese.
Il nuovo incontro al Mise è fissato al 27 marzo. Said Benikene, ceo di Cevital, ha chiesto più tempo per presentarsi dal ministro Carlo Calenda con le linee guida lungo le quali punta a sviluppare il piano industriale vero e proprio e il relativo piano finanziario. Un ulteriore slittamento che ha avvolto ancora di più in un’aura surreale l’intera faccenda, ormai sospesa da mesi. Il CEO ha chiesto tempo fino a giugno per passare a un progetto esecutivo, corredato da un piano di finanziamenti e dall’eventuale scelta di possibili partner industriali. L’impressione che Cevital voglia svincolarsi dagli impegni presi al momento dell’acquisto nel 2015, soprattutto per quanto riguarda il mantenimento dell’occupazione, si fa sempre più forte.
I sindacati, sono nel frattempo impegnati anche in una serie d’incontri con i consigli comunali delle cittadine del territorio della Val di Cornia. Se Cevital se non fosse più ritenuto un soggetto credibile dovrebbe essere il governo a garantire il futuro dello stabilimento, partendo dal rispetto dell’accordo di programma e dalla ricerca di alternative. Cominciando eventualmente a fare chiarezza sulle reali possibilità di un Piano B che coinvolga un altro partner e magari anche l’Ilva di Taranto.